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Weekend d’arte a Roma. Prorogata fino al 1 maggio la mostra: La Dea Roma e l’Altare della Patria

Prosegue fino al 1 maggio la mostra dedicata a La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita, al Vittoriano, nella Sala Zanardelli. L’iniziativa di Edith Gabrielli

Weekend d’arte a Roma. Prorogata fino al 1 maggio la mostra: La Dea Roma e l’Altare della Patria

Per chi volesse trascorrere un weekend nella Capitale all’insegna dell’arte, oltre ai numerosi musei e gallerie aperte, vi è la possibilità di visitare l’esposizione – che doveva concludersi già questo fine settimana ma per il grande interesse registrto è stata prorogata al 1 maggio prossimo – che celebra la conclusione della campagna di restauro del fregio dell’Altare della Patria realizzato dallo scultore lombardo Angelo Zanelli (San Felice di Scovolo, Brescia 1879 – Roma, 1942). In mostra sono esposti 57 pezzi, compresi i 44 elementi catalogati e restaurati provenienti dalla Gipsoteca del Vittoriano, un patrimonio fino a pochi mesi fa quasi sconosciuto.

«Nel monumentale fregio Zanelli operò una scelta stilistica forte perché superando le volute serpentine e avvolgenti della linea portata avanti da Leonardo Bistolfi, scelse un modellato titanico delle figure» afferma il curatore Valerio Terraroli «come la monumentale figura femminile appoggiata alla coppia dei buoi che trascina l’aratro, nell’ala sinistra dedicata al lavoro che vivifica e feconda, oppure il palafreniere, ripreso di spalle, che tiene il morso della quadriga trionfale dell’Amor Patrio che pugna e vince, a destra, per riconoscervi le forme asciutte e potenti dei contemporanei Bourdelle e Meštrović. Nei volti, dagli occhi sgusciati e dai tagli netti dei profili, e nell’euritmia delle silhouettes sovrapponibili di figure, di cavalli e di trombe trionfali, si percepisce in modo chiaro la metamorfosi compiuta dallo scultore partito dal neoellenismo secessionista per arrivare ad una plasticità grandiosa con accenti déco».

La mostra è ospitata nella Sala Zanardelli al Vittoriano di Roma

L’ Altare fino a qualche mese fa si trovava in uno stato di notevole degrado. L’esposizione diretta alle intemperie e all’inquinamento di piazza Venezia e ancor più le particolari condizioni termo-igrometriche avevano minato la leggendaria tenuta del marmo Botticino e ricoperto la superficie di uno spesso strato di depositi scuri. Nello spirito dei principi del restauro tipicamente italiani, l’intervento, diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati tra il marzo e l’ottobre 2023, ha provveduto alla “reintegrazione dell’immagine”. Senza cancellare i segni del passaggio del tempo, l’azione ha consolidato la materia e restituito all’insieme il corretto equilibrio visivo e dunque una piena leggibilità. Oggi si può apprezzare fin nel
dettaglio la qualità del fregio, compresa la scelta polimaterica per la Dea Roma: sono ben visibili infatti sia l’oro del mosaico di fondo della nicchia sia l’argento della statuetta della Vittoria alata e della lancia.
L’intervento ha coinvolto anche la Tomba del Milite Ignoto: la pulitura del marmo e il trattamento della corona bronzea e dei bracieri con la fiamma eterna le hanno conferito nuovamente piena dignità.


Tutta la campagna di restauro è stata, settimana dopo settimana, documentata con video e foto ed è consultabile sulla pagina web del VIVE.

Il secondo intervento, diretto da Edith Gabrielli e realizzato da Luca Pantone tra giugno e ottobre 2023, riguarda 44 gessi – bozzetti e modelli – che fanno parte della cosiddetta Gipsoteca del Vittoriano, un patrimonio di 250 gessi, oggi conservato tra il Vittoriano stesso e i locali dell’ex Mattatoio di Roma, gentilmente messi a disposizione dalla Soprintendenza speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Una parte di questi 44 gessi vanta un legame diretto con l’Altare della Patria.

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