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Weekend d’arte a Roma, alle Scuderie del Quirinale: “Napoli Ottocento”. La grande mostra che onora la città partenopea

“Napoli Ottocento” rappresenta la sintesi di questo lungo percorso, un’occasione unica per ammirare opere di altissimo valore di Degas, Fortuny, Degas, Gemito, Mancini, Morelli, Palizzi, Sargent, Turner…e per comprendere a pieno un periodo ricco di contraddizioni e di fascino. Scuderie del Quirinale dal 27 marzo al 16 giugno 2024, a Roma

Weekend d’arte a Roma, alle Scuderie del Quirinale: “Napoli Ottocento”. La grande mostra che onora la città partenopea

Attraverso una selezione di 250 capolavori, la mostra rappresenta un omaggio al ruolo centrale di Napoli nell’ambito del dibattito europeo sull’arte. Per tutto l’ottocento Napoli fu come un centro di produzione artistica di assoluta centralità in quel lungo secolo che prende le mosse dagli esiti della cultura illuminista di fine Settecento fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Una panoramica ricchissima tra dipinti, sculture, arti decorative, storia e scienza: di una tradizione artistica e culturale davvero secolare e ancora viva, inserita a pieno nella cultura europea contemporanea.

Il mare, le montagne, il folclore, la terra fangosa del Vesuvio, la lussureggiante vegetazione della Campania, lo splendore ed anche il degrado hanno ispirato artisti quali Constantin Hansen, Silvestr Ščedrin, Simon Denis, Karl Böhme, Ludwig Catel, William Turner, Thomas Jones, Thomas Fearnley, Eduard Hildebrandt, Hans von Marées, John Singer Sargent, i pittori naturalisti di Posillipo, Portici e Resina, Anton van Pitloo, Giuseppe De Nittis, Ercole e Giacinto Gigante, Teodoro Duclère e Salvatore Fergola.

Filippo Palizzi
Filippo Palizzi (Vasto 1818 – Napoli 1899) – Fanciulla sulla roccia a Sorrento – 1871 (olio su tela)
Collezione Fondazione Internazionale Premio E. Balzan, Svizzera in comodato al Comune di Badia Polesine © Fondazione Internazionale Premio “E. Balzan” – Fondo – Zurigo”/ “Foto di Mauro Ranzani – Milano

La Napoli di Edgard Degas

Personaggio di rilievo fu Edgar Degas, artista rivendicò la sua appartenenza al movimento realista rifiutando l’etichetta di impressionista. Di origini napoletane per parte paterna, Degas, che parlava correntemente la lingua napoletana imparata durante la sua infanzia e giovinezza a Napoli, dove trascorse soggiorni fondamentali per la sua formazione arricchendo di un senso nuovo la sua formula realista.

Edgard Degas
Edgar Degas (Parigi, 1834 – 1917) – Thérèse de Gas- 1863 circa (olio su tela) Parigi, Musée d’Orsay © Archivio Scala Group, Antella © 2024. DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze

Particolarmente importante, per questo, è il focus dedicato in mostra all’artista francese. Grazie alla generosità del Musée d’Orsay, dell’Art Institute di Chicago e del Cleveland Museum of Art i visitatori potranno ammirare riuniti in mostra cinque celebri capolavori del Degas napoletano, oltre all’emblematica “Veduta di Castel Sant’Elmo da Capodimonte” del Fitzwilliam Museum di Cambridge, rarissimamente esposta

La mostra dedica tre sezioni alla tematica dell’immaginario storicista neo-pompeiano dell’immaginario idealista neo-greco e dell’immaginario orientalista, che troviamo in Domenico Morelli. Mentre un accademismo al realismo lo troviamo meglio rappresentato nella pittura di Antonio Mancini.

Antonio Mancini
Antonio Mancini (Roma, 1852 – 1930) Il Saltimbanco -1878 (olio su tela) Filadelphia, Philadelphia Museum of Art, Vance N.Jordan Collection, 2004

Ed è la materia grezza dei dipinti di Mancini che prende parte forma sostituendosi al soggetto ritrattato. Una scelta che venne celebrata alla Biennale di Venezia del 1926, dove la Dama in rosso dell’artista venne indicata da Carlo Carrà come “un vero capolavoro di potenza plastica e di armonia cromatica”. 

Antonio Mancini la Signora in Rosso
Antonio Mancini (Roma, 1852 – 1930) – Dama in rosso – 1926 circa (olio su tela) – Napoli, GAN – Galleria dell’Accademia di Belle Arti © GAN – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Napoli – Photo: Oreste Calzetta

Nell’ottica di queste “contraddizioni” è la materia stessa che diviene oggetto della pittura e della scultura, annullando le differenze tra l’una e che trovano un esempio nella ricerca di Medardo Rosso e che di fatto anticipano di diversi decenni la pittura informale del dopoguerra, in artisti come Fontana o Burri.

Burri
Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995) – Cretto nero 1973 (acrovinilico su cellotex)
Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri © Fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri, Citta di Castello, by SIAE 2024

Nel XIX Napoli è a tutti gli effetti riconosciuta anche come un’importante capitale scientifica

Napoli è la terza città d’Europa, dopo Londra e Parigi, sede di una delle più antiche università italiane, della prima scuola di lingue orientali in Europa (fondata nel 1732), del primo museo di mineralogia (fondato nel 1801) e di molti altri centri di studio o istituzioni per la ricerca e lo studio.

Anche l’influenza del clima politico ed economico ha avuto un ruolo decisivo sulle forme d’arte di questo periodo storico. Progetti e programmi di trasformazione urbanistica della città, infatti, la rendono sempre più europea tanto che, alla fine del secolo, Napoli dialoga ancora direttamente con Parigi: in soli tre anni viene eretta la Galleria Umberto I, vengono costruiti i caffè, i grand hotel, i quartieri borghesi ed i lunghi viali. Ma è anche la città dei dibattiti positivisti, delle scienze giuridiche e matematiche, è la città dell’intensa dialettica che lega le nuove scienze a un’estetica sempre fedele alla grande tradizione realista, centrale nella definizione dell’arte napoletana dal periodo barocco riberesco e caravaggesco.

Videoinstallazione di Stefano Gargiulo omaggia la Napoli contemporanea

All’interno dell’esposizione la videoinstallazione Affreschi Digitali dell’artista napoletano Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni), la peculiarità della Stazione Zoologica voluta da Anton Dohrn, primo centro di studio oceanografico in Italia, dove  raffigurazioni scientifiche della fauna marina si sovrappongono alle decorazioni di Hans Von Marées e Adolf Hildebrandt ancora visibili nell’attuale Biblioteca.

Affresco Digitale
Affreschi digitali, 2024, videoinstallazioni in “Napoli Ottocento”, Roma, Scuderie del Quirinaleⓒ Frame delle Videoinstallazioni by Kaos

Le Scuderie del Quirinale presentano Viaggi nello spazio e nel tempo, un ciclo di quattro brevi documentari che contribuiscono a raccontare come Napoli divenne una delle capitali europee dell’Ottocento. Si partirà dall’inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana Napoli -Portici del 1839 fino alla direzione artistica di Saverio Mercadante del Teatro San Carlo del 1840 e dall’inaugurazione della Stazione Zoologica Anton Dohrn nel 1872 all’ Esposizione Nazionale di Belle Arti nel 1877. I filmati saranno visibili a partire dal mese di maggio sul canale YouTube dedicato. ll programma degli incontri è disponibile

“Napoli Ottocento” rappresenta la sintesi di questo lungo percorso, un’occasione unica per ammirare opere di altissimo valore e per comprendere a pieno un periodo ricco di contraddizioni e di fascino.

Un progetto espositivo di grande respiro e di alto rilievo scientifico organizzato dalle Scuderie del Quirinale e dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la Direzione Regionale Musei Campania, l’Accademia di Belle Arti di Napoli e la Stazione Zoologica Anton Dohrn

Immagine di copertina: Gioacchino Toma (Galatina, 1836 – Napoli, 1891)- La pioggia di cenere del Vesuvio 1880, olio su tela – Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti su gentile concessione del Ministero della Cultura – Gallerie degli Uffizi

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