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WeBuild: una filiera di 5mila imprese che lavora a 5 grandi progetti

Dopo l’acquisizione del 65% di Astaldi, il primo gruppo di costruzioni in Italia – in cui sono parte attiva Cdp e le banche -consegna una fotografia della sua filiera, composta da quasi 5mila aziende che lavorano a 5 grandi cantieri, dal Brennero alla Sicilia

WeBuild: una filiera di 5mila imprese che lavora a 5 grandi progetti


Dopo aver completato l’acquisizione del 65% di Astaldi, “la più rilevante operazione di acquisizione prevista in Progetto Italia” , si allarga il raggio d’azione di Webuild, il primo gruppo di costruzioni in Italia e tra i leader europei che conta su una filera composta da quasi 5mila imprese produttive che dal Brennero alla Sicilia provano a dare il loro contribuito alla crescita del Paese in un periodo reso ancor più delicato dall’emergenza pandemica in corso. Un polo delle costruzioni in cui determinante è la solidità garantita da Cassa depositi e prestiti (Cdp), Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Ricordiamo che con l’acquisizione del 65% di Astaldi è nato un un gruppo specializzato nella realizzazione di grandi infrastrutture complesse per la mobilità sostenibile, l’energia idroelettrica, l’acqua e i green building, con un portafoglio ordini di oltre 40 miliardi di euro.

In questo contesto sono i cinque i grandi progetti su cui Webuild sta attualmente lavorando come capofila: 

  • la Bicocca-Catenanuova, una tratta della futura Palermo-Catania,
  • Terzo Valico dei Giovi, la linea che potenzierà il collegamento tra il sistema portuale ligure e le principali linee ferroviarie del Nord Italia e del Nord Europa; 
  • la Galleria del Brennero, elemento centrale del collegamento veloce tra Verona e Monaco di Baviera,
  • la Metro M4 di Milano,
  • Napoli-Cancello, una sezione della Napoli-Bari. 

“Infrastrutture in costruzione che danno lavoro per l’esattezza a 4.921 imprese, di cui 2.185 fornitori e 2.736 subfornitori per un valore complessivo di contratti pari a 4,4 miliardi di euro. Un numero, questo, che racconta alla perfezione l’impatto collaterale di una grande opera, quello che va oltre la sua funzionalità e il suo utilizzo per i cittadini, e si lega al benessere economico dei territori, allo sviluppo dell’economia nazionale e naturalmente al sostegno della forza lavoro”, sottolinea la società in una nota.

Le 5 mila aziende attive nei più importanti cantieri italiani di Webuild sono rappresentate al 98% da imprese italiane. Una sostenibilità che, da Palermo al Brennero, viene declinata attraverso la mobilità sostenibile. 

Nel dettaglio, quattro delle cinque grandi opere sopra elencate riguardano l’alta velocità ferroviaria e rientrano nelle reti TEN-T, i collegamenti continentali sostenuti dall’Unione europea. La quinta, la M4 di Milano, è invece la nuova linea metropolitana che collegherà l’aeroporto di Linate al centro del capoluogo lombardo in soli 15 minuti.

Tra le aziende che partecipano alla filiera di Webuild figurano grandi e piccole realtà. Tra esse spiccano la Fagioli, specializzata nella movimentazione di maxi-manufatti, la Fratelli Gentile (che lavora alla Napoli-Bari) che ha brevettato sistemi innovativi per la raccolta e la gestione dei rifiuti abbandonati lungo il tracciato dell’opera, e la Clivio srl (Galleria di Base del Brennero), che ha messo a disposizione due brevetti necessari per le attività di consolidamento del terreno che anticipano la perforazione delle talpe.

Sulla nuova linea Bicocca-Catenanuova lavorano oggi insieme al Gruppo Webuild 193 imprese tra fornitori e subfornitori che hanno contratti per un totale di 104 milioni di euro.

Sul Terzo Valico dei Giovi sono invece al lavoro 2.314 imprese per un totale di contratti pari a 3,1 miliardi di euro.

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