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Wall Street frena ma le Borse europee fanno peggio

Tutti in rosso i listini azionari europei – Piazza Affari paga le ultime trimestrali (Unicredit e Pirelli in testa) ma anche le prese di beneficio dopo la corsa dei giorni scorsi.

Wall Street frena ma le Borse europee fanno peggio

L’onda rossa colpisce i listini europei, che non trovano sostegno a Wall Street, volatile in avvio. Piazza Affari è la peggiore e perde l’1,34%, scendendo a 19.475 punti, appesantita da una serie di importanti trimestrali. Le vendite prevalgono a Francoforte -0,52%; Parigi -0,98%; Madrid -1,16%; Londra -1,23%. L’euro s’indebolisce (1,185 contro dollaro), il petrolio è poco mosso, mentre la stella dell’oro continua a brillare nel firmamento degli investimenti. Con i rendimenti dei titoli di Stato americani poco appetibili (il tasso del decennale è in ribasso allo 0,530%) la fame del prezioso metallo non sembra placarsi. iI future ottobre 2020 è a 2.060 dollari l’oncia, ma ha già toccato un massimo in seduta di 2070. 

Sul morale dei mercati continua a pesare come il piombo l’epidemia di Covid-19, che riprende forza anche in Europa, la Germania ieri ha superato per la prima volta da inizio maggio la soglia dei mille contagi giornalieri. A parziale consolazione ci sono alcuni dati macro migliori del previsto. In Italia in particolare la produzione industriale a giugno è salita dell’8,2% rispetto a maggio, quasi il doppio di quanto previsto dagli analisti (+5,1%). È un dato che segue quello eccezionale di maggio (+41,6%) dopo il crollo dovuto al lockdown. Si tratta di una crescita che, secondo il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, crea i presupposti per un “forte rimbalzo” del Pil nel terzo trimestre. Ne trae beneficio l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 146 punti base (-1,17) e il Btp lima il rendimento a 0,92%.

Notizie confortanti sul lavoro arrivano dagli Stati Uniti dove i sussidi per la disoccupazione sono scesi di 249.000 nella settimana conclusa il primo agosto per la prima volta in tre settimane. Un dato migliore delle stime, che però non sta dando una gran spinta all’azionario, anche perché, mentre proseguono i negoziati sull’approvazione del nuovo pacchetto di aiuti, tornano a deteriorarsi i rapporti con la Cina. Il presidente Donald Trump firmerà oggi, in Ohio, un ordine esecutivo che richiede al governo degli Stati Uniti di acquistare farmaci “essenziali” da società americane e non più da paesi stranieri, come la Cina, che è il maggior fornitore.

In questo contesto s’inserisce il calo di Piazza Affari, che arriva dopo tre sedute consecutive in rialzo. A zavorrare il listino c’è, fra gli altri, Unicredit, -3,87%. La banca guidata da Jean Pierre Mustier, ha presentato una trimestrale di tutto rispetto. Nel periodo aprile-giugno infatti è riuscita a tornare in utile, anche se il bilancio del semestre resta pesantemente negativo. Secondo alcuni osservatori la ragione del calo va ricercata nel fatto che l’ad continua a ribadire che non intende partecipare ad alcun Risiko bancario ed esclude operazioni straordinarie all’orizzonte. Secondo un trader, sentito da Reuters invece, a fare scendere le azioni “non sono tanto i risultati quanto le nuove indiscrezioni di stampa che danno la banca come candidata a rilevare Mps”. Per quanto riguarda la banca senese il conto del secondo trimestre è assai amaro, visto che registra una perdita choc di 845 milioni che spazza via le stime degli analisti, molto più ottimistiche.

A pesare sarebbe la decisione di svalutare le attività per imposte anticipate (dta) per 476 milioni in virtù dell’aggiornamento delle stime interne pluriennali (2020-2024) dei valori economici e patrimoniali per tenere conto dello scenario macro dopo la pandemia. Monte Paschi, che fino alla divulgazione dei dati trimestrali era in netto progresso, dopo qualche sbandamento chiude in rialzo dello 0,78%. Secondo Il Sole 24 Ore, Siena sarebbe al lavoro per emettere un bond subordinato da 2-300 milioni sottoscritto dal Mef per ‘tamponare’ le richieste Bce e permettere cosi’ il via libera alla vendita di 8,1 miliardi di crediti deteriorati ad Amco.

Banche protagoniste nel bene e nel male. Regina del Ftse Mib infatti è Bper, +2,17%, rientrata ieri nel paniere principale. La banca modenese ha chiuso il primo semestre la semestrale con un utile netto in progresso del 4,2% a 104,7 milioni, ma ha rivisto al ribasso i target del piano industriale al 2021 alla luce del peggioramento del quadro macroeconomico per l’impatto del Covid-19.

I pochi titoli positivi sono quasi tutti finanziari: Banca Mediolanum +1,55%; Unipol +0,91. I conti del secondo trimestre affossano Tenaris -4,95% e Pirelli -4,76%. Torna la debolezza sui titoli petroliferi: Saipem -3,16%; Eni -1,9%. Fuori dal paniere principale compie un balzo Creval, +4,73%, dopo l’annuncio della semestrale superiore alle attese e la cessione di un pacchetto di Npl. Giù la Roma, -3,95%, con l’annuncio del passaggio di proprietà.

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