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Wall Street fa 3 record e contagia l’Europa, ma Btp e Oat sotto pressione

Triplo record per la Borsa americana che contagia anche i listini europei, sospinti dai titoli industriali e dal miglioramento della congiuntura – Ma i rischi politici di Francia e Italia tengono in fibrillazione i titoli di Stato – Mondadori stellare, Il Sole 24 Ore in stallo sulla ricapitalizzazione – Le commissioni tradiscono Banca Mediolanum

La festa continua. La riapertura di Wall Street ha ricacciato indietro, almeno per ora, i fantasmi della crisi politica che minaccia da vicino alcuni Paesi chiave dell’Eurozona, a partire da Francia ed Italia. Al centro della scena è tornata la ripresa economica che ha preso velocità anche in Europa. Sale anche il petrolio che così raggiunge le altre materie prime, rame e ferro in testa, da settimane in rialzo grazie ai rinnovati acquisti cinesi.

La miscela ha prodotto: 1) triplice record per Wall Street con S&P500, Dow Jones e Nasdaq che hanno aggiornano, per l’ennesima volta, i record storici. 2) Gli indici più rappresentativi delle Borse europee, Euro Stoxx 600 e Europe Stoxx 600, si sono spinti sui massimi da dicembre 2015.

Certo, malgrado la distensione, continua a pesare l’incertezza del quadro politico con la crisi del Pd e l’avanzata del Front National: gli ultimi sondaggi francesi vedono Marie Le Pen al 27 per cento, davanti a François Fillon al 20 e a Emmanuel Macron sceso al 17, mentre l’unione a sinistra tra Hamon e Melanchon (ciascuno forte del 12) non sembra fattibile.

Ad incrinare l’ottimismo contribuisce infine il monito della Banca Mondiale: sotto la pressione del protezionismo comincia a calare il commercio mondiale.

DOLLARO IN ASCESA ASPETTANDO LE MINUTE DELLA FED

La corsa del Toro a Wall Street non conosce soste. Dall’elezione di Donald Trump, l’8 novembre scorso, l’indice Standard & Poo’s 500 è salito del 10%: un titolo su sei ha segnato il massimo storico. I tre listini principali hanno segnato ieri nuovi record: Dow Jones +0,47%, S&P 500 +0,43%, Nasdaq +0,27%.

Avanza ancora il dollaro nei confronti di euro e yen, anche se nel corso della seduta asiatica, stamane, c’è stata una correzione al ribasso. La moneta unica tratta a 1,0549 dopo aver toccato un minimo contro il dollaro a1,0531.

Cresce l’attesa per la pubblicazione stasera dei verbali dell’ultima riunione della Fed di pari passo con le aspettative di un intervento restrittivo della banca centrale già nel meeting del 14/15 marzo, rafforzate dalle dichiarazioni di Loretta Mester, presidente della Fed di Cleveland, che ha dichiarato che si sentirebbe “a proprio agio” ad alzare i tassi in questo momento, e di Patrick Harker, della Fed di Filadelfia, che ha ribadito che un intervento restrittivo a marzo è tra le ipotesi sul tavolo.

VOLA WAL-MART, ASIA AVANTI PIANO

A guidare il rally sono stati ieri i titoli della grande distribuzione. Il titolo Wal-Mart è salito del 3,3%: dal bilancio emergono i progressi dello sbarco nell’e-commerce (+31% le vendite) del colosso del commercio tradizionale.

Home Depot guadagna il 2%. La società leader nel segmento del fai da te per la casa ha registrato nel quarto trimestre fiscale 2016 vendite superiori alle attese e ha alzato il dividendo da 69 a 89 centesimi per azione. Il gruppo ha inoltre annunciato un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie da 15 miliardi di dollari.

Anche Macy’s ha battuto le attese: il titolo sale di quasi il 3%. Utile trimestrale di 475 milioni ovvero 1,54 dollari per azione. Il dato adjusted sale a 2,02 dollari. Il consenso si aspettava 1,97 dollari. Sotto le attese invece i ricavi, pari a 8,52 miliardi contro stime di consenso per 8,58 miliardi.

Nel resto del listino da segnalare il boom della catena di fast food Popeyes Louisiana (+19%) dopo la vendita a Burger King. Sale l’Asia, ma la frenata finale del dollaro riduce la spinta di Tokyo (+0,1%). In buon rialzo Hong Kong (+0,8%).

SALE IL PETROLIO, ENI SUPERSTAR. OGGI I CONTI DI TENARIS

Si rafforzano i prezzi del petrolio: Brent a 56,66 dollari al barile (57.31 il massimo della seduta). Il segretario dell’Opec Mohamed Barkindo, si è detto convinto che il rispetto dell’accordo del Cartello sul taglio alla produzione di greggio, oggi al 90%, presto salirà al 100%. Barkindo ha annunciato un prossimo incontro con i produttori Usa di shale oil. “Non vediamo gli Stati Uniti come una minaccia – ha dichiarato – vi è una comune intesa che ciò che è bene per l’Opec è un bene per gli Stati Uniti”.

Il settore energia è stato uno dei grandi protagonisti della società di Piazza Affari. Un grande evidenza Eni che, con un guadagno del 2,3%, ha trascinato al rialzo l’indice. Bene anche Tenaris (+2,9%) alla vigilia dei conti. Meno entusiasmo per Saipem (+0,6%).

L’ECONOMIA EUROPEA TIRA. OGGI IL PRIMO VERDETTO UE SULL’ITALIA

L’azionario europeo ha brindato ai record di Wall Street che hanno consolidato i rialzi seguiti alla pubblicazione dei Pmi. 

A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso a 19.044 punti, in rialzo dello 0,34%, seguito da Parigi (+0,43%), Francoforte (+1,14%) e Madrid (+0,32%). Debole, al contrario, Londra (-0,24%).

La crescita del settore manifatturiero ha accelerato a sorpresa nella zona euro, portandosi ai massimi di sei anni a febbraio, e la creazione di nuovi posti di lavoro ha toccato i massimi da agosto 2007, spinta da una domanda robusta e da ottimismo per il futuro. L’indice composito per la zona euro, considerato un buon indicatore di crescita, è salito decisamente a 56, il livello più alto da aprile 2011. Il Pmi manifatturiero flash della regione è salito a 55,5 da 55,2 di gennaio, il livello più alto da aprile 2011.

Oggi uscirà il rapporto della Commissione Ue sul debito pubblico italiano. Scontata la bocciatura, ma Pier Carlo Padoan è pronto a correre ai ripari. “L’Italia si è impegnata a fare la correzione, confermo che si farà e questo toglierà ogni dubbio circa la coerenza dell’Italia con le regole”, ha detto Padoan al termine dell’Ecofin.

BTP E OAT SOTTO PRESSIONE. IN ARRIVO SEI MILIARDI DI BOT

Prevalgono nel mercato obbligazionario i timori di natura politica: lo spread Italia-Germania si è riportato sopra quota 190.

Marcato anche l’ampliamento della forbice sul tratto a 2 anni, che si porta a 97 punti base dai 90 della chiusura di ieri, da 87 della chiusura di venerdì 17 e 80 di venerdì 10. Il rendimento del Btp decennale è stabile al 2,21.

Lo spread Francia/Germania oscilla intorno a 77 punti base, da 79 punti base di stamattina, massimo dal 2012. Il decennale transalpino ha chiuso a 1,087£.

Nel frattempo il rendimento del Bund tedesco a 2 anni si mantiene a poca distanza dal minimo storico di -0,85%. Il decennale passa di mano a 0,32%. Sono invece in rally i titoli di Stato greci. Il rendimento del governativo a due anni scende di 112 punti base a 7,5%, ieri mattina era al 9,50%. Il rendimento del decennale scende di nuovo sotto il 6,98%, -30 punti base.

Venerdì 24 febbraio, il ministero dell’Economia offrirà Bot semestrali per 6 miliardi di euro, a fronte di un ammontare di pari entità in scadenza.

LE COMMISSIONI TRADISCONO MEDIOLANUM

Da segnalare nel comparto finanziario l’improvviso e violento calo di Banca Mediolanum (-6,7%) che ha trascinato al ribasso anche Azimut (-3%) e Anima (-2,8%).

Gli investitori hanno reagito con vendite in massa dopo che l’Ad Massimo Doris ha fornito nella conference call indicazioni sotto le attese sulle prospettive per il 2018 quando dovrebbe partire il nuovo calcolo delle commissioni di performance su base annuale. L’istituto ha chiuso il 2016 con un utile netto in discesa del 10% a 393,5 milioni di euro, comunque superiore alle aspettative del consenso.

Banche ancora in discesa. Unicredit , che domani chiuderà l’aumento di capitale, perde l’1,4, Banco Bpm -3,14%, Ubi -1%: Fitch ha tagliato il rating a BBB-. Intesa -0,1%: il cda non ha affrontato il dossier Generali (-0,20%). Tornando alle banche, fuori dal paniere principale, Carige -3,34%, Credito Valtellinese-2,98% e Credito Emiliano-2,95%.

INDUSTRIA SUPERSTAR: VOLANO BREMBO, RECORDATI E FERRAGAMO

Rialzi diffusi nel settore industriale. Avanza l’automotive, in linea con il comparto europeo (+1,29%), mentre s’avvicina l’accordo tra Psa e Gm su Opel. Sale la scuderia Exor (+0,15%): Fiat Chrysler +0,19%, Cbh Industrial +0,97% Ferrari -1,06%. Tra le mid cap, Sogefi +2,45% e Carraro+1,59%.Nuovo record per Brembo (+2%): gli analisti di Kepler hanno confermato il Buy, alzando il target price a 69 euro da 63 euro. Per il resto, in denaro Buzzi (+2,58%) e Stmicroelectronics (+1,25%).

Lusso in fermento mentre prende il via la settimana della moda . Secondo gli analisti di Bryan Garnier & Co, “la sorpresa principale che è emersa dai risultati del settore è stato il recupero delle vendite molto forte nel quarto trimestre (+5% in media), con il momentum positivo delle vendite che continuerà nel primo semestre del 2017”. La casa d’affari ha quindi confermato il buy su Ferragamo (+1,22%) e Moncler (-0,06%) mentre su Tod’s (-1,65%) il rating è rimasto sell. Nuovo primato assoluto anche per Recordati (+1,7%).

MONDADORI STELLARE: +205% DA GENNAIO. SOLE 24 ORE IN STALLO

Grande giornata per Mondadori: +10,82% a 1,4580 euro. Da inizio gennaio il rialzo è del 205%. Il gruppo editoriale punta nel 2019 a raggiungere, a parità di dimensioni, ricavi di oltre 1,3 miliardi di euro, un Ebitda rettificato di circa 115 milioni di euro, un utile netto di 35 milioni di euro e una generazione di cassa ordinaria prossima ai 60 milioni di euro a fronte di una posizione finanziaria netta intorno a 155 milioni di euro che non include l’impatto di eventuali distribuzioni di dividendi. Il Consiglio di Amministrazione si riunirà nuovamente il 21 marzo per l’approvazione del progetto di bilancio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2016, “in occasione del quale, come di consueto, verranno comunicate le indicazioni sull’esercizio in corso.

Ben diverso il clima al Sole 24 Ore: -1%, a 0,3535 euro. La capitalizzazione di borsa è ridotta a circa 16 milioni di euro. Il gruppo editoriale ha approvato il Piano 2017-2020 che punta a riportare dal 2018 l’Ebitda in attivo di 19 milioni (nel 2020 di 45 milioni) . Ma ha preso tempo rinviando al prossimo Cda qualsiasi delibera su un eventuale aumento di capitale.

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