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Wall Street e le utilities danno ossigeno a Piazza Affari

La vittoria di Biden dà fiato a Wall street mente le utilities sorreggono la Borsa di Milano – Un’altra giornata di bufera, invece, per le banche con l’eccezione di Intesa e Ubi – Dopo la fiammata iniziale, si spegne Exor

Chiusura positiva per i listini europei, favoriti dal rimbalzo di Wall Street e dalle misure che si stanno mettendo in campo per sostenere l’economia.

Piazza Affari è in coda, ma guadagna in ogni caso lo 0,91%, e sfiora i 22mila punti portandosi a 21.946 punti base, mentre il paese ce la mette tutta per scacciare l’epidemia di Covid-19. A breve il governo dovrebbe varare un nuovo provvedimento per chiudere, in tutto il paese le scuole e per sospendere le manifestazioni e gli eventi fino al 15 marzo, nel tentativo di contenere il contagio.

Roma non è l’unica a essere preoccupata se oggi Il ministro tedesco della Salute Jens Spahn, al Bundestag, ha parlato apertamente di “pandemia globale”, definizione che, per ora, l’Oms non utilizza. Nel finale: Francoforte +1,1%; Parigi +1,33%; Madrid +1,09%; Londra +1,44%; Zurigo +1,78%.

Rialza la testa Wall Street, che parte in quarta, dopo le perdite di ieri, favorita, secondo alcuni operatori, dalla rimonta dell’ex vicepresidente Usa Joe Biden, nella corsa alla nomination democratica per la Casa Bianca. Biden piacerebbe ai mercati molto più del socialista democratico Bernie Sanders, quest’ultimo mal visto, per le sue posizioni, su banche e settore oil.

Il petrolio perde però progressivamente terreno in seduta, nonostante l’incremento delle scorte settimanali Usa risulti inferiore alle attese e in vista di tagli alla produzione che dovrebbero compensare la minor domanda. Brent -0,46%, 51,62 dollari al barile

L’oro è poco mosso e scambia intorno a 1643,30 dollari l’oncia.

Sul mercato valutario il dollaro è in ripresa, mentre il cambio dell’euro scivola a 1,1133. Dopo il blitz della vigilia della Federal Reserve, che ha tagliato i tassi d’interesse di 50 punti base, il biglietto verde si rianima forte di un clima economico che negli Usa si conferma positivo. A febbraio l’attività nel settore dei servizi si è portata ai massimi da un anno, mentre gli occupati del settore privato statunitense hanno visto un incremento di 183.000 unità, contro attese per 170.000 nuovi posti.

La ritrovata propensione al rischio non placa il rally dei titoli di Stato americani: il decennale rende meno dell’1%, quotazione che non si vedeva da un secolo e mezzo. Oggi anche la banca centrale del Canada ha tagliato i tassi di mezzo punto dall’1,75% all’1,25% nel tentativo di limitare l’impatto del coronavirus sull’economia. In un comunicato, l’istituto centrale ha detto che l’epidemia rappresenta uno shock negativo sia per l’economia canadese sia per quella mondiale. Sul fronte europeo il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ha detto che i ministri delle finanze della zona euro sono pronti a implementare misure di bilancio per sostenere la crescita nel blocco.

Il quadro globale riflette le “incertezze virali”, messe nero su bianco dal team Macro & Market Research di Generali Investments che ha ridotto a “neutrale” l’esposizione tattica verso l’azionario.

“Con la progressiva diffusione a livello globale di Covid-19  -scrive il team – ridefiniamo in maniera più prudente l’orientamento dei nostri portafogli, in precedenza cautamente pro-risk”. Ma in breve le cose potrebbero cambiare: “i mercati stanno già scontando l’aggravarsi dello scenario, ma potrebbero essere inclini a un rimbalzo una volta che le infezioni globali inizieranno a diminuire”. E si spera che questo accada presto, soprattutto per l’Italia, che anche oggi è stata costretta a fare i conti con innumerevoli incertezze.

Alla fine Piazza Affari ha chiuso in zona verde grazie soprattutto a titoli tradizionalmente difensivi come le utility. Sul listino principale una pioggia di acquisti si è riversata su Enel, +5,74%; Terna +4,54%; Snam +3,76%; A2a +3,56%; Italgas +3,3%; Hera +3,21%. Lievi progressi per Exor, +0,16%, che ha raggiunto l’accordo con Covea per cedere la propria controllata di riassicurazione Usa PartnerRe per 9 miliardi di dollari. Le vendite hanno penalizzato molti finanziari: Finecobank -5,18%; Banco Bpm -4,34%; Banca Generali -3,23%; Nexi -2,89%; Bper -2,59%; Unicredit -2,54%. In controtendenza Ubi +1,29% e Intesa +0,4%. Male la Juventus, -3,35%, con il campionato che sta pagando un prezzo alle misure per emergenza sanitaria.

Giù Amplifon, -4,21% dopo i conti. Leonardo -3,13%.

Seduta positiva per l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 165 punti base e il rendimento del Btp si ferma a 1,01%.

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