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Vuelta: tutti i big in prima fila ma non c’è ancora un padrone

A guidare la classifica dopo otto tappe è Valverde, ma Quintana, Contador, Froome e Rodriguez sono lì a pochi secondi di distacco – Finora una vittoria di tappa italiana con De Marchi, ma Aru resta brillantemente in corsa per la classifica mentre si avvicinano le grandi montagne.

Vuelta: tutti i big in prima fila ma non c’è ancora un padrone

I grandi della Vuelta sono tutti lì, dopo una settimana di corsa, racchiusi in una manciata di secondi. Maglia rossa è Alejandro Valverde, che l’aveva già indossata alla seconda tappa per poi cederla all’asutraliano Michael Mattews, già maglia rosa per alcuni giorni al Giro, prima di riconquistarla nella frazione di giovedì sull’ascesa alla Sierra Nevada. Frazione vinta dallo stesso campione spagnolo della Movistar precedendo in volata Froome e Contador con Quintana, suo coéquipier e primo favorito per la vittoria finale, staccato di una manciata di secondi. La classifica, alla partenza della nona tappa questa domenica che porterà i corridori al traguardo in salita di Aramon de Valdelinares, vede Valverde precedere  Quintana di 15″. Terzo è Contador a 18”, quarto Froome a 19″. Rodriguez è sesto a 45” seguito da Gesink a 45” e da Aru a 58”. Il corridore sardo ha fin qui corso coperto ma non ha mai perso le ruote dei migliori, restando sempre nel vivo della corsa. Un po’ più staccati sono Kelderman (nono a 1’06”) e Rigoberto Uran (14esimo a 1’18”). Con una classifica tanto corta è del tutto prematuro scoprire tra questi nomi il vincitore finale il 14 settembre a Santiago de Compostela. Meno complicato fare la lista di chi la Vuelta l’ha già persa: il più deludente di tutti, il primo a porsi fuori dei giochi, è il francese Thibaut Pinot, che dopo il terzo posto al Tour si era presentato alla partenza di Jerez de la Frontera con le credenziali di un possibile protagonista: dopo otto tappe è invece precipitato negli inferi della classifica a oltre 45 minuti da Valverde. Subito in difficoltà è andato anche Cadel Evans, che con quasi 9 di distacco minuti, correrà – sempre che non si ritiri prima ma non è nel suo carattere di combattente – per aiutare il compagno della Bmc, Samuel Sanchez, che è attualmente 12esimo a poco più di un minuto dai primato. Anche Ryder Hesjedal, malgrado il ritorno sotto i riflettori nella settima tappa di Alcaudete, secondo alle spalle di Alessandro De Marchi, splendido vincitore in solitario, è ormai distante dalla testa della classifica, denunciando sempre più la casualità del miracolo realizzato al Giro del 2012, quando il canadese soffiò la maglia rosa a Rodriguez nell’ultima frazione a cronometro di Milano.

Le prime otto tappe della Vuelta hanno confermato la Movistar come lo squadrone da battere. Partito con il vento in poppa grazie alla vittoria nella mini-crono a squadre di Jerez, con la maglia rossa per un giorno sulle spalle di Castroviejo, il team spagnolo, erede della gloriosa Banesto dei tempi di Indurain, ha giostrato alla perfezione i suoi due big, mandando all’attacco Valverde, più portato per temperamento all’avventura, facendo consumare il minore spreco di energie a Quintana, che resta il grande favorito della Vuelta contro cui Contador e Froome dovranno scontarsi sulle grandi montagne che stanno per arrivare dopo l’assaggio a La Zubia sulla Sierra Nevada che fa da sfondo all’Alhambra di Granada. Ma il Valverde visto in questi giorni, dato a 40 nelle scommesse Snai alla vigilia, lontanissimo dalle quote di Froome e Contador (ben sotto 3) e degli stessi  Rodriguez (a 9), Aru e Kelderman (entrambi a 25) fa sognare una bella vincita a chi l’ha scommesso all’inizio della Vuelta. Come sempre, nella Vuelta delle edizioni più recenti, saranno le montagne dalle pendenze asfissianti a decidere la partita. Anche se quest’anno non c’è l’Alto de l’ Angliru, la salita totem della corsa iberica, lo spettacolo non mancherà di certo. E sarà lì, sui picchi aspri e duri, che Valverde andrà testato. Quintana, il condor delle Ande, è una certezza. Ma anche Froome e Contador sembrano sulla strada di ritrovare quello smalto smarrito nelle cadute del Tour. Il britannico non perde occasione per incamerare secondi di vantaggio impegnandosi anche nei traguardi intermedi. Un indizio della sua determinazione per far sua la Vuelta, anche se continua a cadere (già due volte) per fortuna senza alcuna conseguenza. Contador, da parte sua, malgrado le dichiarazioni.di totale prudenza, è sempre stato nelle prime posizioni in ogni tappa e nelle salite fin qui affrontate la sua caratteristica pedalata en danseuse è sempre più convincente. Il Pistolero vuole esserci dopo settimane di grande sconforto. Quanto a Rodriguez, per completare il poker dei primi favoriti, non è ancora al massimo, sempre alla ricerca anche di una vittoria di tappa che manca da troppo tempo, ma Purito è pur sempre un osso duro da battere per chiunque voglia vincere questa Vuelta, che nella seconda settimana offre un week-end da brividi e di passione con l’arrivo in quota, nella 14esima tappa, a La Camperona, salita con pendenze che toccano il 24%. Il giorno successivo sarà la volta dello storico traguardo ai Lagos de Covadonga. Lassù, al termine della 15esima tappa, anche se mancheranno ancora altri picchi da superare, la classifica avrà contorni e distacchi più sensibili. Nell’attesa ci sarà ancora spazio per i velocisti con John Degenkolb e Nacer Bouhanni in gran spolvero, con due tappe vinte ciascuno, tra una nidiata di sprinter e finisseur non pervenuti, tre su tutti:Peter Sagan, Tom Boonen e Fabian Cancellara che come spesso capita stanno facendo la Vuelta pensando evidentemente al Mondiale di Ponferrada del 28 settembre.

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