Ryanair non è più il campione europeo dei voli low cost. Per la prima volta dalla sua fondazione, nel 1985, la compagnia irlandese ha perso il derby tutto britannico con l’inglese Easyjet, creata dieci anni dopo e, seppur ancora indietro sul fronte passeggeri, adesso in testa in quanto a profitti.
Mentre infatti Easyjet viaggia su un utile ante-imposte stimato fra i 560 e i 570 milioni di euro nel terzo trimestre (i risultati saranno comunicati il 19 novembre), il vettore delle pubblicità-scandalo contro l’Italia ha proprio oggi rivisto al ribasso le previsioni per l’esercizio 2013 (che si chiude il prossimo 31 marzo) a 500-520 milioni, contro i 570 inizialmente attesi.
La causa del ridimensionamento di Ryanair sta non tanto nel calo dei passeggeri e dei voli, dove gli irlandesi continuano a essere leader con 1.100 rotte tra Europa e Nordafrica (8 milioni di passeggeri a settembre, contro i 5,1 milioni di Easyjet), quanto nel calo dei prezzi, dovuto appunto alla sempre più agguerrita concorrenza. L’inverno scorso infatti Ryanair ha abbassato i suoi prezzi del 10% in media, aumentando solo dell’1% il profitto per posto passeggero nella stagione estiva, contro il +6% del rivale britannico.
Sembra dunque in declino la strategia della compagnia, che in Italia ha le basi principali a Orio al Serio (Bergamo), Pisa e Ciampino, basata da sempre sui prezzi altamente concorrenziali e meno sulla qualità del servizio, sul quale invece punta maggiormente Easyjet, impiantata in Italia a Malpensa, Linate e Fiumicino e adesso sempre più rivolta a una clientela business.
E il flop si riversa anche sulle performance in Borsa: oggi a Londra, dopo la notizia del ribasso delle previsioni, il titolo Ryanair è precipitato del 12%, come era già accaduto due mesi fa in una situazione analoga. Dal 1° gennaio, le azioni irlandesi hanno guadagnato il 14,43%, con trend negativo nelle ultime settimane, mentre i rivali di Easyjet registrano un +62,51% nello stesso periodo.
