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Vivendi-Tim, si lavora sul controllo. Gentiloni: “Su Sparkle pronti a golden power”

Il nodo per notificare il controllo del gruppo francese su Tim è quello dei termini, che sarebbero in teoria scaduti il 7 agosto – I tecnici di Vivendi sono al lavoro con Palazzo Chigi, ma intanto è intervenuto anche il premier Gentiloni, che il 27 settembre a Lione vedrà Macron per parlare di questo (e di Fincantieri).

Entra nel vivo la vicenda Vivendi-Telecom, e sul caso irrompe direttamente il Governo italiano. E’ infatti intervenuto in persona il premier Paolo Gentiloni, dicendo che “il governo è pronto a far scattare il golden power sulla rete Sparkle, per tutelare gli interessi di Tim”. Così i tecnici del gruppo francese sono al lavoro con quelli di Palazzo Chigi per trovare una soluzione che porti alla presentazione della notifica da parte della media company francese riguardo all’influenza su Tim, ma intanto Gentiloni ha fatto chiaramente sapere – durante un’audizione al Copasir – che “Sparkle è strategica” e di voler esercitare la formula per bloccare o imporre condizioni su operazioni che toccano gli interessi strategici dell’Italia.

Il comitato per il golden power presso la Presidenza del Consiglio sta verificando se il gruppo francese, padrone del 23,9% di Telecom, esercita il controllo della società che possiede attività sensibili come la rete nazionale e quella di Sparkle. Se il controllo fosse accertato il governo potrebbe sanzionare Vivendi per non aver comunicato preventivamente di aver rilevato il controllo di fatto e decidere appunto se utilizzare i poteri legati al golden power. La presentazione della notifica doveva infatti essere fatta entro il 7 agosto, e ora dovrebbe tra l’altro essere preceduta da una riapertura dei termini per tale procedura, che inizialmente scadevano più di un mese fa e poi sono stati prorogati. Nessun commento per ora da Vivendi: pur restano del parere che la notifica non sia necessaria il gruppo francese sarebbe intenzionato a procedere in tal senso per sciogliere almeno questa parte della complessa partita italiana, in cui tra l’altro rischia una salatissima multa. Ma Gentiloni ha giocato d’anticipo.

Difficilmente dunque Vivendi riuscirà a scongiurare il rischio di pesanti sanzioni. E il gruppo presieduto da Vincent Bolloré, che è stato già chiamato in causa da Fininvest e Mediaset per il mancato acquisto di Mediaset Premium e ha avuto una richiesta di risarcimento danni da 3 miliardi, non può permettersi anche 300 milioni di multa da parte del governo italiano.

La partita del resto è ampia e articolata e va ben oltre la notifica e si gioca anche sugli asset strategici del gruppo telefonico. La
questione Vivendi-Tim include il dossier Mediaset e si svolge in uno scenario politico reso piu’ delicato dalle vicende di Fincantieri-Stx. Un fronte su cui si stanno facendo passi avanti a giudicare dalle ultime dichiarazioni di Parigi e Roma, dopo l’incontro tra Padoan, Le Maire e Calenda: la schiarita potrebbe significare rinsaldamento dei rapporti Italia-Francia e dunque un buon viatico anche per Vivendi-Tim.

I riflettori adesso si puntano sul prossimo incontro del presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni e di quello francese, Emanuel Macron che si vedranno a Lione il 27 settembre. Intanto giovedì per il gruppo francese c’e’ un altro appuntamento importante: si riunisce il consiglio dell’Agcom per discutere del piano presentato da Vivendi per ottemperare alla delibera dell’Autorita’ che impone di scendere nelle quote nelle controllate Mediaset o Tim.

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