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Vienna pronta a concedere 350 milioni alla Carinzia ma il rischio default resta

Il governo centrale austriaco concede 350 milioni di euro di prestiti alla Carinzia che deve garantire oltre 10 miliardi di debito della bad bank che ha ereditato le perdite della Hypo Alpe Adria lasciate dall’ex governatore Haider – La Carinzia spera di anticipare il bail-in europeo ma arriva la tegola bavarese e il rischio di default rimane

Una nuovo capitolo si è aggiunto alla tormentata saga della liquidazione della banca austriaca Hypo Alpe Adria. Il governo austriaco ha deciso di fornire a tambur battente 350 milioni di euro di finanziamenti di emergenza alla regione della Carinzia in modo che possa pagare gli stipendi dei suoi dipendenti. Lo ha reso noto il ministro delle Finanze austriaco Joerg Schelling.

“L’accordo è fatto. Io aspetto il via libera dalla Carinzia”, ha detto Schelling ai media a Vienna secondo l’agenzia Reuters. La Carinzia, che confina con il Friuli Venezia Giulia, è in profonda crisi di liquidità a giugno, a meno che il governo federale viennese fornisca al Land un salvagente finanziario. La regione meridionale austriaca, che è impegnata in un piano di riduzione dei costi e di austerità, è il garante di oltre 10 miliardi di euro di debito detenuti dalla Heta Asset Resolution, la ‘bad bank’ che ha ereditato le perdite della banca Hypo Alpe Adria oggi in liquidazione. Una parte delle ex filiali della Hypo Alpe Adria nei Balcani sono state acquisite a suo tempo dalla Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo dei paesi ex comunisti.

L’agenzia sui mercati finanziari austriaca, Fma, ha preso il controllo di Heta a marzo scorso e ha congelato i rimborsi del debito fino a maggio 2016 creando non pochi risentimenti tra i creditori internazionali che temono un piano che preveda delle perdite sul capitale nominale dei bond in una percentuale che non è stata ancora resa nota.

Il governatore della Carinzia Peter Kaiser ha fatto presente a Vienna che la sua piccola regione non può assolutamente farsi carico da sola di risolvere la grave crisi finanziaria ma il governo austriaco tergiversa sperando di usare in anticipo rispetto alla scadenza del 2016 le nuove regole bancarie europee di risoluzione con il bail-in, cioè con la partecipazione alle perdite dei creditori tra cui i detentori di obbligazioni e non solo con il bail-out, ossia con il salvataggio dello stato e dei soldi dei contribuenti. I debiti lasciati dall’ex banca del governatore carinziano Joerg Haider, morto qualche anno fa in un incidente notturno d’auto a Klangefurt, capitale della Carinzia, è molto onerosa: nel mese di febbraio erano emersi debiti in scadenza per 7,6 miliardi di euro che si aggiungevano ai 5,5 miliardi già messi sul piatto dal governo austriaco nel salvataggio di Hypo Alpe Adria.

Poi il 10 maggio scorso si è aggiunta una nuova pesante bolletta da pagare di 2,6 miliardi, in conseguenza di una sentenza emessa dal tribunale di Monaco di Baviera, che ha condannato Heta Asset Resolution, in quanto subentrante a Hypo, al pagamento in via solidale. Vienna ha presentato ricorso contro la decisione contestando che la magistratura tedesca avrebbe qualificato come crediti in realtà una partecipazione azionaria della Bayern Lb, banca dello stato della Baviera. Ma il timore delle autorità austriache è che la sentenza bavarese sia solo l’inizio e che fiocchino i ricorsi giudiziari, soprattutto da parte di investitori tedeschi, provocando una valanga dagli esiti imprevedibili anche sul rating sovrano del Paese alpino.

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