Condividi

Via D’Amelio, Mattarella: “La Repubblica si inchina in memoria di Borsellino”. Meloni a Palermo con coda di polemiche

Nel 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio il capo dello stato ricorda il giudice ucciso dalla mafia: “Lui e Falcone hanno dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta”. Meloni: “La lotta alla mafia è parte di noi”

Via D’Amelio, Mattarella: “La Repubblica si inchina in memoria di Borsellino”. Meloni a Palermo con coda di polemiche

La Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino”. Queste le parole pronunciate dal presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, nel giorno del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.

Il ricordo del Capo dello Stato 

Attraverso una dichiarazione il Capo dello Stato sottolinea che “quel barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia, colpì l’intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile”. “Il nome di Paolo Borsellino, infatti, al pari di quello di Giovanni Falcone – aggiunge Mattarella – mantiene inalterabile forza di richiamo ed è legato ai successi investigativi e processuali che misero allo scoperto per la prima volta l’organizzazione mafiosa e ancor di più è connesso al moto di dignità con cui la comunità nazionale reagì per liberare il Paese dal giogo oppressivo delle mafie. Borsellino e Falcone avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta“. 

“Il loro esempio ci invita a vincere l’indifferenza, a combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità, a costruire solidarietà e cultura dove invece le mafie puntano a instillare paura. In questo anniversario, desidero rinnovare i sentimenti di cordoglio e vicinanza ai familiari di Paolo Borsellino e degli altri servitori dello Stato che pagarono con la vita la difesa della nostra libertà”, ha concluso Mattarella

Meloni a Palermo: “La strage di via D’Amelio è una ferita ancora aperta”

A Palermo è presente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che partecipa alla commemorazione ufficiale, ma non alla tradizionale fiaccolata organizzata ogni anno dalla destra in via D’Amelio in programma per stasera. Meloni ha visitato la caserma Lungaro, a Palermo, da cui uscirono gli equipaggi di scorta al giudice Borsellino il 19 luglio 1992, la Prefettura di Palermo, dove  presiederà il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Ha fatto visita alle chiese di San Domenico e di Santa Maria del Gesù dove sono sepolti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e ha incontrato Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso il 23 maggio del ‘92, e Manfredi Borsellino, poliziotto e figlio di Paolo. 

In un post pubblicato su Facebook, la Premier ha scritto che “La strage di via D’Amelio, dove Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta vennero uccisi dalla mafia, è stato il motivo per il quale ho iniziato a fare politica. La data del 19 luglio 1992 rappresenta una ferita ancora aperta per chi crede in un’Italia giusta”. “Paolo sfidò il sistema mafioso senza mai temere la morte, insegnandoci a non restare a guardare – ha aggiunto – e a non voltarci mai dall’altra parte. Il suo coraggio e la sua integrità sono doni che ci ha lasciato e che tanti giovani hanno deciso di raccogliere per affermare due valori imprescindibili: la legalità e la giustizia”.

Anche Schlein a Palermo: “Onorare la memoria di chi non c’è più con i fatti”

Nel pomeriggio un altro corteo organizzato dalle Agende rosse di Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato, arriverà in via D’Amelio. Sarà anche la segreteria del Partito democratico Elly Schlein. Nel luogo dell’attentato, la segretaria Dem troverà anche i manifestanti del corteo promosso dalla Cgil e da altre associazioni e movimenti di sinistra con lo slogan ‘Basta Stato-mafia’. 

 “Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina. Trentuno anni dopo la strage di via D’Amelio continuiamo a chiedere verità e giustizia per loro e per tutte le vittime della mafia e i loro familiari. Perché il ricordo non può essere altro che questo: onorare la memoria di chi non c’è più con i fatti, con il nostro impegno quotidiano nel contrastare la criminalità organizzata e le sue infiltrazioni nella società, nell’economia legale, nella politica”. ha detto Schlein. 

“Una battaglia che non passa soltanto dall’innalzare i presidi di legalità, ma che è anzitutto culturale e deve partire dall’educazione, dalle scuole – ha aggiunto – Dalla lotta per la giustizia sociale, che sottrae terreno alla ricattabilità su cui scommettono le mafie”.

Renzi, Conte, Metsola: la politica ricorda Borsellino e la sua scorta

“Sono passati trentuno anni. Eppure gli ideali di Paolo Borsellino e degli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, morti con lui in via D’Amelio, rimangono impressi nei cuori soprattutto della nostra generazione. La memoria di Borsellino è stata oltraggiata da depistaggi, strumentalizzazioni, vigliaccherie. Ma la sua levatura morale e civile rimane uno degli esempi più belli, sopratutto per i più giovani”, ha scritto su Twitter il leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

La visita di Meloni a Palermo è accompagnata da una coda di polemiche dopo la proposta del Guardasigilli Nordio di rivedere il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Una proposta dalla quale Meloni, va riconosciuto, ha preso le distanze. “Le parole di Paolo Borsellino, in questo tragico anniversario, risuonano forti nelle coscienze. Sono parole che cadono purtroppo nel vuoto in alcune sedi istituzionali. Quelle di chi opera per indebolire le armi dello Stato contro la mafia”. ha scritto su Facebook il presidente del M5S, Giuseppe Conte.

Anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola ha ricordato Borsellino nel 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio: “Non bisogna mai farsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che ti impedisce di andare avantì. Paolo Borsellino ha sacrificato tutto e hanno prevalso verità e giustizia. 31 anni dalla strage di via D’Amelio, onoriamo il suo coraggio che ci ispirerà per sempre”.

Commenta