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Vaccino: dopo 5 mesi efficacia cala al 39%. Serve terza dose

Con la terza dose, la protezione contro lo sviluppo di sintomi gravi risale al 93%. Per i non vaccinati il rischio di morte è 16 volte più alto dei vaccinati con il booster

Vaccino: dopo 5 mesi efficacia cala al 39%. Serve terza dose

Dopo 5 mesi, la protezione del vaccino anti Covid cala dal 74% al 39% per tutte le fasce d’età. Lo riferisce l’Istituto superiore di Sanità (con i dati aggiornati al 7 dicembre), precisando che con la terza dose la protezione contro lo sviluppo di sintomi gravi risale al 93%. Invece, rimane alta la copertura del vaccino nel prevenire le ospedalizzazioni (88,7%), i ricoveri in terapia intensiva (93,5%) e i decessi (89,2%). I dati dell’Iss sono riferiti all’efficacia nel prevenire la malattia sia sintomatica sia asintomatica.

Inoltre, il report evidenza che il rischio di decesso per i non vaccinati è 16,6 volte superiore rispetto a chi ha avuto la terza dose del vaccino. E che nei non vaccinati, il rischio di morte è di 11,1 volte superiore rispetto ai vaccinati con due dosi entro 5 mesi e di 6,9 volte maggiore rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre 5 mesi.

A livello europeo, nel periodo 22 novembre-5 dicembre, l’incidenza dei casi cresce rapidamente, mentre il tasso di mortalità continua ad aumentare ma più lentamente. Attualmente l’incidenza più elevata si osserva nella popolazione under 50, ma sta crescendo molto velocemente anche nelle fasce d’età più avanzate. Nonostante i Paesi in cui la campagna vaccinale fatica a ingranare siano quelli “più severamente colpiti”, cresce la preoccupazione anche nei Paesi con coperture vaccinali più elevate: la variante Omicron viene rilevata in un numero sempre maggiore di paesi dell’Ue, “alcuni dei quali ora segnalano la trasmissione comunitaria. Il sequenziamento rimane mirato nella maggior parte dei paesi”.

Per quanto riguarda l’andamento epidemiologico in Italia, l’Iss evidenzia che, nel medesimo periodo, si è osservato un aumento dell’incidenza settimanale in tutte le fasce d’età, ma dalla seconda metà di ottobre soprattutto nella fascia 0-19 anni: sono 48.503 nuovi casi di Covid, di cui 167 ospedalizzati e due ricoverati in terapia intensiva in sette giorni. Nei bambini da 0 a 9 anni l’incidenza ha raggiunto nell’ultima settimana “valori superiori a 250 casi per 100mila abitanti”, indica l’Iss, precisando che” il dato è “ancora da consolidare”.

Intanto, da mercoledì 16 dicembre partono le somministrazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Il via libera al vaccino Pfizer è arrivato il 1° dicembre dalla Commissione Tecnico Scientifica (Cts) di Aifa, che ha accolto l’esito positivo espresso dall’Ema, l’Agenzia Europea dei Medicinali.

Secondo i dati del ministero della Salute, l’11 dicembre, in Italia si sono registrati 21.042 casi positivi, su oltre 500mila i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus. Picco dal 3 aprile scorso, quando i casi erano stati 21.261. Sono invece 96 le vittime e il tasso di positività sale al 3,7%, (in aumento rispetto al 2,86% del giorno precedente). I pazienti in terapia intensiva sono 818, mentre i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari salgono a 6.539.

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