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Unipol vara bad bank e vola in Borsa

Il gruppo assicurativo-bancario ha annunciato il riassetto del proprio comparto bancario (Unipol Banca) con la creazione di una bad bank in cui confluiranno 3 miliardi di sofferenze. L’Ad Carlo Cimbri: “Per il gruppo l’impatto delle operazioni annunciate sarà nullo”. Confermati i target del piano industriale

Unipol vara bad bank e vola in Borsa

Il gruppo Unipol ha varato, l’annuncio è stato dato venerdì mattina prima dell’apertura della Borsa, un riassetto del comparto bancario (Unipol Banca), creando una bad bank alla quale saranno conferiti 3 miliardi di sofferenze bancarie. L’esecuzione del progetto, in base al comunicato del Consiglio d’amministrazione, è prevista entro il primo trimestre del 2018. Il mercato ha salutato con entusiasmo la riorganizzazione: il titolo Unipol alle 9,44 è in rialzo del 4% a 3,89 euro e guida il Ftse Mib, mentre UnipolSai è in calo dell’1,97% a 1,944 euro. Il progetto mira anche alla definitiva razionalizzazione del comparto assicurativo del Gruppo Unipol, attraverso la cessione ad UnipolSai Assicurazioni di alcune partecipazioni. Nel dettaglio, si legge in una nota, Unipol cederà a Unipolsai il 98,53% di Unisalute per un corrispettivo di 715 milioni di euro e il 100% di Compagnia Assicuratrice Linear, per 160 milioni di euro. Nell’ambito del progetto è previsto che, “qualora ne ricorrano le condizioni e i presupposti”, anche la partecipazione di controllo, pari al 63,39% del capitale sociale, detenuta da Unipol in Arca Vita possa essere trasferita nei prossimi mesi a UnipolSai.

La creazione della bad bank avverrà mediante scissione, e conseguente creazione di una newco partecipata dagli stessi soci di Unipol Banca, “di un compendio aziendale comprensivo di un portafoglio crediti in sofferenza della Banca per un ammontare di circa 3 miliardi di euro, previo adeguamento del valore degli stessi , secondo le condizioni attualmente prevalenti sul mercato in operazioni di dismissione (valore, al momento, stimabile in circa 20 centesimi), e rafforzamento del tasso medio di copertura delle inadempienze probabili, che rimarranno all’interno di Unipol Banca, ai migliori livelli del sistema bancario, al momento stimabile pari a circa il 40%”, afferma la nota del gruppo.

Nel Piano verranno coinvolte anche le altre società del Gruppo interessate alla sua realizzazione, Unipol Banca e UnipolSai, per le valutazioni e determinazioni di loro competenza. Unipol, dopo il riassetto, controllerà il 70% di Unipolsai, la bad bank con 3 miliardi di sofferenze e la banca in bonis “per la quale valuteremo le migliori opzioni strategiche”. Così ha dichiarato il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, durante la conference call per spiegare il riassetto appena deciso. La banca avrà un Core Tier 1 attorno al 10%, il che, ha spiegato Cimbri, significa un capitale attorno a 600 milioni.

“I dividendi verranno valutati dal cda, ad ogni modo le operazioni annunciate oggi non avranno impatto sui conti”, ha dichiarato il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, durante la conferenza stampa. “Per Unipol gruppo il combinato dell’operazione avrà un impatto marginale sui conti di fine anno”, ha spiegato il manager, sottolineando che per Unipol “le due operazioni si compensano: da una parte la società recepirà le valutazioni conseguenti agli accantonamenti per la banca, per poco meno di un miliardo, che avranno effetti sul conto economico per circa 700 milioni di perdita netta; perdita compensata dal plusvalore della cessione delle partecipazioni nei rami vita che passano a Unipolsai“. L’ad ha confermato anche i target previsto dal piano industriale. Tra l’altro, ha dichiarato Cimbri, “essendo le società, che passano a Unipolsai, state create come start up, in bilancio hanno valori di carico modesti rispetto agli attuali valori di mercato”. Insomma, ha ribadito più volte, per il gruppo Unipol le cose rimangono invariate, “a livello civilistico nulla cambia”. Quanto ad Arca, “vorremmo prolungare gli accordi di bancassurance di Arca, siglati con il gruppo Bper e Popolare Sondrio”, ha spiegato Carlo Cimbri agli analisti. L’accordo ha una scadenza naturale fissata nel 2019. “Se ci sarà una prospettiva di lungo periodo dell’accordo rispetto alla scadenza naturale nel 2019 – ha aggiunto il manager – avrà senso valutare il riassetto”, con il passaggio della joint venture a Unipolsai da Unipol. “Se l’accordo invece non sarà rinnovato – ha spiegato ancora – ha poco senso un trasferimento della partecipazione della bancassurance per poco più di un anno”. Cimbri ha comunque più volte detto che la volontà del gruppo assicurativo è di “prolungare gli accordi di bancassurance”. Infine il manager ha detto di ausipcare “ci siano le condizioni per il riassetto del comparto bancassicurativo”.

Il Piano per la bad bank prevede la separazione delle sofferenze della Banca in una realtà distinta e specializzata nel recupero di tali posizioni. La stima preliminare degli impatti complessivi delle operazioni richiamate nel comunicato comporterebbe, alla data del 31 dicembre 2017, sulla base delle informazioni attualmente disponibili, un presumibile effetto negativo sul risultato consolidato di Unipol pari a circa 780 milioni di euro, che sul piano del risultato civilistico verrebbero a compensarsi con le plusvalenze derivanti dalla cessione di Linear e Unisalute, lasciando sostanzialmente inalterate le prospettive reddituali di Unipol per il corrente esercizio

Per quanto concerne i potenziali effetti sui ratios patrimoniali, al momento si stima una riduzione di circa 10 punti percentuali sul Solvency II ratio consolidato e di circa l’1% in termini di CET1 Capital ratio del Gruppo Bancario.

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