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Unicredit torna all’utile e alla cedola (triplicata) ma annuncia la revisione dei target del piano

Piazza Cordusio chiude il 2012 con il ritorno all’utile e al dividendo – Cedola a 9 centesimi dai 3 del 2010 – Ma annuncia la revisione dei target per l’eccezionale difficoltà del contesto economico – Gli accantonamenti sui crediti aumentano del 67,7% – Ghizzoni: “Fiducia nelle capacità di creare valore per gli azionisti. Oggi più forti di un anno fa”

Unicredit torna all’utile e alla cedola (triplicata) ma annuncia la revisione dei target del piano

Unicredit torna all’utile, rivede la cedola (aumentata) ma delude le attese sui risultati e preannuncia una revisione dei target finanziari del piano industriale. Il titolo va in altalena: in attesa dei conti corre fino a sopra l’1%, poi ritraccia e crolla in territorio negativo dell’1,7% per chiudere infine con un rialzo frazionale a +0,58%.

ACCANTONAMENTI SUI CREDITI IN AUMENTO DEL 67,7%

A Piazza Cordusio si chiude un 2012 di grande pulizia dei bilanci
, così come per altre banche a partire da Intesa, segnato dall’aumento della copertura dei crediti deteriorati al 44,8% a dicembre 2012 dal 42,7% a settembre 2012. Nella sola Italia la copertura è al 43,4%. Un aumento, che sottolinea il ceo Federico Ghizzoni, “è stato quasi interamente una decisione del management e non è derivata da specifiche richieste di Bankitalia” che, dopo aver analizzato un campione del nostro portafoglio, “ha richiesto un incremento molto marginale”. Gli accantonamenti sui crediti hanno pesato per ben 9,6 miliardi di euro (+67,7% sul 2011), 4,3 miliardi nel solo quarto trimestre. Il tutto a fronte di ricavi stabili ( a 25 miliardi, +0,1% annuo) ma quasi in linea con il consensus che aveva posto l’asticella leggermente più in alto, a 25,6 miliardi. La frenata è arrivata nel quarto trimestre quando i ricavi si sono attestati a 5,7 miliardi (-5,6% sullo stesso periodo del 2011) rispetto a 6,07 miliardi attesi. In Italia i ricavi 2012 sono saliti del 2,4% sul 2011 a 10,115 mld euro, i costi operativi sono scesi a 5,515 mld (-7,1% sul 2011) e il margine operativo lordo è cresciuto a 4,6 miliardi (+16,7%). Tuttavia gli accantonamenti sono saliti del 76,7%  a 6,997 miliardi e hanno comportato una perdita operativa netta di 2,397 miliardi. Il gruppo ha così chiuso l’esercizio con un utile di 865 milioni contro il rosso di 9,2miliardi del 2011, inferiore però alle attese del mercato che indicavano 1,24 miliardi. Nel solo quarto trimestre dell’anno scorso UniCredit ha accusato una perdita nettamente più alta delle aspettative degli analisti, 553 milioni contro attese di un rosso di 173 milioni.

ARRIVA LA CEDOLA DI 9 CENTESIMI…

In questo quadro Piazza Cordusio ha deciso di distribuire una cedola di 9 centesimi per azione contro i 6 di attese e soprattutto dopo un 2011 all’asciutto e un 2010 a 3 centesimi. Certo, il dividendo è un tangibile segnale di fiducia, in un periodo dove Bankitalia chiede di stare in campana (intimando a chi non fa utili o non rispetta i requisiti patrimoniali di non distribuire cedole e bonus) e si va verso la transizione di Basilea 3. E Ghizzoni ci tiene a precisarlo. La decisione del cda di proporre all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 9 centesimi per azione “vuole sottolineare la fiducia che nutriamo nella capacità di UniCredit di creare valore ricorrente per gli azionisti”, ha detto il ceo spiegando che “oggi UniCredit è molto più forte rispetto a un anno fa dal punto di vista del capitale, dello stato patrimoniale e della liquidità e può guardare con fiducia alle sfide del 2013″. In termini di solidità patrimoniale il gruppo ha un Core Tier 1 a fine 2012 secondo Basilea 2,5 del 10,84% e un Common equity tier, secondo Basile 3, del 9,2%. Per il 2013  conferma un livello minimo Common equity tier 1 del 9%.

…INSIEME ALLA REVISIONE DEI TARGET FINANZIARI
Ma le “eccezionali difficoltà del contesto economico” faranno rivedere i target finanziari
. Una nota del gruppo rileva che, preventivando per tutto il 2013 tassi d’interesse a un livello persistentemente basso, una scarsità nella domanda di finanziamenti e il costo dei nuovi finanziamenti wholesale superiore al costo dei finanziamenti in scadenza, Unicredit si attende per il margine d’interesse una tendenza al ribasso rispetto al 2012, che potrebbe essere compensata dalle attività di repricing e di rimodulazione. Inoltre, rileva, sono state messe in campo nuove iniziative di cost management con l’obiettivo minimo di confermare i costi 2012, nonostante gli investimenti in programma. E Ghizzoni lancia la sfida sul terreno della disoccupazione annunciando che intende assumere 500 giovani nei prossimi 18 mesi.

Al momento non si sa quando i nuovi target verranno comunicati: Unicredit (e investitori) navigano a vista. 
“Con i mercati ancora così volatili, UniCredit non è in grado di indicare oggi una data per la revisione dei target finanziari del piano – ha detto Ghizzoni, nella confernce call di presentazione dei risultati 2012 – Non abbiamo una data per i nuovi obiettivi. Penso che i mercati continueranno ad essere molto volatili e quindi non ha senso portare già un altro piano. Dobbiamo vedere come va il contesto macroeconomico”. E la politica. “Il 2013 sarà un anno complicato anche per via dell’incertezza politica. La seconda parte dell’anno sarà migliore, la prima meno”, detto successivamente Ghizzoni in conferenza stampa, precisando che “nei primi due mesi del 2013 sono arrivati dati positivi negli asset under management, nel private banking, in Fineco e inoltre stanno tenendo le commissioni. Sul costo del rischio i primi due mesi dell’anno confermano la nostra aspettativa di una graduale flessione”. E dalla certezza politica dipenderà anche la restituzione del Lrto: “La possibilità di restituire l’Ltro c’è, si aspettava la famosa certezza politica. Ora non c’è quindi rimandiamo ma non a tempo indeterminato. Possiamo comunque farlo in ogni istante senza impatti sulla liquidità del gruppo”.

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