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Unicredit, parte l’aumento. Generali decide su Intesa

La banca di Mustier lancia oggi il più grande aumento di capitale (13 miliardi di euro) mai avvenuto in Italia mentre Cattaneo presenta il business plan di Telecom Italia – Oggi Generali decide se confermare la barriera del 3% ad Intesa – L’occupazione americana dà la carica alle Borse – Salgono oro e petrolio

Unicredit, parte l’aumento. Generali decide su Intesa

Si parte. Oggi a Piazza Affari prende il via l’aumento di Unicredit, il più impegnativo della storia finanziaria italiana. Wall Street, invece, farà i conti con l’ultimo affondo di Donald Trump, che ha avviato di gran carriera lo smantellamento delle riforme finanziarie approvate sotto la presidenza di Barack Obama. Ma il plauso delle banche (+2,6% venerdì l’indice di settore) non consola il presidente per la doppia sconfitta subita sul decreto anti-immigrazione. A consolidare la sua immagine di vincente contribuirà senz’altro la vittoria al cardiopalma della sua squadra, i Patriots, in un tiratissimo SuperBowl.

I brillanti dati in arrivo dall’occupazione Usa hanno portato il buonumore sui mercati finanziari: si respira aria di ripresa e di reflazione un po’ ovunque, non così forte però da far pensare a un imminente aumento dei tassi (prima la Fed vorrà vedere i provvedimenti fiscali di Trump). Intanto, grazie alla politica praticata dalla Bce, l’economia nel quarto trimestre (+0,5%) è stato più robusta che negli Usa.

Ma sul Vecchio Continente pesano le incognite elettorali (specie in Francia dove Marie Le Pen minaccia l’uscita dalla Ue), la crisi greca e lo stato precario della finanza pubblica italiana. In questa cornice si cerca di capire la portata della svolta di Angela Merkel sull’Europa a due velocità. Oggi toccherà a Mario Draghi pronunciarsi sulla nuova posizione della Cancelliera.

TOKYO +0,4%. SALGONO ORO E PETROLIO

Meteo Borsa prevede mercati mossi, ma favoriti dalla brezza al rialzo in arrivo dagli Usa. Positiva l’apertura asiatica. Salgono Tokyo e Hong Kong, entrambe +0,4%. In terreno positivo anche Sidney. Tengono i mercati cinesi, impegnati ad assorbire l’inatteso aumento dei tassi a breve di venerdì. Poco sotto le stime l’indice Pmi dei servizi, un indicatore sull’economia della Cina diffuso stanotte da Caixin. Shanghai sale dello 0,3%, Seul dello 0,1%, Mumbai dello 0,6%.

Stamattina l’euro è poco mosso, a 1,078 sul dollaro. L’oro tratta a 1.223 dollari, in rialzo dello 0,3%, dopo aver chiuso la settimana passata con un rialzo del 2,4%. Prosegue l’apprezzamento del petrolio: il Brent sale dello 0,3%, a 57 dollari (+2,2% la scorsa settimana).

LA SETTIMANA: ABE A WASHNGTON, LA PAGELLA DI MOODY’S ALL’ITALIA

La crociata di Trump contro il deficit commerciale Usa è probabilmente destinata a salire di tono domani, quando verranno pubblicati i dati della bilancia commerciale di gennaio, che dovrebbe ricalcare il deficit precedente (-45,2 miliardi di dollari). È in questa cornice che s’inserisce la visita del premier giapponese Shinzo Abe a Washington, in programma venerdì. Al centro dei colloqui, le accuse del presidente Usa alla presunta sottovalutazione dello yen e la cancellazione dell’accordo Tpp, caro a Tokyo. Ma le tensioni militari nel mar della Cina con Pechino (e la minaccia della Corea del Nord) potrebbero consigliare in atteggiamento morbido. Al centro dei colloqui, oltre al cambio yen/dollaro, l’agricoltura e l’auto: Trump ha già minacciato ritorsioni contro Toyota per gli investimenti in Messico.

Il calo del dollaro promette di aggiungere nuova benzina al rialzo di Wall Street in una settimana ricca di trimestrali: nei prossimi giorni saranno annunciati i risultati di più di 80 società dello Standard & Poor’s, tra cui Gm, Coca Cola e Walt Disney. In Europa, invece, sono previsti fra gli altri i conti di Renault e Bnp Paribas. In Italia venerdì si terrà il cda di Enel. Lo stesso giorno, a Borsa chiusa, l’agenzia Moody’s annuncerà l’aggiornamento del rating sull’Italia e sarà comunicato anche il nuovo giudizio sulla Francia.  Sempre venerdì, si terrà l’asta di metà mese sui Bot a 12 mesi: l’importo sarà comunicato martedì.

UNICREDIT, SI RIPARTE DA 13,11 EURO PER OGNI NUOVO TITOLO

A Piazza Affari tutto è pronto per il grande debutto dell’aumento Unicredit (-5,6% nell’ultima settimana). Fino a venerdì prossimo le azioni, in offerta a 8.09 euro (di cui 8,08 a titoli di sovraprezzo) nel rapporto di 13 nuove azioni ogni 5 possedute, saranno riservate in opzioni ai vecchi soci. La trattazione dei diritti si chiuderà il prossimo 17 febbraio. Venerdì scorso, a mercati chiusi, Borsa italiana ha fornito i nuovi prezzi delle azioni dopo l’applicazione del fattore di rettifica: il prezzo di chiusura è così passato da 26,16 a 13,11 euro (37.299 per i titoli di risparmio). Il prezzo dei diritti che saranno trattati da stamane parte 13,05 euro.

L’operazione, che prevede uno sconto sul Terp (prezzo teorico del titolo dopo lo stacco del diritto) del 38% sarà coperta da un mega-consorzio di garanzia. Tra i grandi soci, oltre all’adesione di Leonardo del Vecchio che coprirà integralmente la sua quota, è arrivata l’adesione parziale della Fondazione Crt, che sottoscriverà il 70% della parte di sua spettanza, che segue quella della Fondazione Cariverona. I due enti scenderanno così al termine dell’aumento dall’attuale 2,2% cica all’1,80%. Nel frattempo la banca ha concluso l’accordo con i sindacati: sono previste 2.000 assunzioni a fronte di 3.900 uscite volontarie, operazione che si inscrive in un piano industriale di snellimento del gruppo, che vuole chiudere oltre 800 filiali per il rilancio della redditività.

GENERALI DECIDE SUL 3% DI INTESA

Riflettori accesi anche sul comitato investimenti di Generali (-2,7% nelle ultime cinque sedute in linea con Mediobanca -3%) che oggi dovrà decidere se confermare o meno il prestito titoli sul 3,01% di Intesa San Paolo deciso per sbarrare la strada all’ingresso per la banca nel capitale. Dopo le dichiarazioni dell’ad dell’istituto Carlo Messina, he confermato di avere allo studio combinazioni industriali con il Leone, i vertici della compagnia devono decidere le prossime mosse. Facile prevedere che la società non abbasserà la guardia, ma non è escluso il ricorso ad altro genere di barriera da opporre al socio (non gradito). Non è escluso l’arruolamento di un nuovo advisor da affiancare a Goldman Sachs.

Sul fronte di Intesa (+2,6% venerdì, ma -1,3% nelle ultime cinque sedute) dopo la presentazione dei conti del quarto trimestre c’è da attendere la conferma all’accoglienza positiva dei brokers ai risultati ed agli obiettivi annunciati da Messina: “Siamo ancora nella posizione di pagare 4 miliardi, ma lo scenario sfidante rende più prudente impegnarsi per 3,4 miliardi. Preferisco sovraperformare che sottoperformare”, ha spiegato il Ceo.

Nell’arco del piano 2014-2017 resta l’obiettivo per dividendi complessivi per 10 miliardi. La proposta di dividendo per il 2016 è di 0,178 euro per le azioni ordinarie e di 0,189 per le risparmio, entrambi in crescita rispettivamente da 0,14 e 0,151. 

Settimana di appuntamenti anche per altre banche italiane. Mercoledì è previsto il Cda di Mediobanca, giovedì toccherà a Banca Mps e Bper. Venerdì chiuderà Banco Bpm.

TELECOM, RIFLETTORI SUL BUSINESS PLAN

Altro test di grande importanza per il mercato italiano riguarda Telecom Italia (+2,3% la settimana passata): dai conti 2016 approvati venerdì emerge un notevole taglio dei costi (-600 milioni nei primi nove mesi, obiettivo già fissato per il 2018) abbinato ad un modesto calo dei ricavi (15,07 miliardi), combinazione che ha dato per risultato un rialzo a doppia cifra dell’Ebitda: 8,018 miliardi di euro in rialzo del 14,4% (+15,4% su base organica, +20,6%, inclusi gli oneri straordinari).Il debito finanziario netto si è attestato a 25,119 miliardi grazie alla cessione di Sofora, holding di controllo di Telecom Argentina, e al rafforzamento patrimoniale, legato alla conversione in azioni del bond da 1,3 miliardi.

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