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Unicredit-Mef: ufficiale la rottura su Mps

Attraverso una nota congiunta il Ministero dell’economia e Unicredit hanno comunicato ufficialmente l’interruzione dei negoziati relativi alla possibile acquisizione di Mps – Si prevede per domani una giornata difficile in Borsa per le due banche

Unicredit-Mef: ufficiale la rottura su Mps

Dopo le indiscrezioni è arrivata l’ufficialità. Attraverso una nota congiunta, il ministero dell’Economia e Unicredit hanno annunciato la fine del nei negoziati relativi all’acquisizione del Monte dei Paschi.

“Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti, UniCredit e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena”. Questo il testo della nota che non rende noti i motivi della rottura. 

Secondo i rumors le due parti non sarebbero riuscite a trovare un accordo su diversi punti cruciali toccati nel corso dei negoziati, ma il punto di non ritorno sarebbe stato raggiunto sulle cifre relative al piano di ricapitalizzazione da oltre 7 miliardi, una cifra che il Tesoro avrebbe ritenuto “troppo punitiva” per i contribuenti. Ad incidere sulla decisione di interrompere i negoziati ci sarebbe stata anche l’impossibilità di raggiungere un accordo basato sulle condizioni fissate a luglio, che prevedevano l’acquisizione da parte di Unicredit di “parti selezionate” del Monte dei Paschi, senza nessun impatto sul capitale della banca milanese. Le due parti, infine, non sarebbero state d’accordo nemmeno sui tagli ai posti di lavoro e sul meccanismo di calcolo delle passività dell’istituto senese. Insomma le posizioni sembrerebbero essere più lontane che mai. 

La nota è arrivata a pochi giorni dal 27 ottobre, giorno in cui si terrà il cda di Unicredit, chiamato ad approvare la trimestrale e alla vigilia della riapertura delle Borse, dove domani si prevede una giornata di fuoco per le due banche.

Tutto da rifare dunque, con il futuro di Mps che torna nuovamente in bilico. Il Tesoro dovrà cercare un’altra soluzione di mercato e dovrà farlo in fretta perché a metà 2022 scade il tempo concesso dalla Commissione Ue all’Italia per privatizzare il Monte dei Paschi, anche se la richiesta di proroga ormai sembra quasi scontata. La banca avrebbe bisogno anche di un’altra iniezione di liquidità, necessaria per colmare un deficit patrimoniale che la vigilanza aveva stimato attorno ai 3 miliardi di euro, sulla base dei conti semestrali 2021.

Secondo il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, “Mps è un patrimonio del Paese non solo della città. Non sarebbe uno scandalo chiedere all’Europa una proroga per la permanenza dello Stato in Mps. Come purtroppo sappiamo bene, visto quello che è successo al Monte in passato, per questo tipo di operazioni serve il giusto tempo”.

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