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Unicredit che farà dopo la mossa di Credit Agricole su Banco Bpm? Per ora studia l’uscita dalla Russia

La massa di Credit Agricole su Banco Bpm scompiglia il risiko bancario italiano e Unicredit dovrà fare la prossima mossa. Mentre il tema Russia non è risolvibile in un batter d’ali

Unicredit che farà dopo la mossa di Credit Agricole su Banco Bpm? Per ora studia l’uscita dalla Russia

Cade in una giornata complicata l’assemblea degli azionisti di Unicredit, seppur corroborata dal buon andamento dei titoli bancari in Borsa. Ma a sostenere il settore è stato soprattutto il titolo Banco Bpm, proprio la banca su cui aveva messo gli occhi Unicredit, ma che stanotte è stata presa di mira con una mossa soft da Credit Agricole.

Nulla è emerso a questo proposito nel comunicato dell’istituto di piazza Gae Aulenti dopo l’assemblea che ora però dovrà pensare a come muoversi nel risiko bancario italiano, mentre potrebbe diventare a questo punto ancora più difficile dire no al Governo circa l’acquisizione di Mps.

Resta poi aperta la questione russa. Proprio nei giorni scorsi, rispondendo ad alcune domande dei soci in vista dell’assemblea di oggi, Unicredit aveva detto che “non è possibile trarre conclusioni dall’oggi al domani”, ma l’istituto “sta completando un’urgente valutazione dell’impatto sulla banca, delle implicazioni e delle conseguenze”.

Unicredit è in una posizione solida e pronta ad affrontare le sfide

“Oggi sono lieto di dire che la banca é in una posizione solida e ha registrato quattro trimestri consecutivi di forte crescita. Il gruppo è pronto ad affrontare le sfide che l’intero settore bancario ha davanti a sé per ricostruire il post-pandemia e, spero presto, il post-conflitto” tra Russia e Ucraina.
In questo modo il presidente di Unicredit Pier Carlo Padoan si è rivolto oggi all’assemblea degli azionisti, che si è riunita oggi in via ordinaria e straordinaria.

Approvati bilancio 2021 e destinazione utili, dividendo a 0,5380 euro

L’assemblea poi ha approvato il bilancio 2021 che il cda aveva approvato lo scorso gennaio con una risultato netto pari a 10.366 milioni di euro per UniCredit S.p.A. e 1.540 milioni di euro a livello consolidato.

Per quanto riguarda la destinazione dell’utile l’Assemblea ha deliberato distribuire ai soci un dividendo pari a 0,5380 euro per azioni, per un importo massimo di 1,17 mld di euro, 4 mln a favore di UniCredit Foundation per fini sociali, di beneficienza e culturali, 65 mln per 65 mln per la riserva connessa al Sistema di incentivazione a medio termine per il personale e il resto alla Riserva Statutaria.

“Il 2021 è stato l’anno in cui abbiamo iniziato a sbloccare il potenziale di UniCredit” ha detto ancora Padoan, “che sono sicuro essere molto significativo, e sono fiducioso che anche in queste circostanze difficili il nostro leadership team continuerà a portare avanti il piano strategico che abbiamo presentato a dicembre e a puntare ancora più in alto.

Credit Agricole scombina il risiko bancario italiano

Tutto il settore bancario oggi in Borsa ha visto un ottimo andamento, sostenuto soprattutto da Banco Bpm che ha visto un balzo del 10% fino a un massimo di 3,19 per poi riposizionarsi vicino a 3 euro. Ieri in serata Credit Agricole ha annunciato di aver acquistato il 9,18% del capitale dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna, anche approfittando molto probabilmente della correzione – verso 2,73 euro- delle quotazioni legata alla guerra in Ucraina.

La mossa di Credit Agricole su Banco Bpm dà una nuova scossa al risiko bancario in Italia anche se non appare ostile, viste anche le dichiarazioni a corredo dell’operazione: “Quest’operazione testimonia il forte apprezzamento di Crédit Agricole per le qualità intrinseche di Banco Bpm” ha commentato l’Ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna.

Resta da vedere quale sarà la reazione proprio di Unicredit, che nei mesi scorsi aveva esaminato l’opzione di un’offerta su Banco Bpm. Qualche osservatore dice che ora Unicredit potrebbe al massimo muoversi con un’opa ostile su Bpm, ma a questo punto lo farebbe a un prezzo più elevato e perciò appare irrealistico.

Mentre a questo punto sarà più difficile per piazza Gae Aulenti dire di no al governo per un’acquisizione di Mps.

Il gruppo francese, che non ha ancora chiesto l’autorizzazione a salire oltre il 10% dell’istituto di piazza Meda, potrebbe a questo punto rimanere fermo in attesa di vedere la reazione della politica e del titolo, come anche la situazione generale dell’economia, con l’impatto del rialzo dei tassi di interesse e del rallentamento della crescita. 

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