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Una finanza per la crescita

A CURA DEL CIRCOLO REF RICERCHE – La crisi italiana è una crisi di deindustrializzazione, ovvero di contrazione contemporanea di domanda e offerta; per uscirne bisogna far tornare l’Italia un Paese attraente per gli investimenti e implementare una struttura finanziaria adeguata al compito.

La mancata crescita dell’economia italiana è nota da molto tempo: inizia come declino della produttività totale, che in seguito diventa calo del reddito pro-capite, cui si accompagna negli ultimi anni una grave perdita del prodotto potenziale. Non è più solo recessione della domanda, che sarà, prima o poi, corretta da una ripresa.

E’ invece una vera e propria contrazione, allo stesso tempo, di domanda e offerta: la definizione più precisa non è quindi quella della depressione, ma semmai quella della deindustrializzazione. E il necessario rimedio non è congiunturale: sostituire alla passata “austerità” fiscale un po’ di deficit spending (solo nostro o meglio ancora europeo!). Servirebbe invece una strategia come ben spiegata dalla moderna teoria della crescita, a favore dell’innovazione, dell’accumulazione di capitale nuovo (di quello “vecchio”, ce n’è fin troppo); e quindi della crescita della domanda attesa, necessaria per sostenere ciò.

Una strategia per la crescita che si basi su due passi fondamentali:

  .  Far tornare il Paese “attraente” per gli investimenti, nostri e altrui. Ciò richiede una speciale attenzione alla qualità (e ai costi) dei servizi, a cominciare da quelli pubblici –che definiscono la qualità di un territorio, e lo rendono ospitale per nuove iniziative produttive. Senza di ciò, non solo non attiriamo nuovi investimenti, ma anche le nostre aziende migliori sono indotte a crescere solo altrove.

  .  Una struttura finanziaria idonea a questo nuovo compito cui appare sempre meno adeguato il nostro sistema bancario, a sua volta impegnato (come in altri paesi europei) in un delicato processo di deleveraging che sarà più radicale e protratto nel tempo di quanto non appaia dai dati recenti sul “razionamento del credito” (anch’esso di solito riconducibile ad un’analisi di tipo congiunturale, come è ovvio nell’alternarsi ciclico di recessione e ripresa).Da questa diagnosi – serve una strategia esplicita e ben definita affinché il Paese torni a crescere; e ciò richiede una struttura finanziaria adeguata – muovono le analisi, e le proposte, contenute in questo Quaderno.


Allegati: Il quaderno Ref Ricerche

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