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Un iPhone al posto del pancreas

Tra i tanti modi in cui può risultare utile uno smartphone, adesso c’è anche questo: fare le veci di un pancreas sano per i malati di diabete. L’esperimento, condotto su un campione di persone affette da diabete mellito di tipo 1, ha dato buoni risultati, grazie all’utilizzo di un iPhone 4S

Un iPhone al posto del pancreas

Un iPhone al posto del pancreas

Tra i tanti modi in cui può risultare utile uno smartphone, adesso c’è anche questo: fare le veci di un pancreas sano per i malati di diabete. L’esperimento, condotto su un campione di persone affette da diabete mellito di tipo 1, ha dato buoni risultati, grazie all’utilizzo di un iPhone 4S, modificato in modo da diventare un pancreas artificiale portatile.

É il pancreas, infatti, la ghiandola deputata, in un organismo sano, a produrre l’insulina e il glucagone, i due ormoni che regolano il tasso di zuccheri nel sangue. Circa un terzo dei malati di diabete di tipo 1 fanno già uso di microinfusori – o pompe – di insulina, per simulare il naturale rilascio dell’ormone nel sangue. Queste pompe, tuttavia, hanno due gravi difetti: non sono in grado di adeguare l’erogazione di insulina al variare delle esigenze del paziente, e non dispensano il glucagone. Il nuovo dispositivo, invece, descritto sul «The New England Journal of Medicine», fa l’una e l’altra cosa. Il sistema, affinato con anni di ricerche, è costituito da un iPhone 4S, con abbinato un misuratore del livello di glucosio, due microinfusori e due serbatoi, uno per l’insulina e uno per il glucagone.

Un sensore impiantato sotto la pelle nell’addome del paziente misura costantemente il glucosio nei fluidi intracellulari, il cui livello si avvicina molto al tasso presente nel sangue; il sensore invia quindi la lettura del glucosio allo smartphone, dotato di un software che calcola ogni cinque minuti le dosi necessarie di insulina e di glucagone. Il farmaco viene quindi pompato attraverso tubicini a due centri di raccolta sottocutanei che si trovano anch’essi nell’addome. L’iPhone vanta anche un’applicazione, grazie alla quale il paziente può inserire una serie di informazioni immediatamente prima di consumare un pasto, indicando, per esempio, se si tratti di colazione, pranzo o cena, e se il contenuto di carboidrati sia definito come notevole, scarso o nella norma. Il dispositivo è così in grado di calcolare in anticipo e di programmare il rilascio del dosaggio appropriato.


Allegati: smh

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