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Ue: nessuna proroga all’Italia per ridurre il deficit

Il portavoce della Commissione europea ha detto di non essere “a conoscenza dell’intenzione di concedere proroghe ad altri Paesi” per riportare il deficit pubblico sotto il parametro del 3%, oltre a Portogallo, Francia e Spagna.

Ue: nessuna proroga all’Italia per ridurre il deficit

“Non sono a conoscenza dell’intenzione di concedere proroghe ad altri Paesi” per riportare il deficit pubblico sotto il parametro del 3%. Così ha risposto Olivier Bailly, portavoce della Commissione europea, a chi gli chiedeva se anche a Olanda e Italia sarà concessa la dilatazione dei tempi già accordata a Portogallo, Francia e Spagna.

“C’è da parte nostra e dell’Eurogruppo una valutazione volta per volta dei bilanci e delle situazioni dei singoli paesi – ha proseguito Bailly -. Abbiamo indicato un’apertura verso Francia e Spagna, già annunciata dal commissario Olli Rehn, e il presidente Barroso fatto altrettanto per il Portogallo”.

Le decisioni ufficiali di Bruxelles, tuttavia, arriveranno solo con le previsioni economiche Ue di primavera, dopo la pubblicazione dei dati definitivi sul deficit 2012 da parte di Eurostat il 22 aprile e la presentazione dei piani di bilancio e di riforma nazionale da parte dei 27 Paesi Ue attesi per fine aprile. 

D’altra parte, fin qui, l’Italia non ha presentato alcuna richiesta formale per ottenere più tempo. Se Eurostat confermerà il deficit 2012 al 2,9%, l’Europa potrebbe chiudere la procedura per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese, purché anche per i prossimi due anni le previsioni restino sotto la soglia del 3%.

La settimana scorsa il ministro del Tesoro, Vittorio Grilli, aveva sottolineato davanti al Parlamento che l’obiettivo del saldo strutturale di bilancio “sarà raggiunto” nonostante il provvedimento per il pagamento alle imprese di una parte dei debiti della pubblica amministrazione. Il governo “non sta finanziando spesa pubblica – aveva spiegato Grilli – ma pagando spesa per investimenti già effettuati”.

Quanto alla Francia, se vorrà ottenere più tempo dovrà dimostrare di poter ridurre il deficit dell’1% a livello strutturale fra 2010 e 2013, impegnandosi a portare il deficit nominale “nettamente sotto il 3%” nel 2014. 

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