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Twitter, Dorsey salva il posto: accordo con Elliott e Silver Lake

Twitter ha stretto un’intesa con Silver Lake e Elliott che consente al suo ceo, Jack Dorsey, di restare in carica. Silver Lake investirà un miliardo in Twitter.

Twitter, Dorsey salva il posto: accordo con Elliott e Silver Lake

Pace fatta tra Jack Dorsey e il fondo Elliott. Twitter ha annunciato di aver trovato un accordo con il fondo guidato da Paul Singer e con Silver Lake, società di private equity californiana. L’intesa permetterà al fondatore e ceo del popolare social network di restare al suo posto nonostante le intemperanze del fondo Usa, noto in Italia per essere azionista del Milan. 

Elliott ha acquistato circa un miliardo di azioni di Twitter e la settimana scorsa ha nominato quattro consiglieri del board. Subito dopo il fondo statunitense, che figura tra i principali sostenitori di Donald Trump, ha cercato di promuovere un cambio al vertice della società di San Francisco: via Dorsey, dentro un manager che potesse lavorare full time per far crescere l’azienda senza ulteriori “distrazioni”. L’iniziativa è stata intrapresa dopo l’annuncio di Dorsey – che amministra anche la società Square – di volersi trasferire temporaneamente in Africa, una mossa che era stata male accolta dagli investitori. 

Con l’intesa raggiunta il 9 marzo, Dorsey salva la sua poltrona di ceo, almeno per il momento. Non solo, l’accordo prevede che Silver Lake investa 1 miliardo di dollari in Twitter. Come risultato, la società finanzierà un programma di riacquisto delle azioni da 2 miliardi di dollari. Si stabilisce inoltre che il co-amministratore delegato di Silver Lake, Egon Durham, e Jesse Cohn di Elliott Management siederanno nel consiglio di amministrazione di Twitter che sarà composto da tre nuovi componenti. Prevista infine la creazione di un comitato per rivedere la leadership e la governance.

A New York, il titolo Twitter ha recuperato parte delle perdite registrate nel premarket e alle 15.40 cede lo 0,8% a 33,18 dollari per azione, una prestazione più che dignitosa considerando il forte calo del Nasdaq (-5,27%), zavorrato come le altre borse globali dall’emergenza coronavirus e dalla guerra del petrolio iniziata dopo l’attacco alla Russia e ai paesi produttori da parte dell’Arabia Saudita che ha deciso di abbassare i prezzi di aumentare la produzione.

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