Condividi

Tutti gli occhi sulla Fed

Le Borse aspettano di capire stasera dalla Yellen quali saranno i tempi del rialzo dei tassi Usa ma l’opinione prevalente è che nel primo semestre non ci saranno aumenti – Campari riconosce a Gran Marnier un premio del 60% – Tod’s parte male anche nel 2016 – Mps, il Tesoro al 7% – Mega richiesta di danni a Volkswagen

Tutti gli occhi sulla Fed

Le Borse galleggiano senza una direzione precisa in attesa delle indicazioni che arriveranno stasera al termine del meeting della Fed sui tempi che la Banca centrale intende adottare per il rialzo dei tassi. L’opinione prevalente è che la situazione resti per ora congelata e che non ci saranno aumenti del costo del denaro nel primo semestre.

Di qui l’andamento contrastato di Wall Street: Dow Jones +0,13%, deboli l’indice S&P 500 (-0,18%) e il Nasdaq (-0,45%), condizionato dalla caduta dei titoli biotech. A trascinare al ribasso il comparto pharma sono stati i nuovi conti deludenti di Valeant (-50% al temine di una seduta drammatica). La società è già indagata dalla Sec.

Scendono per il secondo giorno consecutivo i prezzi del petrolio: il Brent è arretrato del 2,3% a 38,7 dollari al barile. Wti in calo del 2,8% a 36,1 dollari. Sembra sempre meno probabile un’intesa tra i Paesi produttori.

Di riflesso è ripresa, in Usa come in Europa, la discesa dei titoli petroliferi. L’indice Stoxx europeo arretra dell’1,8%. A Piazza Affari Eni ha perso l’1,4%, Tenaris -1,14%, Saipem -3,4% in attesa della trimestrale. A Parigi Total perde l’1,5%.

KUTODA (BOJ): I TASSI POSSONO SCENDERE A -0,5%

Copione analogo per i listini asiatici. Deboli Tokyo (-0,7%) e Hong Kong (-0,5%). Arretra anche Shanghai (-1,5%). Le attenzioni sono rivolte al discorso con cui il premier Li Kequiang chiuderà a fine giornata il congresso del Partito. Intanto il governatore della Boj, Haruhiho Kuroda, non ha escluso parlando in Parlamento che i tassi ufficiali possano scendere ancora, fino a -0,5%.

Si profila un’apertura cauta interlocutoria anche per l’Europa. I futures segnalano in calo Parigi (-0,8%) e Francoforte (-0,4%). In lieve rialzo Londra (+0,2%). Ieri seduta in calo ieri per i mercati del Vecchio Continente. A Milano l’indice FtseMib è sceso dell’1,1%, la Borsa di Parigi ha perso lo 0,7%, Francoforte -0,5%, Madrid -1,6%.

Deboli anche i titoli di Stato dopo il rally degli ultimi due giorni. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni è salito a 107 dai 103 precedenti. Il tasso del Btp decennale è salito a 1,35% (da 1,31%).

CAMPARI RICONOSCE A GRAND MARNIER UN PREMIO DEL 60%

In attesa delle indicazioni di Janet Yellen, Piazza Affari ha salutato l’ennesima operazione Italia-Francia. Una volta tanto, poi, a comprare è stato il Bel Paese.

Campari +2,1% (+5% nella seduta di lunedì) ha annunciato l’acquisizione della francese Grand Marnier per 652 milioni di euro. In linea con le condizioni concordate con gli azionisti della famiglia azionista di controllo, la multinazionale milanese lancerà un’Offerta Pubblica d’Acquisto a un prezzo di 8,0501 per azione in contanti (che implica un premio del 60,4% rispetto al prezzo corrente dell’azione), più un earn-out relativo alla potenziale vendita della magnifica proprietà di Les Cedres di Saint Jean Cap Ferrat: 14 ettari di macchia mediterranea che confinano con la villa della famiglia Ferrero e con quella di Paul Allen fondator assieme a Bill Gates di Microsoft. Il prezzo dell’immobile? Da 200 a 350 milioni di euro (200.000 euro al metro quadro), un obiettivo non facile perché, spariti dall’orizzonte della Costa Azzurra i miliardari russi, i compratori scarseggiano.

TOD’S, PARTE MALE ANCHE IL 2016

La maglia nera è toccata invece a Tod’s (-7,2%, a 68,10 euro), peggior blue chip di ieri. Da inizio anno il titolo registra un calo del 7%. Oltre ai risultati deludenti del 2015 pesa sul titolo la prossima uscita dal paniere Ftse Mib e le indicazioni negative sulla prima parte del 2016. Le vendite hanno registrato un calo compreso tra il 6% ed il 9%, una flessione imputabile alla debolezza del mercato di Hong Kong. Il direttore finanziario Emilio Macellari ha comunque dichiarato che la società dovrebbe riuscire nel 2016 a registrare una crescita dei ricavi di circa il 5%. Il risultato netto dell’esercizio è 92,7 milioni di euro, in calo del 4,5% rispetto al 2014. L’Ebitda sale a 202 milioni di euro, da 193 milioni di un anno prima.

L’effetto negativo si è diffuso agli altri titoli del lusso. In forte discesa Ferragamo (-4,3%). In lettera anche Safilo, che reagisce con un -5,3% ai risultati diffusi ieri a borsa chiusa.

SI SGONFIA MPS: IL TESORO SALIRA’ AL 7%

L’altra delusione riguarda Monte Paschi (-6%). Si è sgonfiata la bolla speculativa innescata dalle indiscrezioni sulle pressioni (presunte) di Matteo Renzi per un intervento di Cdp e Intesa a favore della banca. Intanto, è emerso che il ministero dell’Economia potrebbe accrescere la sua partecipazione nella banca Monte dei Paschi attorno al 7% dall’attuale 4% per il possibile pagamento in azioni degli interessi residui sui Monti Bond. Così il Tesoro diventerà il primo azionista della Banca. Il pagamento della cedola dovrebbe avvenire a luglio.

In forte calo anche le altre banche: Unicredit è scesa dell’1,8%, Intesa-1%. In retromarcia Mediobanca (-3,3%), Banca Pop.Emilia (-3,2%) e Pop.Milano (-4,6%).

RALLENTA FIATCHRYSLER. MEGA RICHIESTA DI DANNI A VOLKSWAGEN

In calo infine i titoli industriali: Finmeccanica -1%, StM -2%. Fiat Chrysler perde il 2,5%.

Giornata negativa anche per il titolo Volkswagen (-2,25%), dopo la causa con richiesta danni multimiliardaria intentata da un gruppo di circa 300 investitori istituzionali per lo scandalo emissioni. Gli investitori, provenienti da tutto il mondo e tra cui spiccano assicurazioni tedesche e fondi pensione Usa, accusano la casa automobilistica tedesca di essere venuta meno agli obblighi previsti dalle regole dei mercati finanziari e hanno chiesto un risarcimento danni di 3,256 miliardi di euro, presentando istanza presso un tribunale della Bassa Sassonia.

Sono scese anche Cnh Industrial (-3%) e Buzzi (-3,5%).

Nel resto del listino, Enel ha perso lo 0,2%, Atlantia lo 0,3%. Iren +3,6% spinta dai risultati e dalla crescita del dividendo.

Telecom Italia ha guadagnato l’1,3%. Inwit -0,26% dopo la presentazione dell’offerta del tandem Cellnex-F2i che potrebbe essere stata alzata a 5 euro. E’ attesa l’offerta di Ei Towers (+0,6%). Debole Mediaset (-0,1%).

Commenta