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Trump rischia veramente di finire in prigione: lo sceriffo di Atlanta ha già la cella pronta

Il procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, ha dato al Tycoon e agli altri 18 imputati tempo fino a venerdì 25 agosto per costituirsi

Trump rischia veramente di finire in prigione: lo sceriffo di Atlanta ha già la cella pronta

Donald Trump rischia veramente di finire in prigione. L’ex presidente americano ha aggiunto una quarta incriminazione alla sua lunga lista di problemi legali, questa volta per i suoi presunti sforzi di rovesciare le elezioni del 2020 in Georgia. L’incriminazione è arrivata dopo due anni di indagini del procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, sulle azioni di Trump dopo le elezioni che hanno decretato la vittoria di Joe Biden. Rispetto alle altre tre incriminazioni però, il tycoon rischia seriamente di finire in cella insieme agli altri 18 imputati, tra cui l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani e l’ex chief of staff della Casa Bianca Mark Meadows, per un totale di 41 capi d’accusa. La procuratrice della contea di Fulton si è avvalsa della Rico (Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act), una legge nata nel 1970 con Nixon per combattere i mafiosi che spesso non compivano reati direttamente ma li facevano eseguire ai loro sottoposti.

Lo sceriffo di Atlanta prepara la cella per Trump

“La prigione è sempre aperta, Donald Trump, Rudy Giuliani e gli altri co-imputati possono consegnarsi in qualsiasi momento”. Lo ha detto Patrick Labat, sceriffo della Contea di Fulton, al quotidiano locale Atlanta Journal Costitution: “La procuratrice Fani Willis gli ha intimato di consegnarsi entro il 25 agosto e noi abbiamo preparato le celle”.

Secondo Labat, l’ex inquilino della Casa Bianca in corsa per le elezioni del 2024 otterrà anche la foto segnaletica, finora risparmiatagli, cui da tempo aspira sperando di trasformarla in una icona della sua campagna elettorale: “Se non mi verrà chiesto di fare altrimenti, seguirò la procedura ordinaria”.

Ma secondo gli esperti, probabilmente, Trump avrà un’esperienza molto diversa da quella di coloro che languono nelle carceri della contea – notoriamente poco sicure – per settimane, mesi o addirittura anni in attesa di giudizio.

Perché Trump rischia veramente la prigione?

Se il tycoon dovesse essere condannato prima del voto potrebbe prendere parte alle elezioni anche se in prigione: negli Usa, infatti, non c’è una legge che vieta a chi ha precedenti penali di diventare presidente.

Tuttavia, la quarta incriminazione complica un po’ le cose. “Il caso questa volta (Georgia) non è federale ma statale – si legge su Euronews -, il che è di notevole importanza: se Trump venisse condannato, non avrebbe la possibilità di auto concedersi la grazia se venisse rieletto presidente degli Stati Uniti”. Dunque, anche se rieletto, alla fine Trump non potrebbe graziarsi se condannato per la vicenda riguardante il voto in Georgia del 2020.

Davanti alle ultime accuse formulate ad Atlanta, basate pure su 12 tweet da lui scritti dopo le elezioni, la sua difesa punta ora sulla “libertà d’espressione protetta dal Primo Emendamento della Costituzione”. Ma intanto il tycoon continua a promettere nuove prove sulle frodi elettorali in Georgia, nonostante più di un tribunale abbia già dichiarato legittimo quel voto, col concreto rischio di aggravare la sua posizione. Insomma, le cose non si mettono bene per Trump.

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