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Trump comincia a riconoscere che anche l’Europa può essere pilastro essenziale della Nato

Trump trasforma il vertice all’Aja in uno show tra grandi promesse di pace, aumenti militari e tensioni politiche, mentre la Nato rilancia il suo ruolo con compromessi e un appello all’Europa per un coordinamento più concreto

Trump comincia a riconoscere che anche l’Europa può essere pilastro essenziale della Nato

Trump che annuncia “la guerra è finita” come con la bomba su Hiroshima, che vende come “pace” una tregua tra Iran e Israele, che chiede a Putin uno sforzo per chiudere la partita sull’Ucraina e incassa l’aumento al 5% della spesa per i membri della Nato. Insomma, un grande spettacolo.

Ma cosa resta realmente del vertice all’Aja? “È vero. Tutto ha il sapore di un grande spettacolo – dice Alessandro Minuto Rizzo, ex numero due della Nato ai tempi dell’inglese Robertson e attuale presidente del Nato Defence College di Roma – uno spettacolo fatto anche di battute infelici e di qualche caduta di stile, ma se guardiamo all’obiettivo finale questo summit dell’Aja ha mostrato che la Nato non è affatto morta, è viva e può svolgere ancora una funzione importante per la nostra sicurezza”.

Rutte, Trump e la Nato: quando il fine giustifica il compromesso

“Certo – aggiunge Minuto Rizzo – è scandaloso che il segretario Rutte si sia mostrato così servile nei confronti di Trump, ma tra la dignità di un segretario generale e il salvataggio della Nato, meglio salvare l’istituzione”. Allora tutte le critiche di Trump e le minacce di uscire dall’Alleanza sono solo un brutto ricordo? “C’è da dire – osserva l’ambasciatore – che anche in passato i presidenti americani arrivavano alla Casa Bianca con una conoscenza perfetta dell’America, ma non certo del mondo. Poi, piano piano, cominciavano a capire che noi europei siamo i loro unici alleati. Lo sta cominciando a capire anche Trump. E soprattutto all’Aja il segretario alla Difesa Usa Peter Hegseth e il segretario di Stato Marco Rubio, con i loro omologhi europei, hanno cominciato a usare un linguaggio diverso, insomma da veri alleati e non da padroni”.

Spesa militare al 5% e difesa europea: rilancio Nato o esercito parallelo?

Anche sul 5% della spesa militare rispetto al Pil per i 32 Stati membri va fatta qualche riflessione. “Durante la Guerra Fredda anche l’Italia spendeva molto – osserva Minuto Rizzo – e si avvicinava a quel 3,5% che oggi viene visto come obiettivo in dieci anni. Una volta incassato quel dividendo della pace nell’89, la spesa è scesa sotto il 2%: tornare a quei livelli nei prossimi dieci anni non è un traguardo irrealizzabile”.

Ma i rapporti tra Nato e Ue all’insegna dell’autonomia strategica possono produrre risultati apprezzabili o, come dice la Meloni, un esercito europeo rischia di essere un doppione della Nato? “L’Unione europea ha già alcuni strumenti di coordinamento nel settore della difesa – dice Minuto Rizzo – ma non li usa perché la difesa non rientra nella sua cultura politica; certo, occorre maggiore coordinamento e togliere gli sprechi, ma anziché parlare di esercito europeo occorrerebbe realizzare veramente quel pilastro europeo della Difesa nella Nato”.

Trump attacca la Spagna, la Ue conferma il sostegno all’Ucraina

Certo, il tono di Trump è quello che conosciamo, e sulle riserve del premier spagnolo Sanchez sul 5% non sono mancate minacce di ritorsioni. “La Spagna è terribile per quello che ha fatto – ha commentato Trump – è l’unico Paese che non paga. Eppure, l’economia sta andando molto bene. Quando negozieremo un accordo commerciale con la Spagna, la faremo pagare il doppio”.

Clima invece idilliaco (all’apparenza) con il presidente ucraino Zelensky. Un incontro che “non poteva andare meglio” ha detto il presidente americano. E dopo il sostegno anche finanziario della Nato, oggi Zelensky incasserà anche un nuovo appoggio del Consiglio europeo. Un passaggio delle conclusioni del vertice europeo lo ribadisce con forza: “L’Unione europea conferma il suo impegno, anche nell’ambito del percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Ue, a sostenere il suo ripristino, la ripresa e la ricostruzione, in coordinamento con i partner internazionali, anche nei settori della riabilitazione psicologica e psicosociale e di una maggiore assistenza allo sminamento. In tale contesto, il Consiglio europeo attende con interesse la Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025“.

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