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Tour: sulle Alpi domina il duo Alaphilippe-Van Avermaet

Il francese vince in solitario a Le Grand Bornand mentre il belga rafforza la sua maglia gialla – I big non si scannano e arrivano tutti insieme ad eccezione di Uran, in difficoltà dopo la caduta sul pavé

Tour: sulle Alpi domina il duo Alaphilippe-Van Avermaet

Espulso fuori dall’alta classifica dopo la disastrosa tappa del pavè conclusa con oltre 12 minuti di ritardo, Julian Alaphilippe, l’uomo di punta dei francesi per le classifiche di un giorno, si è preso una pronta rivincita su un terreno per lui inusuale, quello della prima frazione alpina. Una Freccia Vallone, tre secondi posti nella Liegi, Lombardia e Sanremo, il giovane transalpino della QuicK-Step Floor ha voluto fare il Froome del Giro d’Italia della tappa dello Jaffereau, involandosi sullo sterrato del Plateau des Glières – il colle che per i francesi è il nostro Piave dove venne respinto il nemico tedesco  nella prima Grande guerra mondiale – per poi domare in solitario il Col de Romme e quello della Colombiére prima di tuffarsi nella picchiata verso Le Grand Bornand.

Un trionfo alla grande il suo primo in un Tour: il secondo Jon Izaguirre, un compagno di Nibali, è arrivato a 1’34”, quindi terzo Taramae a 1’40”. Dopo la sbornia calcistica per il trionfo dei Bleus in Russia, ci voleva questa vittoria per il ciclismo francese che da anni al Tour raccoglie davvero poco:  la maglia gialla finale manca dal lontano 1985, quella indossata almeno un giorno dal 13 luglio di quattro anni fa, anche le  vittorie di tappe sono sempre più rare.

Quella di Alaphilippe è anche la prima per i francesi in questo Tour. Con lui, altro grande protagonista inatteso sui colli da Annecy a Le Grand Bornad è stato Greg Van Avermaet. Vedere all’attacco la maglia gialla è sempre emozionante. Pochi pensavano che il belga, un protagonista delle grandi classiche del Nord ma poco avvezzo alle grandi salite, potesse mantenerla.

L’ha addirittura rafforzata andando all’attacco come peraltro l’aveva preannunciato subito dopo l’arrivo a Roubaix, bruciato allo sprint da John Degenkolb: una dichiarazione più che pareva più che altro dettata per mascherare la delusione della mancata vittoria e lo sconforto di tutta la Bmc per aver perso Porte e visto uscire dall’alta classifica anche Teejay Van Garderen.

Van Avermaet non vincerà il Tour ma la tappa di ieri ha ingigantito il suo spessore di atleta tutto coraggio e determinazione. Non ce l’ha fatta a reggere il passo di Alaphilippe ma arrivando quarto a 1’44 dal francese ha comunque guadagnato oltre un minuto mezzo sugli uomini che lo incalzano in classifica, in particolare su Geraint Thomas secondo ora a 2’22” e Alejandro Valverde terzo a 3’10”. E alla maglia gialla belga è stato anche assegnato il dorsale rosso del più combattivo, un riconoscimento che non è usuale per chi guida la classifica.

Regolati in volata da Daniel Martin i big sono arrivati tutti insieme a 3’23” da Alaphilippe, un gruppo selezionato di una ventina di corridori con NIbali, Quintana, Froome,  Dumoulin, Landa, Valverde, Thomas, Froome. All’appello mancavano però nomi importanti, in particolare Rigoberto Uran, che dolorante per la caduta sul pavé, si è staccato a metà salita della Colombière arrivando al traguardo a quasi 6 minuti da Alaphilippe.

Anche Majka, Pozzovivo, Zakarin e Mollema hanno ceduto una cinquantina di secondi ai migliori. Oggi seconda frazione alpina con arrivo in altura ai 1885 metri de La Rosière. Prima o poi qualche big si dovrà pur muovere rompendo un disegno tattico che finora è stato molto favorevole al Team Sky e al suo capitano, Chris Froome, il grande favorito del Tour.

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