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Toribios Dantas, un economista brasiliano fuori dal coro: “I greci devono tornare alla dracma”

INTERVISTA ALL’ECONOMISTA TORIBIOS DANTAS – Si è svolto a Rodi il forum “Dialogo delle civiltà”, organizzato da Vladimir Yakunin, uno dei cinque uomini più potenti in Russia. FIRSTonline ha incontrato Alixis Toribios Dantas, direttore della facoltà di Economia dell’università di Rio de Janeiro, per discutere del contagio della crisi europea e del Brasile.

Toribios Dantas, un economista brasiliano fuori dal coro: “I greci devono tornare alla dracma”

Il professore Alixis Toribios Dantas sembra avere le idee chiare sulla crisi del debito che sta colpendo l’eurozona: il debito dei greci è impagabile e il problema è solo delle banche francesi e tedesche. Per il popolo ellenico la soluzione migliore sarebbe tornare alla dracma. Poi sarà compito dell’Europa risolvere la sua crisi che è politica, non economica. Toribios Dantas ha anche fatto un’analisi della politica economica del presidente brasiliano, Dilma Rousseff. 

FIRSTonline – Professore, negli ultimi mesi l’economia brasiliana è rallentata (la Banca Centrale ha rivisto a ribasso le stime per il Pil del 2011 a +3,5%) e la Borsa ha perso molto (il Bovespa negli ultimi 3 mesi ha segnato quasi un -20%). In molti ritenevano, che come già successo nel 2008, il Brasile riuscisse a evitare il contagio, eppure, possiamo affermare che la crisi ha colpito anche il suo Paese?

Tobirios Dantas – Senza dubbio. Ormai tutte le crisi sono mondiali. Quello che succede dall’altra parte del mondo in un modo o nell’altro ci influenza sempre. In Brasile la crisi ha danneggiato le esportazioni e il mercato finanziario, soprattutto con l’abbassamento dei prezzi delle commodities. Inoltre la diminuzione del tasso di interesse ha portato a movimenti speculativi che hanno aumentato il valore del dollaro; lo stesso è successo all’euro in Europa. Non è vero che nel 2008 la crisi non ci ha contagiati. Nel 2009 il Pil era diminuito, non di molto ma l’economia aveva rallentato. Tuttavia già nel 2010, grazie all’aumento della domanda nel mercato interno, si era subito ripreso. Ma ormai, mi ripeto, tutte le crisi sono globali.

FIRSTonline – Dilma Rousseff ha dichiarato che il Brasile è “partner della Ue” e che si impegnerà a contribuire alla ripresa dell’economia europea. Come pensa che potrà agire a riguardo?

Tobirios Dantas – Penso che questo movimento di aiuto sarà generale e molti altri Paesi importanti, come la Cina, ne faranno parte e il Brasile collaborerà certamente. Ma la crisi del debito europea è una crisi politica non economica. A livello monetario è evidente: il debito greco è impagabile, ritengo non ci sia alcun modo di trovare i capitali necessari per ripagare i creditori. I greci dovrebbero dichiarare il default e ricominciare a stampare dracme. Il problema è solo della banche frencesi e tedesche, e loro lo sanno. Però continuano a far finta di trovare una soluzione. E nel frattempo per i greci la situazione peggiora. Sta tutto nelle mani dei leader europei.

FIRSTonline – Non lascia nessuna speranza ai greci insomma?

Tobirios Dantas – Se i greci iniziassero a ricevere i loro salari in dracme starebbero meglio. E le banche francesi e tedesche dovrebbero pensare a un allungamento delle scadenze del debito talmente lungo che equivarrebbe a riconoscere che quei soldi non li rivedranno più. Così però potrebbero ricominciare da capo e “in regola”.

FIRSTonline – Qualche banca, come Dexia, ha già iniziato a traballare, forse prima o poi cederanno sul serio. Ma torniamo al Brasile. Qual è la politica economica di Dilma Rousseff? E’ molto diversa da quella di Lula?

Tobirios Dantas – Dilma sta seguendo una politica fiscale keynesiana con mosse più ortodosse nella politica monetaria. Si preoccupa molto di dare uno stimolo fiscale allo sviluppo e lo fa attraverso i trasferimenti pubblici (come il progetto di Bolsa Familia), aumentando il salario minimo, sostenendo alcuni mercati e migliorando le condizioni della popolazione più povera. Ma anche attraverso una politica industriale di stimoli all’innovazione e alle imprese esportatrici. Infine attraverso investimenti nelle infrastrutture (soprattutto nelle ferrovie e nell’urbanizzazione). La politica fiscale non è troppo diversa da quella di Lula ma prevede sforzi maggiori e un maggiore dinamismo dell’economia.

FIRSTonline – E la politica monetaria? Quali sono i rapporti tra Dilma e la Banca Centrale?

Toribios Dantas – Governo e Banca centrale rimangono due istituti separati. Però adesso il presidente della BC non è più un ex direttore di una banca privata, ma segue una carriera distinta, a parte, per questo è più orientato a venire incontro alle problematiche di sviluppo del Paese. La politica monetaria non è cambiata di molto rispetto al governo precedente. Continuiamo ad avere un tasso di interesse altissimo, anche se è stato leggermente abbassato e ritengo che durante la prossima riunione lo abbasseranno nuovamente. Infine per quanto riguarda la politica cambiaria si tende a valutare un po’ di più il real, affinché le importazioni non siano un problema per l’economia interna.

FIRSTonline – Lei si occupa di investimenti diretti esteri, il Brasile è stato definito da uno studio di JP Morgan, il Paese che attira di più gli investitori esteri. Chi sono i maggiori interessati? Per i Mondiali nel 2014 e le Olimpiadi a Rio nel 2016 stanno arrivando capitali freschi nel Paese?

Toribios Dantas – Ancora non ci sono molti investimenti esteri verso i Giochi. La maggior parte proviene da enti brasiliani e ritengo ci sia ancora spazio per accogliere investitori stranieri. In Brasile in generale più della metà degli IDE provengono dalla Cina. Sono loro i più interessati, non solo al Brasile, ma anche al Perù, Argentina e Cile più della metà dei capitali esteri provengono dal gigante asiatico.

FIRSTonline – E l’Italia?

Toribios Dantas – No, le relazioni con gli italiani non sono così importanti, o almeno, non ancora. Gli investimenti degli italiani in Brasile non superano una quota del 2%, ma ci piacciono gli italiani. Se decidessero di investire di più da noi sarebbero sicuramente bene accolti.

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