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Time: Persona dell’anno, chi succederà a Greta?

La rivista americana proclamerà il vincitore giovedì 10 dicembre: tra i favoriti Anthony Fauci, gli “Essential workers” e il movimento Black Lives Matter.

Time: Persona dell’anno, chi succederà a Greta?

Giovedì 10 dicembre il settimanale americano Time, come ogni anno da quando nel 1927 fu scelto l’aviatore Charles Lindbergh, svelerà il Person of the Year del 2020. Un anno tribolato quello che ci stiamo lasciando alle spalle, e che lo stesso Time, dedicandogli una copertina, ha definito il peggiore di sempre: non ci sarà dunque da stupirsi se a succedere a Greta Thunberg, vincitrice nel 2019, sarà una persona (o una categoria di persone) legata all’emergenza sanitaria Covid-19. La rivista peraltro è da qualche anno più sensibile ai temi sociali e ambientali: dopo aver premiato per lungo tempo principalmente dei politici (e quasi sempre degli uomini: la prima donna è stata Angela Merkel nel 2015), Time ha sdoganato nel 2011 la figura del “manifestante”, con riferimento ai ribelli della primavera araba; nel 2014 i “combattenti dell’Ebola”; nel 2017 le “silence breakers”, le donne che hanno rotto il silenzio e denunciato le molestie sessuali; e l’anno scorso proprio la giovanissima ambientalista svedese.

Anche questa volta a vincere potrebbe essere non una persona ma una categoria: tra le nomination legate al Covid e considerati tra i favoriti ci sono infatti gli “essential workers”, gli eroi in prima linea negli ospedali, nelle strutture private, nelle residenze per anziani. Medici e personale sanitario, più volte celebrati (ma anche messi in discussione, purtroppo) in questi mesi, meriterebbero in effetti un riconoscimento: solo in Italia, tra medici e infermieri ci sono già stati oltre 200 decessi dall’inizio della pandemia. Altro papabile strettamente legato al Covid è Anthony Fauci, l’immunologo statunitense che in questi mesi è stato uno dei simboli della lotta al virus, tanto da essere stato chiamato dal presidente Donald Trump a far parte della task force dedicata ad affrontare l’emergenza. In tale veste si è distinto soprattutto per aver spesso contraddetto o rettificato le affermazioni deliranti pronunciate dal tycoon, che lo ha poi silurato. Ora Fauci è stato riabilitato da Biden e potrebbe essere proprio lui la figura più rappresentativa di questo 2020.

Tra le altre nomination spiccano quella degli attivisti del Black Lives Matter: il 2020 purtroppo è stato anche l’anno di George Floyd e dell’esplosione delle tensioni sociali e razziali negli Stati Uniti. Inoltre questo movimento, sostenuto da molte star dello spettacolo e dello sport, è in qualche modo risultato decisivo anche per la vittoria di Joe Biden alle presidenziali, visto che è stato in grado di mobilitare al voto la comunità afroamericana, ovviamente contraria alla rielezione di Trump. In linea con questa dinamica ci sarebbe anche la candidatura di LeBron James: il campione della Nba ha non solo vinto il titolo con i Los Angeles Lakers, ma è da tempo impegnato in battaglie politiche e sociali e quest’anno ha lanciato il movimento More Than A Vote, proprio per finanziare l’apertura di seggi nelle periferie e nelle realtà più isolate e disagiate. A proposito di basket Nba, nella lista c’è anche Adam Silver, il boss della lega, che è riuscito nell’impresa di creare la “bolla” perfetta per portare a termine il torneo in piena emergenza. Improbabile comunque che venga considerato addirittura il personaggio dell’anno.

E’ da escludere anche la riconferma di Papa Francesco e Greta Thunberg, già vincitori del premio e nuovamente nel lotto dei papabili. Lo stesso Donald Trump è ricandidato, dopo essere stato l’uomo dell’anno nel 2016, quando fu clamorosamente eletto alla Casa Bianca. Con lui l’immancabile stuolo di politici: c’è ovviamente il successore Biden, ma anche Putin, Erdogan, Xi Jinping, persino Bolsonaro, nuovamente Angela Merkel e poi la nouvelle vague delle afroamericane protagoniste della scena politica Usa: la vicepresidente in pectore Kamala Harris, la pasionaria socialista Alexandra Ocasio-Cortez, l’attivista della Georgia Stacey Abrams. A proposito di afroamericani attenzione anche al campione di Formula 1 Lewis Hamilton, che nel 2020 è diventato il pilota più vincente di sempre, superando Michael Schumacher. Invece a proposito di figure politiche femminili, è in lizza anche il primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern, ormai conosciuta in tutto il mondo come paladina dei diritti civili, della tolleranza e per la sua gestione dell’emergenza.

Chi altro potrebbe vincere? Nell’elenco dei nominati non figura neppure un italiano e solo un calciatore: non si tratta però né di Cristiano Ronaldo né di Leo Messi, né tantomeno del recentemente scomparso Diego Armando Maradona, ma dell’attaccante del Manchester United Marcus Rashford. Il campione-attivista quest’anno ha lanciato una campagna social raccogliendo un milione di firme contro un provvedimento dell’esecutivo, che aveva respinto la proposta della somministrazione di pasti gratuiti agli studenti del Regno Unito in difficoltà economica. Il risultato è che il premier Boris Johnson è stato costretto a tornare sui suoi passi e a stanziare quasi 200 milioni di euro per affrontare questa problematica. Rashford si è anche impegnato personalmente per distribuire pasti gratuiti alle comunità bisognose. La sua proclamazione sarebbe senz’altro più appassionante di quella di Jeff Bezos: nel 2020 avrebbe senso premiare l’uomo che è diventato il più ricco del mondo (e ancora molto più ricco) anche grazie alla pandemia? Meglio, a quel punto, il principe Harry e la moglie Megan, entrambi nel lotto per aver rinunciato ai loro privilegi.

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