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Tim, rete unica più vicina: via libera di Kkr all’accordo con Open Fiber per l’affitto delle reti

Il fondo americano Kkr ha dato il via libera all’accordo commerciale di Tim e Open Fiber per la fibra nelle cosiddette aree bianche: un altro passo avanti verso la rete unica

Tim, rete unica più vicina: via libera di Kkr all’accordo con Open Fiber per l’affitto delle reti

Un altro passo avanti verso la rete unica. Ieri il fondo americano KKr, che detiene il 37,5% di Fibercop (la rete secondaria di Tim), ha dato il via libera all’accordo commerciale tra Tim e Open Fiber, che potrà così utilizzare in affitto le infrastrutture di rete già realizzate dalla maggiore compagnia telefonica italiana nelle cosiddette aree bianche (quelle del territorio meno popolate), evitando inutili duplicazioni degli investimenti. Kkr si è cautelata dando il suo consenso all’accordo a condizione che crei valore e che questo non sia conteggiato nel futuro accordo generale che si profila tra Tim e Open Fiber.

Rete unica: Scannpapieco (Cdp) da Vivendi per spianare la strada

L’accordo commerciale tra Tim e Open Fiber è una buona notizia per la copertura in fibra delle aree bianche. nelle quali Open Fiber ha vinto otto gare e Tim altre sei. Ma non è l’unica, perché, grazie anche all’attività diplomatica del’Ad di Cassa depositi e prestiti, Dario Scannapieco, che è azionista di controllo di Open Fiber e secondo azionista di Tim e che nei giorni scorsi è espressamente volato a Parigi per incontrare i vertici di Vivendi (primo azionista di Tim con il 24%), a breve si dovrebbe arrivare all’attesa firma del Memorandum of understanding, che è il passo decisivo e vincolante per il matrimonio tra Tim e Open Fiber, precisandone il perimetro, i tempi e le modalità di attuazione.

Rete unica: il complesso percorso verso le nozze tra Tim e Open Fiber

Secondo le indiscrezioni finora circolate, Tim dovrebbe conferire a una società separata, chiamata Telecom Italia, la rete primaria, quella secondaria (che è in Fibercop) e i cavi sottomarini di Sparkle, mentre il cosiddetto backbone (la dorsale in fibra che collega tutte le centrali per il fisso e per il mobile) dovrebbe per ora restare in capo a Tim.

Una volta realizzato lo scorporo dell’intera rete, dovrebbe essere un consorzio guidato da Cdp a prenderne il controllo attraverso un’offerta per arrivare finalmente alla fusione con Open Fiber. I passaggi procedurali per arrivare all’atteso matrimonio sono complicati e richiederanno tempo, ma finalmente si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel e la rete unica non è più una chimera.

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