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Tim: per ora niente due diligence per KKR ma entro l’estate Labriola dividerà il gruppo in due parti

L’assemblea e il Cda di Tim confermano Pietro Labriola nuovo Ad del gruppo che per ora nega la due diligence a KKR e promette di dividere Tim in due entro l’estate

Tim: per ora niente due diligence per KKR ma entro l’estate Labriola dividerà il gruppo in due parti

La storia tra Tim e l’americano Kkr per ora si ferma qui. A meno che la situazione non cambi, il Cda della società di comunicazione, riunitosi oggi sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha deliberato all’unanimità di non ritenere opportuno, in questa fase, dare seguito alla richiesta di due diligence.

Del resto, Pietro Labriola, oggi confermato Amministratore Delegato della Società, ha ora molte altre frecce al suo arco. Innanzitutto la sua proposta di spacchettare le attività della società, operazione che potrebbe essere definita prima dell’estate, ha convinto parecchi pretendenti a farsi avanti. Inoltre Tim ha già fatto passi formali verso la costituzione di una rete unica con Open Fiber, ha confermato il rilancio delle attività in Brasile e il lancio del 5G. Tutti elementi che hanno fatto bene al titolo.

Troppe cose sono cambiate dall’inizio della storia con KKR

Lo scorso 19 novembre il fondo americano Kohlber Kravis Roberts & Co. L.P. aveva inoltrato una manifestazione d’interesse indicativa e non vincolante per Tim con un prezzo di 0,505 euro per azione. Lo scorso 4 aprile KKR ha dichiarato di non essere in grado di confermare tale interesse per via del profit warning di dicembre dopo l’annuncio di risultati inferiori alle aspettative per l’esercizio 2021, delle nuove guidance sul piano strategico 2022-2024, anch’esse inferiori alle attese (e significativamente più basse rispetto al broker consensus per il 2022) e del downgrade delle agenzie di rating con outlook negativo.

Di conseguenza, il Cda oggi “ha deliberato all’unanimità di non ritenere opportuno, in questa fase, dare seguito alla richiesta di due diligence” dice una nota. “Qualora KKR decidesse di presentare un’offerta concreta, completa e attrattiva (che contenga, fra le altre cose, anche l’indicazione del prezzo per azione ordinaria e di risparmio di Tim), il Cda sarà nella posizione di riconsiderare la propria decisione nell’interesse di tutti gli azionisti”.

I pretendenti in lista d’attesa: le offerte di Cvc e di Apax

Labriola, dopo aver preso il timone di Telecom Italia lo scorso il 17 dicembre, a marzo ha annunciato di voler abbandonare la struttura di gruppo verticalmente integrato a favore della divisione in due entità separate, una per la rete (NetCo) l’altra per i servizi la ServCo a sua volta suddivisa in Consumer ed Enterprice. Ciò è stato visto molto più appetibile e l’interesse dei fondi di private equity internazionali non si è fatto mancare.

Ora in pole position ci sono le offerte di Cvc e di Apax. Apax, secondo alcuni osservatori, ha già sul suo tavolo il dossier con gli asset della ServCo. Il fondo inglese, specializzato proprio nelle società di telecomunicazione, nel 2008 si era affacciato al dossier di Wind e nel 2005 rilevò, con Tpg, Tim Hellas per un valore di 1,1 miliardi di euro. Il dossier di Tim è osservato da vicino anche da Iliad in quanto qualche mese fa proprio Apax aveva affiancato Iliad nell’offerta per il 100% di Vodafone Italia.

Nei giorni scorsi è arrivata poi l’offerta non vincolante del fondo di private equity internazionale Cvc per una quota massima del 49& della parte business, la EnterpriseCo, dove potrebbero essere raccolte le digital company Noovle (Cloud), Olivetti (IoT) e Telsy (cybersecurity).

Inoltre, entro fine mese prenderà più forma il progetto della rete unica. In questi giorni Tim, su richiesta della Consob, ha reso noto di aver avviato le trattative con CDP Equity, azionista di maggioranza (60%) di Open Fiber, per l’integrazione tra le due reti.

Tim Brasil e 5G

Il Brasile resta il fiore all’occhiello di Tim, con l’acquisizione degli asset di Oi e il lancio del 5G, come si legge nella lettera agli azionisti: “Per quanto riguarda le attività brasiliane il miglioramento della nostra capacità competitiva, scrivono Rossi e Labriola, è stata conseguita attraverso l’arricchimento e il maggior valore della nostra offerta commerciale che ci ha portato ad un rafforzamento sia in termini di incremento della base clienti sia in termini di ricavo medio per utente. Quest’ultimo in particolare è cresciuto in misura maggiore rispetto ai concorrenti. L’approvazione da parte delle autorità brasiliane dell’operazione che ha portato Tim Brasil ad acquisire una parte rilevante degli asset del gruppo Oi determinerà un incremento della base clienti, che a sua volta ci permetterà di far crescere le economie di scala e di scopo”.

“Ulteriore stimolo e crescita arriveranno dal lancio del 5G e da un’ulteriore valorizzazione della base clienti costruita attraverso partnership dedicate, che interesseranno il settore bancario e l’entertainment” concludono.

L’Assemblea degli azionisti di Tim incorona Labriola

Oggi si è tenuta anche l’assemblea degli azionisti di Tim che ha approvato il bilancio 2021 e ha incoronato Pietro Labriola, direttore Generale di TIM, nella carica di Consigliere dopo che era stato cooptato e nominato Amministratore Delegato lo scorso 21 gennaio. con il 99,1% dei voti favorevoli. Il suo mandato cesserà unitamente a quello degli altri consiglieri a fare data dall’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.

Al 31 dicembre 2021 di TIM ha chiuso con una perdita netta pari a 8,3 miliardi di euro coperta mediante integrale utilizzo degli utili portati a nuovo (pari a 7,3 miliardi di euro) e prelievo da riserve per 956,7 milioni di euro (94,54% voti favorevoli), dice una nota della società. Nella stessa sede è stato anche approvato il piano di stock options 2022-2024 rivolto a una parte del management titolare di posizioni organizzative determinanti ai fini del business aziendale, mentre nella seduta straordinaria l’assemblea ha approvato anche l’emissione di nuove azioni ordinarie a servizio del Piano di Stock Options (81,62% voti a favore) modificando di conseguenza l’art. 5 dello Statuto sociale sul capitale sociale.

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