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Tim, l’offerta del fondo Kkr sul tavolo del Cda. I dipendenti: “Ora è tempo di decidere”

Prosegue il lungo weekend per la cessione della rete di Tim – I rappresentanti di due associazioni all’interno del gruppo hanno sottolineato la necessità di chiudere la partita per non danneggiare ancora la società e frenare il suo sviluppo

Tim, l’offerta del fondo Kkr sul tavolo del Cda. I dipendenti: “Ora è tempo di decidere”

Sarà un lungo weekend per Tim. Ieri è partita la maratona di riunioni del Consiglio di amministrazione per esaminare l’offerta vincolante di Kkr sul dossier Netco, che scadrà mercoledì 8 novembre, mentre Sparkle ha presentato un’offerta non vincolante. Ma anche oggi, sabato 4 novembre, il board si riunirà: prima un aggiornamento in sede formale e poi un momento di confronto informale interno con il management, il cfo e le strutture aziendali. Una tre giorni intensa che si chiuderà domani quando nel pomeriggio si riunirà il Cda per deliberare sull’offerta vincolante avanzata dal fondo americano. Ad agitare le acque, la cordata alternativa promossa da Alessandro Barnaba, fondatore del fondo d’investimento lussemburghese Merlyn Partners, in partnership con Stefano Siragusa (ex dg di Tim) che ieri hanno scritto una lettera al ministero dell’Economia per chiedere un incontro. Da parte sua Giorgetti non si è sbilanciato limitandosi a un “aspettiamo e vediamo”. E mentre la partita sulla rete diventa sempre più incandescente i rappresentanti di due associazioni all’interno del gruppo, Cristina Carollo e Mauro Martinez, hanno sottolineato la necessità che tutti i decisori, consiglieri e azionisti, si assumano la responsabilità delle loro azioni e riflettano sulle conseguenze che queste hanno sul titolo, sull’occupazione e sui piani di sviluppo dell’operatore.

Carollo (NoiD): “Tutti si assumano responsabilità, è tempo di decidere”

Cristina Carollo, presidente di NoiD Telecom, a Lapresse, ha richiamato l’attenzione sull’approvazione del piano nel 2022 da parte del Consiglio, incluso Vivendi. “Non è il piano di Labriola e non deve essere considerato un fatto personale perché è il frutto delle analisi di gran parte del management di Tim che conosce bene il mercato delle tlc e sa ciò che è realizzabile e ciò che non lo è. Considerato che tutti gli elementi sono sul tavolo e che sono stati condivisi mano a mano che sono stati arricchiti di dettagli, ora è tempo di decidere, evitando di far accadere quello che avviene tipicamente in Italia, ossia che le decisioni devono essere prese dai giudici. Ci aspettiamo che tutti i decisori, Consiglieri ed eventualmente gli azionisti si assumano la responsabilità delle loro azioni pensando alle conseguenze che hanno sul titolo, sull’occupazione, sui piani di sviluppo di Tim”.

Martinez (Cnq): “Mai così vicini a risolvere problema, è il momento giusto”

Mentre Mauro Martinez, presidente di Cnq, l’Associazione dei quadri e delle alte professionalità del gruppo Telecom Italia, ha sottolineato a Lapresse l’importanza dell’unità tra gli azionisti del gruppo. “Il nostro appello va anche e soprattutto agli azionisti di Tim: non servono scontri e conflitti che non fanno altro che danneggiare la società e frenare il suo sviluppo. Bisogna essere uniti e lo diciamo da azionisti oltre che come rappresentanti dei Quadri e delle Alte Professionalità di questo Gruppo”. E ha aggiunto: “Dobbiamo traguardare insieme gli obiettivi che ci siamo dati, perché non siamo mai stati così vicini a risolvere il problema di un debito caricato su questa azienda da scalate dei cosiddetti ‘capitani coraggiosi’ e certo non generato dalle operazioni del management.”

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