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Termostato, sensore, telecamera: tutti i pro e i contro della casa smart. Occhio alla sicurezza con prodotti affidabili

La casa digitale consente risparmi di energia e acqua molto importanti. Ma bisogna sapere scegliere. Il caso BTicino, interamette made in Italy

Termostato, sensore, telecamera: tutti i pro e i contro della casa smart. Occhio alla sicurezza con prodotti affidabili

La casa smart, l’edificio intelligente, la città connessa e l’auto sempre collegata; ormai la transizione digitale è ovunque, è di moda, e se ne scrive e se ne parla molto. Anche troppo. E molti utenti che hanno acquistato device smart (termostati, telecamere, sensori, meter eccetera) sono rimasti delusi perché o sono complicati o fanno cilecca. E molti hanno cominciato a temere che occhi e orecchie estranei possano violare la nostra privacy

Una domanda fondamentale: perché affidare per esempio a una società sconosciuta? Diverse volte alla fiera DEF CON di Las Vegas, l’assise degli ex hacker più preparati, con semplici software da 200 dollari acquistati online, sono stati facilmente hackerati siti privati e pubblici. 

La soluzione? Ci si deve fidare solo di prodotti provenienti da aziende conosciute, europee, con fabbriche “vere” in Europa, e non di importatori on line. La sicurezza è qualcosa di molto molto serio. D’altra parte solo la tecnologia digitale di un controllo intelligente, remotabile, protetto, può dare risposte efficaci all’inderogabile necessità di risparmiare energia, gas, acqua, cibo, di inquinare sempre di meno, di proteggere senza falsi allarmi case e persone. E in questo settore, la tecnologia e la ricerca italiane stanno affermandosi poiché da alcuni decenni il distretto dell’edificio smart e della security operano con successo aziende italiane. Alcuni nomi sono ormai noti a livello internazionale, come BTicino, CAME, VIMAR, Gewiss.

La smart home facile di Bticino

BTicino, uno dei n.1 mondiali dell’edificio intelligente, con i suoi oltre 900 milioni di fatturato, capofila italiano del gruppo Legrand, ha presentato la serie MatixGo che costituisce una reale innovazione -interamente made in Italy – per la smart home poiché innanzitutto esce da una nuova piattaforma industriale nella quale sono state investite alcune decine di milioni di euro e non da un insieme di ioT di varia origine. E perché rappresenta una totale integrazione delle funzioni smart per la prima volta comuni a tutti gli spazi e per tutte le destinazioni, dal residenziale al terziario, dall’indoor all’outdoor, dagli hotel agli ambienti sanitari. 

Questa razionalizzazione che parte dal progetto, spalmandosi su una piattaforma industriale estremamente flessibile e ecosostenibile (certificata), compie un passo fondamentale per rendere accessibile sia economicamente che “culturalmente” la transizione digitale dello spazio domestico. Tanto più che sta diventando standard condiviso e unificatore a livello globale il protocollo Matter al quale faranno riferimento le migliori aziende. 

Cos’è e cosa fa MatixGo

Che cosa porta MatixGo a questo obiettivo comune? Una proposta impiantistica, completa di dispositivi connessi che hanno una compatibilità totale anche per future aggiunte. MatixGO consente di realizzare o modificare un’installazione senza la necessità di smontare o rifare il cablaggio, risparmiando in questo modo molto tempo; basta infatti aggiungere accessori o prodotti dedicati per garantire una funzionalità immediata. Tradotto in termini non hi tech, la transizione digitale della casa diventa immediata.

L’affidabilità prima di tutto

Scorrendo le presentazioni di molti device smart si sprecano promesse spesso difficili da mantenere sulla totale compatibilità con gli aggiornamenti futuri, con device di altri brand, e soprattutto su una installazione semplificata.

 Il settore è infarcito di troppi cataloghi costituiti da accozzaglie elettroniche di differenti fabbriche, non affidabili, non sicure, di termostati, meter, telecamere, sensori, controlli in remoto e assistenti vocali, che si autodefiniscono intelligenti ma che sono poco affidabili, prive di qualsiasi garanzia, spesso con certificazioni false o inventate. E cioè al 90 per cento provenienti da fabbriche no brand terziste situate in Asia, senza indirizzo, telefono, sito. Per inciso: il 70 per cento dei fornitori di componenti dei prodotti della BTicino sono italiani; i dispositivi IoT che fanno parte della collezione Matix-GO sono della società Netatmo, acquisita dalla Legrand. 

Tutti i prodotti Bticino sono made in Italy da sempre, connessi in sicurezza e riciclabili. Con l’acquisizione da parte della Legrand la società italiana ha potuto incrementare investimenti impegnativi per proseguire quella rivoluzione partita lontano negli anni 60, che ha fatto dell’umile “placca” dei comandi della luce un centro di funzioni sempre più evolute. 

BTicino infatti è stato la prima azienda a portare la domotica prima e poi le funzionalità smart in tutta la casa e nell’edificio semplicemente trasformando il comando della luce in un centro intelligente, integrando qualsiasi connessione, sensore, e device. Con un’altra prerogativa unica: il design che si è tradotto in collezioni in grado di adattarsi all’arredamento grazie ai materiali e alle finiture esclusive. Legrand ha lasciato del tutto libera l’azienda italiana di sperimentare e innovare e oggi è il brand di punta del gruppo nello specifico settore dell’edilizia di qualità che unisce hi tech e design. “L’Italia ha un ruolo chiave in questo importatissimo nuovo lancio. spiega Cinzia Papis, Responsabile Industriale del sito di Varese – Il sito è centro di sviluppo, produzione e design e, insieme al polo di ricerca e produzione di Erba, racconta una storia di successo dal DNA italiano, dal forte legame con il territorio”.

Pochi sanno che con le sue pluridecennali innovazioni – premiate in tutto il mondo – BTicino è uno dei volani del Paese poiché investe in tecnologie e manifatture con ben 12 siti in tutto il Paese, quasi 3mila dipendenti (in crescita), 230 distributori, 65mila installatori e 34 centri di assistenza. È così uno dei protagonisti mondiali della transizione digitale dell’edilizia, e è impegnata a contribuire per il raggiungimento dell’impellente obiettivo che l’Europa si è data di ridurre l’immane impatto inquinante che oggi esercita sull’ambiente l’edilizia “analogica”. Un recentissimo studio della Community Smart Building riporta dati molto interessanti elaborati dalla The European House-Ambrosetti, su quanti benefici può portare l’edificio intelligente: un risparmio energetico annuo del 20-24 per cento e uno idrico (sempre più importante) del 4-5 per cento.

Un gigantesco mercato

Le tecnologie digitali stanno trasformando il mondo del progetto e del Real Estate tanto che per gli edifici intelligenti è in atto una crescita, a livello globale, a due cifre.

Le numerose ricerche non rendono con sufficiente affidabilità le dimensioni dei mercati poiché tendono a confondere e a mescolare le vendite degli IoT con quelle degli impianti e dei loro componenti e addirittura con i servizi collegati alla digitalizzazione. 

Partiamo dagli impianti, contesto ove opera, BTicino. Secondo Research and Markets, le vendite, sempre a livello globale, degli impianti degli edifici hanno superato nel 2022 i 73 miliardi di dollari, mentre quelli della casa intelligente i 79. Sono esclusi, da questi consuntivi gli IoT,e cioè i singoli devices connessi e gli oggetti e gli apparecchi che fanno parte di una rete connessa. E costituiscono un altro gigantesco mercato le cui dimensioni sono in continuo aumento e soprattutto non quantificabili. Per quanto riguarda le case smart  Investopedia avrebbe calcolato che nel mondo sono circa 170-180 milioni e in forte crescita.

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