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Telecom Italia: giù i ricavi, su gli utili e dividendo solo per le risparmio

Telecom Italia torna in utile nel 2016 e chiude l’esercizio con ebitda in aumento e indebitamento finanziario in ribasso. Sulla base di questi risultati il cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo per le sole azioni di risparmio pari a 2,75 euro.

Telecom Italia: giù i ricavi, su gli utili e dividendo solo per le risparmio

Telecom Italia torna in utile nel 2016 e chiude l’esercizio con ebitda in aumento e indebitamento finanziario in ribasso. Sulla base di questi risultati il cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo per le sole azioni di risparmio pari a 2,75 euro.

Notizie che confermano le aspettative degli analisti e degli investitori di Piazza Affari, dove il titolo ha concluso la seduta con un rialzo del 2,63%, tra le migliori blue chip della giornata.

Tornando ai conti, nel 2016 i ricavi sono scesi a 19.025 milioni di euro in calo del 3,5% rispetto all’esercizio 2015 (19.719 milioni di euro). La società sottolinea che “in termini di variazione organica, calcolata escludendo l’effetto della variazione dei tassi di cambio e del perimetro di consolidamento, i ricavi consolidati si riducono del 2,6% (-501 milioni di euro)”.

L’utile del Gruppo torna in positivo, attestandosi a 1,8 miliardi di euro a fronte dei 70 miliardi di perdite registrati nel 2015, mentre il Risultato Operativo (Ebit) è pari a 3,7 miliardi di euro, in salita del 25,6% rispetto all’esercizio 2015 (+26,8% in termini organici).

L’ebitda a fine 2016 si è attestato a 8.002 milioni di euro, un risultato che rappresenta un incremento del 14,2% rispetto. In termini organici l’ebitda evidenzia una variazione positiva di 1.057 milioni di euro (+15,2%) rispetto all’esercizio precedente con un’incidenza sui ricavi in aumento di 6,5 punti percentuali.

L’indebitamento finanziario netto è sceso a 25.119 milioni di euro al 31 dicembre 2016, in diminuzione di 2.159 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2015 (27.278 milioni di euro). “Nell’esercizio 2016 – sottolinea la società – la riduzione dell’indebitamento è stata garantita dalla positiva dinamica della gestione operativa, dai benefici derivanti dalla conclusione dell’operazione di cessione del gruppo Sofora – Telecom Argentina (con l’incasso del prezzo e il conseguente deconsolidamento del relativo indebitamento finanziario) e dal rafforzamento patrimoniale derivante dalla conversione in azioni TIM, nel mese di novembre, del Mandatory Convertible Bond per 1,3 miliardi di euro. Il livello di debito è stato per converso influenzato negativamente dall’andamento del tasso di cambio del Brasile”.

Tim ha inoltre definito un progetto che prevedere di raggiungere nel 2018 la copertura in fibra del Paese al 95% con quasi due anni di anticipo rispetto a quanto previsto dal piano industriale. Nel 2019 la copertura salirà al 99%, grazie anche a tecnologie wireless, mantenendo invariati i capex previsti dal piano industriale con l’affiancamento di un partner finanziario che sarà scelto nei prossimi mesi.

Il cda ha approvato il progetto presentato dall’ad, Flavio Cattaneo, volto a creare società che si occuperà esclusivamente dello sviluppo selettivo di nuove infrastrutture in fibra in aree inserite nella classificazione dei cluster C e D (cosiddette “aree bianche” o rurali) in base alle norme Ue. ll progetto, si spiega in una nota, non determina per il Gruppo Tim un incremento del livello di investimenti già programmati.

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