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Telecom Italia e Fastweb, alleanza per la fibra

L’obiettivo è collegare in fibra ottica tre milioni di unità abitative nelle principali 29 città già coperte in Fttc (che garantisce velocità di almeno 1 Gb al secondo) entro il 2020 – L’investimento previsto è di 1,2 miliardi – Intanto, Telecom chiude il miglior trimestre dal 2009.

Telecom e Fastweb hanno avviato una partnership strategica per costruire una rete Ftth (Fiber to the Home) capace di garantire velocità di almeno 1 Gigabit al secondo. Lo comunicano le due società, precisando che i lavori di costruzione dell’infrastruttura e di posa delle fibre saranno realizzati attraverso una joint venture co-partecipata dalle due aziende rispettivamente all’80% e al 20%, con l’obiettivo di collegare in fibra ottica tre milioni di unità abitative nelle principali 29 città già coperte in Fttc (Fiber to the Cabinet) entro il 2020, per un investimento complessivo previsto di 1,2 miliardi di euro.

La joint venture si finanzierà con debito e con equity. La quota di spettanza di Tim è già inclusa nei piani di investimento per il 2016-18 mentre quella di Fastweb si limiterà a 55 milioni per i prossimi 4 anni. “Tim e Fastweb – spiega Telecom – studieranno la possibilità di estendere la partnership anche ad altri settori di collaborazione per lo sviluppo congiunto di infrastrutture passive e di tecnologie per la rapida diffusione della banda ultralarga”.

Intanto, Telecom Italia ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 1,02 miliardi di euro, in netto rialzo rispetto ai 33 milioni dello stesso periodo del 2015. Sul risultato hanno inciso in modo positivo alcune poste contabili, tuttavia “in assenza di tali impatti, l’utile del primo semestre 2016 attribuibile ai soci dalla controllante sarebbe risultato di circa 650 milioni, in linea con l’analogo periodo 2015 ricostruito in termini omogenei”.

L’utile operativo cala del 5,6% a 1,7 miliardi con un incidenza sui ricavi che sale, però, di 0,8 punti percentuali al 18,5%. L’Ebitda migliora del 2,4% a 3,7 miliardi mentre i ricavi flettono del 9,9% (-4,9% la variazione organica) scendendo sotto i 10 miliardi a 9,1 miliardi. “La riduzione di 1.005 milioni di euro – sottolinea il gruppo in una nota – è attribuibile principalmente alla business unit Brasile per 833 milioni di euro e alla business unit Domestic per 128 milioni di euro”. L’indebitamento finanziario netto rettificato mostra un aumento di 236 milioni rispetto a fine dicembre toccando i 27,5 miliardi di euro.

Telecom Italia ha anche alzato le stime per l’anno in corso. Se, in precedenza, era prevista una stabilizzazione dell’Ebitda domestico sui livelli del 2015, adesso le nuove stime parlano di una crescita, per quanto “low single digit”, quindi inferiore al 5%. La strategia sul mercato mobile prevede di spingere sempre più sul 4G mentre la diffusione della fibra dovrebbe consentire di ridurre la contrazione della telefonia fissa.

Una particolare attenzione sarà dedicata al Brasile, che sta attraversando una profonda crisi economica che ha già portato al fallimento del quarto operatore, Oi, nel mese di giugno. Telecom spiega che “Tim Brasil si pone l’obiettivo di difendere e incrementare la propria market share sui ricavi e di migliorare la redditività (Ebitda Margin)”.

Nella prima parte dell’anno, proprio il Brasile ha registrato l’andamento più difficile anche se i risultati sono stati sopra le stime di mercato. I ricavi hanno mostrato una contrazione del 13,9% a 1,9 miliardi con un Ebitda in calo del 12,3%. Telecom Italia sta reagendo al mutato contesto economico brasiliano con una più forte attenzione ai costi e una riduzione degli investimenti che nella prima parte dell’anno è stata pari a 229 milioni di euro a fronte dell’aumento di 69 milioni (per un totale di 1,6 miliardi) per la business unit domestica.

In Italia, invece, i ricavi sono scesi dell’1,7% a 7,2 miliardi, ma il rallentamento del secondo trimestre (-1,2%) è stato meno marcato rispetto al primo (-2,3%). Riparte, in particolare, il fatturato del segmento mobile che ha mostrato un’accelerazione (+0,7%) nel secondo trimestre rispetto al primo (+0,6%). Migliorano anche i margini con un Ebitda cresciuto dell’11,9% a 3,2 miliardi grazie a una più forte riduzione delle spese per il personale (67 milioni contro 24 milioni) ma soprattutto al taglio della componente per contenziosi e sanzioni (16 milioni rispetto ai 370 milioni di un anno fa).

“Telecom registra in Italia il miglior trimestre dal 2009 a dimostrazione che le azioni intraprese sinora stanno portando risultati importanti – ha commentato l’ad di Telecom Italia, Flavio Cattaneo –. L’Ebitda organico è tornato a crescere sia su base trimestrale che semestrale, il fatturato del segmento mobile ha migliorato il suo trend di sviluppo e il fisso ha mostrato importanti segnali di recupero, trainato dagli investimenti in banda ultralarga”.

Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente, Giuseppe Recchi: “Siamo molto soddisfatti dei risultati di questo trimestre. È il primo importante passo del turnaround da tempo auspicato dal consiglio di amministrazione dopo anni di calo di fatturato e margini. Ritengo sia l’inizio di un percorso di crescita che farà sprigionare appieno le potenzialità di Telecom Italia”.

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