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Telecom e Fca sostengono Piazza Affari, Unicredit in altalena

Dopo la débacle di lunedì, perde slancio il tentativo di rimbalzo a Milano. Tuttavia i listini europei tentano di riassorbire l’effetto Trump mentre l’inflazione nell’Eurozona risale dell’1,8% in gennaio, con un balzo su dicembre trainato dalla Germania. Lo spread scende sotto quota 180 punti. Ancora debole Ubi, recuperano Banco Bpm e Bper.

Prove di rimbalzo a Piazza Affari dopo la caduta di inizio settimana. Migliorano anche le altre Borse europee, che tentano di assorbire l’effetto delle ultime decisioni di Donald Trump. A Milano, però, la riscossa ha perso slancio in tarda mattinata: l’indice Ftse Mib avanza dello 0,3% attorno a 18.800 punti. Meglio Londra (+0,5%), Parigi e Madrid salgono dello 0,3%, come Francoforte.

Il tasso di inflazione annuale a gennaio nella zona euro è atteso in netto rialzo, all’1,8% rispetto all’1,1% a dicembre. È rientrato a quota 180 lo spread Btp/Bund questa mattina, stringendo di 10 punti base dai massimi toccati ieri. Lo spread tra decennali italiani e tedeschi scambia a quota 181. Ieri era salito a 190, il picco dallo scorso Parallelamente il benchmark a 10 anni rende il 2,29%. Il tasso è sceso stamane fino a 2,27% dopo essersi spinto ieri al 2,35%, il livello più alto da luglio 2015.

Petrolio poco mosso: il Brent è scambiato a 55,2 dollari al barile, invariato sulla chiusura di ieri. Lieve recupero per Eni (+0,3%).

Il mercato accoglie positivamente le dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente di Eba Andrea Enria che ha invitato la Ue a creare una società di gestione che acquisti le sofferenze bancarie.

Ancora sotto i riflettori Unicredit: -4% in avvio, per poi guadagnare oltre 1%. Ora è di nuovo sotto (-1,45%). La banca ha aggiunto un altro miliardo alle svalutazioni già previste nel 2016 pari a 12,2 miliardi, prevede quindi di chiudere l’esercizio con una perdita netta di 11,8 miliardi. Il Cda di mercoledì fisserà prezzo e termini dell’aumento che potrebbe partire già il 6 febbraio. Il prezzo delle nuove azioni potrebbe essere 10,5 euro. 

Ancora debole Ubi (-1%), recuperano Banco Bpm (+1%) e Bper Banca (+1%). In ribasso anche Intesa (-0,5%). Tra sabato e domenica, il consiglio di amministrazione della banca potrebbe mettere a punto l’offerta su Generali (+0,2%): Hsbc ha abbassato la raccomandazione a Hold da Buy, target price a 15,4 euro. 

In evidenza Telecom Italia (+2,5%) in attesa del Cda di venerdì. Stamattina gli analisti di Morgan Stanley hanno confermato il giudizio Overweight, alzando il target price a 1,15 da 1,10 euro.

Sul titolo prosegue intanto la speculazione sul futuro ruolo di Vivendi che secondo i rumors sarebbe aperta a cedere la quota del 24%, che vale circa 3 miliardi di euro, per facilitare il progetto di creare un campione paneuropeo di broadcasting, del quale farebbe parte Mediaset (+0,1%). Ieri sera, interpellato su un possibile accordo con il gruppo guidato da Bollorè, Fedele Confalonieri ha risposto: “Non lo so vediamo, anche se lo sapessi non ve lo direi”.

Telecom non ha commentato le indiscrezioni, mentre il portavoce di Vivendi ha ribadito che il gruppo francese non vuole vendere la quota della compagnia telefonica italiana, nella quale si propone di essere azionista di lungo corso.

Tra le utilities lievi progressi per Enel (+0,5%). Meglio Terna (+1,2%), Barclays avvia la copertura con Overweight e un target di 4,90 euro. Snam +1%.

In ripresa anche il settore automotive. Fiat Chrysler avanza del 2% dopo i giudizi lusinghieri degli analisti: Goldman Sachs alza il target a 21,5 dollari da 20,8 dollari, conferma il giudizio Buy. Ubs ha confermato il giudizio Neutral e rivisto il prezzo obiettivo a 11,74 dollari (circa 11 euro) dai 7,14 dollari precedenti (circa 6,69 euro). Per Kepler, giudizio Hold, il nuovo prezzo obiettivo è di 10,5 euro dagli 8,95 euro precedenti. Morgan Stanley ha alzato il target price a 13 euro da 11.

Cnh Industrial +1,7%, oggi diffonderà i risultati. Exor +1,9%. Brembo +1%.

Nel lusso brilla Tod’s (+3,3%): Credit Suisse la promuove a Outperform e alza il target a 72 euro da 45 euro. Bene anche Ferragamo (+0,6%): sempre Credit Suisse alza il target price a 24 euro da 22 euro e conferma il giudizio Neutral. Luxottica (+0,2%) ha chiuso il 2016 con ricavi in leggera crescita (+2,8% reported) in linea con le attese degli analisti e con la parte bassa delle guidance, aiutato da una accelerazione nel quarto trimestre trainata principalmente dal settore retail.

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