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Tè e caffè, rincari record: clima e dazi di Trump spingono i prezzi sempre più in alto

I dazi di Trump colpiscono tè e caffè con tariffe fino al 50%, aggravando rincari già in corso per siccità e raccolti scarsi. Importatori e consumatori in allarme. Ritorno al yaupon in vista?

Tè e caffè, rincari record: clima e dazi di Trump spingono i prezzi sempre più in alto

Non bastava il clima: ora ci si mettono anche i dazi. Dopo mesi di rincari dovuti a siccità, raccolti scarsi e scarsità di offerta, i prezzi di tè e caffè subiscono un’ulteriore impennata. Dal 7 agosto sono entrate in vigore le nuove tariffe volute dall’amministrazione Trump, che colpiscono duramente i principali paesi esportatori.

Secondo Cnbc, importatori e rivenditori statunitensi sono già in allarme: tra gli scaffali, il rialzo è visibile e i primi effetti si sentono al registratore di cassa. “I prezzi del caffè stanno cambiando così velocemente che non possiamo ristampare i menù ogni volta che salgono”, racconta il gestore di un locale americano.

Prezzi già in salita da mesi

Già a gennaio, il caffè arabica aveva superato i 3,60 dollari alla libbra sui mercati internazionali, con il Brasile – primo produttore mondiale – a corto di scorte e un raccolto previsto in calo del 4,4%. Vietnam e India, altri due grandi fornitori, avevano rallentato le vendite, mentre i bar italiani avevano già ritoccato al rialzo i listini: 1,21 euro in media per una tazzina di espresso, +18% rispetto al 2021.

Dazi Trump: il Brasile paga il prezzo più alto

A pagare il prezzo più alto dei nuovi dazi di Trump è il Brasile. Sul caffè brasiliano – insieme a carne e miele – è scattata una tariffa del 50%, colpendo duramente il principale esportatore mondiale di arabica. Era stato annunciato che il settore sarebbe stato tra i più penalizzati, e così è stato. Il presidente Lula tenta ancora la via diplomatica con Washington per attenuare l’impatto, ma nel frattempo molti locali statunitensi scaricano i costi sui clienti, aumentando i prezzi nei menù.

Non solo piccole imprese: colpiti anche tè e spezie

L’effetto dei dazi di Trump non si ferma ai confini degli Stati Uniti ma viaggia anche oltre raggiungendo, per esempio, altre nazioni come Vietnam e India – entrambi colpiti con un’aliquota del 50% – fornitori di foglie di tè e spezie.

A Cnbc, la titolare di un’azienda statunitense di miscele chai racconta la sua preoccupazione: le sue spezie arrivano da Vietnam, Thailandia, Africa e Sudamerica, il tè dall’India e lo zafferano dall’Afghanistan. “A pesare di più sono i dazi sull’India”, spiega.

Un mese fa il Guardian ipotizzava che, di fronte a rincari e scarsità, i consumatori americani possano riscoprire il yaupon – un infuso nordamericano molto diffuso nel XVIII secolo, ricco di caffeina e coltivabile localmente. Resterà un’idea nostalgica o tornerà davvero sulle tavole?

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