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Tassi d’interesse: come funzionano? Dal Tan al Taeg cosa paghiamo e perché. Guida di Banca d’Italia

A cosa servono i tassi d’interesse? e che cosa sono? Alcune indicazioni sulle principali tipologie di tasso e sul loro utilizzo

Tassi d’interesse: come funzionano? Dal Tan al Taeg cosa paghiamo e perché. Guida di Banca d’Italia

I tassi d’interesse, oggi, sono all’ordine del giorno anche per via delle scelte di politica monetaria della Bce. L’applicazione di tassi d’interesse avviene per molte operazioni finanziarie, come i mutui per l’acquisto di una casa, i prestiti personali, le carte di credito, i depositi bancari o l’acquisto di un auto.

Ma effettivamente di cosa parliamo quando si fa riferimento ai tassi d’interesse? Cosa paghiamo e perché? Proviamo a fare un po’ di chiarezza per investire i nostri soldi in modo più consapevole, con l’aiuto della guida della Banca d’Italia da poco pubblicata proprio per facilitare la comprensione del sistema anche ai meno esperti.

Cos’è il tasso d’interesse?

In ambito economico, il tasso d’interesse attivo rappresenta la percentuale d’interesse che un debitore deve pagare a un creditore per un prestito ricevuto. In sostanza, il tasso è il costo che una persona o un’azienda deve pagare per poter prendere in prestito del denaro: un aggiunta alla somma che si dovrà pagare. Solitamente, i tassi d’interesse sono espressi come una percentuale del totale del denaro preso in prestito e sono calcolati su base annua.

Il tasso di interesse passivo, invece, si riferisce al rendimento che una banca o un altro intermediario finanziario offre ai propri clienti per depositi e risparmi. In altre parole, il tasso passivo è il tasso di interesse che viene pagato sui depositi.

Il tasso di riferimento è periodicamente definito, in ambito europeo, della Banca Centrale Europea mentre un tempo era deciso dalle banche centrali nazionali.

I tassi d’interesse sono importanti perché influenzano le scelte delle persone su come utilizzare il loro denaro. Ad esempio, se i tassi d’interesse sono bassi, le persone possono decidere di prendere in prestito denaro per investire o acquistare beni di consumo. Se i tassi d’interesse sono alti, invece, le persone possono essere disincentivate dal prendere in prestito denaro, riducendo la spesa e l’investimento. Il tasso va sempre considerato quando si fanno operazioni. Bisogna prestare attenzione ai contratti e confrontare i differenti servizi offerti dagli istituti di credito, scegliendo la migliore opzione per le proprie esigenze.

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Di seguito ecco le principali tipologie di tasso.

Tasso annuo nominale (TAN)

Il TAN rappresenta il tasso effettivo concordato tra creditore (come una banca o un istituto finanziario) e debitore (per esempio un cliente che richiede un mutuo o un prestito personale). È il costo del denaro prestato, espresso in percentuale del capitale ricevuto e su base annua. Ad esempio, se un cliente richiede un mutuo di 100.000 euro con un TAN del 2%, significa che dovrà pagare alla banca 2.000 euro di interessi all’anno per tutta la durata del mutuo. Questo tasso consente di determinare la quota di interessi che il cliente deve corrispondere alla banca a fronte di un mutuo per l’acquisto di un’abitazione o il rendimento che un risparmiatore riceve sul proprio deposito. Il TAN non tiene conto di eventuali spese aggiuntive, come quelle di istruttoria o di incasso, che possono essere applicate dalla banca. Per avere un’idea più completa del costo effettivo del prestito, è quindi necessario considerare anche altri indicatori, come il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale).

Tasso annuo effettivo globale (TAEG)

Il TAEG è un indicatore sintetico di costo che tiene conto non solo degli interessi sul prestito, ma anche di tutti gli oneri relativi al contratto di credito, come ad esempio le spese di apertura pratica, di gestione e di incasso. Il TAEG permette al debitore di confrontare facilmente i differenti servizi di finanziamento offerti dagli istituti di credito risultando così importante ai fini della trasparenza delle condizioni contrattuali. Le modalità di calcolo del TAEG variano a seconda della tipologia di contratto e le spese incluse nel calcolo possono non essere le stesse.

Tasso effettivo globale medio (TEGM)

Il TEGM è un indice di costo globale delle operazioni creditizie e si usa come parametro di riferimento per verificare potenziali situazioni usuraie così come definite dalla legge sull’usura (L.108/1996). La Banca d’Italia effettua ogni tre mesi la rilevazione del TEGM, basato sulla segnalazioni degli intermediari dei tassi applicati, in un determinato trimestre, a diversi tipi di operazioni bancarie e finanziarie.

Tasso annuo effettivo (TAE)

Il TAE è un tasso definito per finalità statistiche, calcolato sui finanziamenti in essere a una certa data e comprensivo degli interessi e di ogni onere addebitato alla controparte. Il TAE deve essere strettamente connesso con lo strumento segnalato e non costituire un recupero delle spese sostenute dall’intermediario.

La rilevazione trimestrale (TAXIA) della Banca d’Italia

Il regolamento BCE 2013/34 (e successive modifiche) e la circolare 248/2002 della Banca d’Italia prevedono la rilevazione dei tassi di interesse nominali attivi e passivi applicati alle famiglie e alle società non finanziarie, nell’ambito del processo di armonizzazione delle statistiche delle istituzioni finanziarie monetarie. I dati sono raccolti in tutti i paesi dell’area dell’euro da parte delle rispettive banche centrali nazionali e sono armonizzati a livello europeo.

La rilevazione trimestrale analitica dei tassi di interesse attivi (TAXIA) della Banca d’Italia è un’indagine periodica condotta dalla Banca d’Italia presso un campione rappresentativo di banche e intermediari finanziari in Italia, al fine di monitorare l’andamento dei tassi di interesse applicati sui prestiti erogati a imprese e famiglie. TAXIA rileva i tassi di interesse applicati per diverse tipologie di prestiti, come i mutui ipotecari, i prestiti personali, le linee di credito e le carte di credito. La TAXIA rappresenta quindi uno strumento importante per la Banca d’Italia e per il sistema finanziario italiano nel suo complesso, in quanto consente di monitorare l’evoluzione delle condizioni di finanziamento dell’economia e di valutare l’efficacia delle politiche monetarie e di regolamentazione del credito.

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