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Tasse: Dichiarazioni dei redditi anticipate e più semplici, nuove scadenze e sanzioni più leggere. Le novità dal Cdm

Il Consiglio dei ministri ha approvato altri due decreti di attuazione della delega fiscale mentre ha rinviato alla prossima settimana l’esame del decreto energia

Tasse: Dichiarazioni dei redditi anticipate e più semplici, nuove scadenze e sanzioni più leggere. Le novità dal Cdm

Il governo prosegue dritto nella sua opera di riforma fiscale: 730 semplificato, nuove scadenze, sanzioni più leggere e revisione dello Statuto dei diritti del contribuente. Sono alcune delle novità contenute nei due nuovi provvedimenti in materia fiscale varati oggi dal Consiglio dei ministri: “Modifiche allo Statuto dei diritti del contribuente” e “Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari”. A differenza di quanto indicato nell’ordine del giorno del pre-consiglio, è saltato l’esame del dl energia rinviato alla prossima settimana. Secondo il ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, sarebbero tre le misure che richiedono un supplemento di istruttoria: quelle sul rinvio della fine del mercato tutelato di luce e gas, quella sulla creazione di un polo per l’eolico offshore galleggiante nel Mezzogiorno, e quella sulle concessioni per l’idroelettrico. Ma vediamo tutte le novità dei provvedimenti approvati oggi.

Cambia il calendario per le dichiarazioni dei redditi

Dal prossimo anno le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche e delle società dovranno essere inviate entro il 30 settembre e non più entro il 30 novembre. E a partire dal 2025, si anticipa ancora: quelle cartacee devono pervenire tra il 1° aprile ed il 30 giugno, quelle in via telematica tra il 1° aprile e il 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo di imposta. Le società presentano la dichiarazione tra il 1°aprile e il 30 settembre. Infine, i sostituti di imposta e gli intermediari potranno presentare la dichiarazione tra il 1° aprile e il 31 ottobre di ciascun anno.

Più rate per pagare le imposte

Si tratta di una rata in più, con scadenza il 16 dicembre, per versare le rate di saldo e di acconto delle imposte. In base al provvedimento, per i titolari di partita Iva i versamenti rateali saranno effettuati entro il giorno 16 di ciascun mese, mentre per gli altri contribuenti “entro la fine di ciascun mese”.

730 per tutti (tranne per le partite Iva)

Dal prossimo anno, chi non ha una partita Iva aperta può presentare la propria dichiarazione 730. La possibilità si allarga quindi anche a chi, ad esempio, è titolare “di redditi diversi di natura finanziaria ovvero che abbiano effettuato investimenti all’estero”. Sarà un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, ogni anno, a stabilire le tipologie reddituali che avranno la possibilità di utilizzare il modello semplificato.

Dal 2024, inoltre, anche chi paga le tasse tramite sostituto di imposta potrebbe versare al Fisco quanto dovuto direttamente tramite il modello di pagamento F24, entro il 30 giugno, e non più quindi ogni mese con trattenuta mensile in busta paga.

Dichiarazione più semplice

Dal primo gennaio, in via sperimentale, arriva anche una nuova modalità di presentazione della precompilata: non solo per pensionati e dipendenti, ma anche per i titolari di redditi diversi e di partita Iva. Il Fisco renderà disponibili ai contribuenti “le informazioni in proprio possesso”, che saranno poi confermabili o modificabili dagli interessati nell’apposita area sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Ci sarà la possibilità di effettuare tutti i versamenti dovuti tramite F24 anche attraverso il servizio PagoPA.

Stop cartelle ad agosto e dicembre

Viene sospeso, durante i mesi di agosto e dicembre, l’invio da parte del Fisco (“salvo casi di indifferibilità e urgenza) delle “comunicazioni relative ai controlli automatizzati, controlli formali e liquidazioni delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata e delle lettere di compliance”.

Versamenti minimi Iva: sale a 100 euro la soglia

Il governo amplia – da 25 euro a 100 euro – il limite per i versamenti minimi dell’Iva e delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo, da pagare entro il 16 dicembre (o il 16 del mese successivo per le ritenute del mese di dicembre).

Cambia la compensazione dei crediti d’imposta

Per quanto riguarda le compensazioni di crediti d’imposta Iva, il limite per l’obbligo del visto di conformità del professionista scatta da 70mila euro e non più da 50mila, mentre per i crediti Ires, Irpef e Irap il limite sale da 20mila a 50mila.

Sanzioni più leggere

Si va verso un sistema più leggero. “Alle misure di contrasto dell’elusione e dell’evasione fiscale e alle sanzioni tributarie” si applicherà il principio di proporzionalità. Lo prevede il decreto attuativo della delega fiscale che modifica lo Statuto del contribuente approvato oggi in Cdm. “Il procedimento tributario bilancia la protezione dell’interesse erariale alla percezione del tributo con la tutela dei diritti fondamentali del contribuente, nel rispetto del principio di proporzionalità”. In conformità al principio di proporzionalità “l’azione amministrativa deve essere necessaria per l’attuazione del tributo, non eccedente rispetto ai fini perseguiti e non limitare i diritti dei contribuenti oltre quanto strettamente necessario al raggiungimento del proprio obiettivo”.

Arriva il Garante del contribuente

Viene poi istituito il Garante del contribuente, nominato dal ministero delle Finanze ogni quattro anni. Potrà essere scelto tra “magistrati, professori universitari di materie giuridiche ed economiche, notai, in servizio o a riposo; avvocati, dottori commercialisti e ragionieri collegiati, in pensione, designati in una terna formata dai rispettivi ordini nazionali di appartenenza”.

Si rafforza lo Statuto del contribuente

Dal punto di vista legislativo, lo Statuto del contribuente si rafforza. Le sue disposizioni “si conformano alle norme della Costituzione rilevanti in materia tributaria, ai principi dell’ordinamento dell’Unione Europea e alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo”. In poche parole, in caso di dubbi interpretativi di una norma tributaria, valgono le disposizioni dello Statuto.

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