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Sulle Borse piomba l’effetto recessione. Dopo Europa e Usa, anche l’Asia frena. E Milano inizia male

Il rallentamento dell’economia tedesca, confermato dai tagli in Opel, l’accumularsi di merci invendute nei magazzini cinesi e l’aumento dei sussidi di disoccupazione Usa gettano una luce inquietante sui mercati, ancora in attesa delle decisioni delle banche centrali – Piazza Affari inizia negativa – Dopo vertice Merkel-Hollande resta incertezza sulla Grecia

Sulle Borse piomba l’effetto recessione. Dopo Europa e Usa, anche l’Asia frena. E Milano inizia male

DOPO EUROPA E USA ANCHE L’ASIA FRENA

PESA SUI LISTINI L’EFFETTO RECESSIONE

Lo spettro della recessione torna ad aggirarsi tra i listini. Il rallentamento dell’economia tedesca, confermato dai tagli in Opel, l’accumularsi di merci invendute nei magazzini delle corporations cinesi e l’aumento dei sussidi di disoccupazione Usa gettano una luce inquietante sui mercati, ancora in attesa delle decisioni delle banche centrali.

I listini asiatici chiudono così la settimana con un marcato ribasso: Tokyo – 1,17% , Hong Kong -1,13%. L’indice di Shangai scivola ai minimi dal marzo 2009, mentre gli esperti rivedono al ribasso le previsioni di crescita del pil per il 2012 dal 8,4 al 8%.

Seduta nervosa a Wall Street: Dow Jones -0,88%, S&P -0,81%, Nasdaq – 0,66%.

La Borsa di Milano ha chiuso in ribasso, con l’indice FtseMib che segna una perdita dell’1,37%. Negative anche le Borse di Parigi (-0,84%) e Francoforte (-0,97%), Londra si mantiene leggermente al di sopra della parità (+0,04%).

Tutti i mercati hanno accusato il colpo delle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve di Saint Louis, James Bullard, che in un’intervista tv si è detto scettico sulle prospettive della zona euro e ha avvisato che al massimo si può sperare che la regione “se la cavi alla meno peggio” con la crisi del debito. Ma soprattutto Bullard ha gelato le speranze di un nuovo round di acquisti di bond da parte della Federal Reserve, dicendo che le probabilità che vengano decise nuove iniziative in questo senso sono più basse di quanto stimino i mercati.

Ora l’attenzione si sposta sul discorso che il presidente Ben Bernanke terrà il 31 agosto Jackson Hole, nel Wyoming, dove tutti gli anni la Fed organizza un incontro fra i principali banchieri centrali di tutto il mondo. Ma i margini di manovra di Bernanke sono ormai condizionati dalla campagna elettorale- I repubblicani hanno scelto il banchiere, che pur proviene dallo staff di George W. Bush, come uno dei nemici da battere.

Nessuna decisione pima di metà settembre. Anzi, facile che si vada ad ottobre. Angela Merkel e François Hollande hanno scelto la tattica del rinvio di fronte alla richiesta greca di una moratoria di due anni per rientare nei parametri stabiliti con l’Unione Europea. La parte del cattivo, per l’occasione, l’ha interpretata Wolfgng Schaueble. Il ministro delle Finanze tedesco ha ,infatti dichiarato che” concedere più tempo ad Atene equivale a prestare più soldi”.

‘Per me sarà importante dire al premier greco Samaras che e’ importante che tutti mantengano gli impegni’ ha detto il cancelliere tedesco, Angela Merkel, accogliendo il presidente francese, Francois Hollande, in visita ufficiale a Berlino. “E’ mio auspicio che la Grecia resti nell’Eurozona, ma la Grecia dal canto suo ‘deve naturalmente fare gli sforzi necessari” ha replicato Hollande.

Prima di metter mano ancora una volta al dossier Grecia, insomma, i leader della Ue attendono l’esito di due appuntamenti cruciali: il direttorio della Bce del prossimo 6 settembre e la decisione della Consulta tedesca sulla legittimità dell’Esm ai sensi delle leggi tedesche.

Dopo le secche smentite alle anticipazioni dello Spiegel sullo scudo anti-spread, tocca a Die Welt cercano di indovinare le mosse di Mario Draghi. E’ allo studio, scrive il giornale, un tetto flessibile per gli spread di Italia e Spagna che la Bce cercherà di difendere. Gli obiettii saranno tenuti segreti (per quanto possibile…) per non offrire punti di riferimento alla speculazione.

Intanto a Milano quasi tutte le blue chip hanno chiuso in ribasso. Fra le banche, solo MontePaschi ha conservato una variazione positiva (+1,4%). Unicredit ha perso l’1,7%, Intesa il 3,2%, Banco Popolare l’1% e Pop.Milano l’1,3%.

Brusco arretramento di Generali -3,6%.

I segnali in arrivo da Opel, che ha sospeso l’attività per quai 9.000 mila dipendenti non giovano a Fiat -0,7% e Fiat Industrial -0,7%. Pirelli +0,5%.

Giornata negativa per Finmeccanica che ha perso il 3,2% dopo la notizia che l’australiana Qantas ha annullato un ordine da 8,5 miliardi di dollari per 35 nuovi aerei Boeing 787-9 Dreamliner. Finmeccanica è un importante partner di Boeing nella realizzazione del Dreamliner. Si sono messe in luce in tutta Europa le società del cemento. Buzzi +1,3%, Cementir +1,7%, Italcementi +3,5%.

Tornano gli acquisti su Mediaset, in rialzo dello 0,8%. Telecom Italia -1,7%, mentre si profila l’alleanza tra Metroweb e Wind.

Ribassi anche per Enel -1% ed Eni -1%.

Fra le utility è salita Iren, in rialzo del 3,1%: un la società ha scorporato la controllata Ambiente, primo passo per una joint venture con F2i nel business dei rifiuti. Un broker estero, riportando la notizia, sottolinea che il settore dei rifiuti di Iren vale 296 milioni di euro e conferma il rating ‘hold’ sul titolo, in attesa dei risultati del secondo trimestre e di un nuovo piano industriale, atteso dopo l’estate.

Risanamento è salita del 18,5%. I quotidiani riprendono l’indiscrezione di un interesse della società immobiliare Hines per l’area di Santa Giulia. Risanamento ha pubblicato un comunicato in cui conferma i contatti con Hines.

Unipol e Fondiaria Sai, assieme alle banche dei consorzi di garanzia, decideranno lunedì prossimo quando far partire le aste dei diritti inoptati dei rispettivi aumenti di capitale. Verosimilmente la partenza delle aste non dovrebbe quindi essere prima di inizio settembre. L’inoptato dei due aumenti totalizza 660 milioni di euro (circa il 30% del’importo complessivo delle due operazioni) e quanto non sara’ sottoscritto andra’ a carico delle banche dei consorzi di garanzia, guidati da Mediobanca e Unicredit e composti anche da Credit Suisse, Deutsche Bank, Ubs, Nomura e Barclays. Lunedì o martedì si sapranno anche i nomi dei candidati al cda di Premafin. Sarà interessante vedere se anche i Ligresti (soci con il 5,92%) e i fondi off shore custoditi dall’avvocato Alessandro Della Cha’ si faranno avanti (2,6%) per il posto riservato al consigliere di minoranza.  In Borsa Unipol ha perso il 2,2% a 2,13 euro, sopra il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni pari a 2 euro. Anche Fonsai, nonostante il calo della seduta odierna, è riuscita a pareggiare il prezzo dell’aumento, chiudendo a 1,01 euro.

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