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Stop a Brexit ridà fiato alle Borse. Su la sterlina, banche in rimonta

La decisione dell’Alta Corte di Londra ha spinto le piazze europee dove dominava l’incertezza, alimentata anche dalla risalita di Donald Trump negli Usa – La valuta inglese si rafforza sul dollaro e sull’euro, ma il listino britannico resta l’unico in rosso – A Piazza Affari rimbalzano i bancari, bene Luxottica

Stop a Brexit ridà fiato alle Borse. Su la sterlina, banche in rimonta

Colpo di scena a Londra. L’Alta Corte di Londra ha stabilito che le procedure per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea possono essere avviate solo dopo il via libera del Parlamento. I giudici hanno respinto la richiesta del governo di Theresa May di avviare la pratica del divorzio senza passare per il voto di Westminster. Anche se il verdetto è appellabile, diventa da oggi più complicato per la Gran Bretagna andare avanti con la Brexit, anche perché un’ampia parte del partito di maggioranza è contro la separazione. 

Dopo la decisione la sterlina si è rafforzata fino a 1,2449 dollari da un minimo nella mattinata di 1,2324 dollari e ora è scambiata a 1,2425. La valuta britannica è inoltre scambiata a 0,8927 per un euro da 0,9019. Dopo l’avvio al rialzo la Borsa inglese segna ora un ribasso dello -0,49%. Positive le altre Borse europee.

A Milano l’indice Ftse Mib galleggia intorno alla parità. In ripresa anche Parigi e Madrid +0,6%. Francoforte limita il rialzo allo 0,1%.

Per quanto riguarda la corsa alla Casa Bianca, Hillary Clinton conserva un vantaggio risicato, di 2-3 punti percentuali, su Donald Trump. Secondo la rilevazione New York Times/Cbs, effettuata su un campione di 1.333 elettori, la rappresentante dei democratici prevale del 3%. Stando al sondaggio Washington Post/Abc, svolto su un campione di 1.767 elettori, Clinton è in vantaggio di due punti percentuali. Entrambe le rilevazioni hanno un margine d’errore del 3%.

Rimbalzano i bancari con l’indice di riferimento che guadagna l’1,19%. Balzo intorno all’1,7% per Intesa e Bpm. Positivo anche Banco Popolare, +1,25%.

Unicredit +1,61%. Ieri sera il gruppo ha pubblicato le attese del consensus per il terzo trimestre i cui risultati saranno annunciati il 10 novembre. Gli analisti stimano mediamente che il gruppo chiuderà il terzo trimestre dell’anno con un utile netto di 467 milioni di euro (507 milioni un anno fa). 

In controtendenza Bper -0,65% e Carige -1,94%, impegnata nel braccio di ferro con la Bce sul piano di smaltimento degli npl.   

A Parigi Société Générale sale del 6%. La prima banca francese ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 1,09 miliardi, in calo del 2,4% rispetto al trimestre 2015. Ing sale del 4,5% dopo un balzo del 22% del risultato netto.

Il Crédit Suisse cede invece il 5,2% dopo una trimestrale deludente. Nel corso della conference call, l’amministratore delegato Tidjane Thiam ha affermato che il primo impegno della banca è sul taglio costi, un aggiornamento sulla ristrutturazine in corso sarà fornito il 14 dicembre, in occasione dell’investor day. 

Positiva Telecom Italia +0,26%, alla vigilia del cda sui conti: buone indicazioni per il settore Tlc italiano sono arrivate da Wind. La società torna a crescere nei primi nove mesi dell’anno, con un’accelerazione nel terzo trimestre. Buone indicazioni per il settore Tlc italiano sono arrivate da Wind. La società torna a crescere nei primi nove mesi dell’anno, con un’accelerazione nel terzo trimestre. 

Modesto recupero per Fiat Chrysler +0,3%. Ancora giù Cnh Industrial -0,7% e Brembo -1,3%. StM -0,8%, Leonardo +0,3%.

Mattinata di ribassi per Eni -0,4%: JP Morgan ha abbassato la raccomandazione a Underweight da Neutral e ha portato il target price a 13,5 euro da 14 euro. Morgan Stanley ha confermato il giudizio negativo Underweight. Giù anche Tenaris -1.4%. Rimbalza Saipem +0,7%.

Luxottica maglia rosa del Ftse Mib, +2,94%. In evidenza Maire Tecnimont +3%: La società ha annunciato nuove commesse per 150 milioni di dollari, si tratta di lavori da eseguire in Europa ed in Africa. L’ambito è quello dei servizi di ingegneria all’industria petrolchimica e ad al comparto delle rinnovabili.

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