Condividi

Sotheby’s New York, all’asta dipinto dell’antica Sinagoga di Siena

Questo grande e imponente olio che raffigura ebrei che pregano in una sinagoga in Italia è un record eccezionale da uno dei più grandi centri della cultura ebraica. È uno degli unici interni della Sinagoga risalenti al XVII secolo ed è quindi una testimonianza notevole della ricca vita ebraica guidata dagli ebrei italiani durante l’Era Moderna.

Sotheby’s New York, all’asta dipinto dell’antica Sinagoga di Siena

L’opera andrà in asta il prossimo 19 dicembre da Sotheby’s New York “Important Judaica” con una stima di 217,688 – 261,226 €.

Da questa fiorente comunità sarebbero arrivati ​​alcuni dei più grandi tesori della Judaica a noi noti oggi, da straordinari oggetti in argento prodotti per l’adorazione della sinagoga ai tessuti più lussuosi tra cui Torah Ark Curtains, squisita Torah Binders e Reader’s Desk cover. Tra le più grandi corone e finali della Torah ci sarebbero quelle prodotte a Venezia tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo. La fioritura della cultura ebraica in Italia portò anche ad una ricca tradizione della musica cantoriale e a pietre miliari come la stampa del Talmud di Bomberg.

Secondo gli ex proprietari di questo dipinto, che viveva alla periferia di Siena e in cui il possesso di questo lavoro risiedeva per generazioni, l’interno può rappresentare l’antica Sinagoga di Siena. La nuova Sinagoga fu costruita nel 1786 e non è stata trovata alcuna traccia visiva della vecchia Sinagoga. Ci sono altri elementi all’interno che suggeriscono una posizione altrove in Italia. A sinistra dell’Arca si può vedere una grande sedia trono, la Cathedra, tipica di Roma (la sinagoga di Yarei Hashem e la Scole Catalana) e anche di Mantova.

Come documentato da Alfred Rubens in una storia del costume ebraico, gli ebrei dello stato pontificio erano obbligati a indossare un caratteristico cappello giallo che li distingueva dal resto della popolazione. Tutti gli uomini raffigurati in questo dipinto, ad eccezione delle due figure in basso a sinistra in nero, indossano il cappello giallo. Questi due gentiluomini erano senza dubbio visitatori non ebrei della sinagoga, venuti ad ascoltare il virtuosismo cantoriale e le melodie distintive per le quali i servizi ebraici in Italia erano ben noti. Stampe contemporanee come quelle di Hieronymus Hess raffigurano visitatori non ebrei alla sinagoga di Roma e ci sono resoconti contemporanei di non ebrei che frequentano i servizi della sinagoga a Venezia in particolare per ascoltare la musica.

I visitatori nella composizione attuale hanno scelto un punto alto nel calendario ebraico, gli alti giorni santi, come dimostra la presenza di uno shofar sulla scrivania del lettore. Molto probabilmente la scena si svolge durante il servizio Minhah o Ne’ilah di Yom Kippur. Le candele accese indicano l’inizio della notte, e gli adoratori, avvolti in tallitot, sono impegnati in una fervente preghiera. Anche la presenza di donne nel balcone delle donne segna la solennità dell’occasione. Lo Shofar che soffia alla fine del servizio segna la conclusione del giorno più sacro del calendario ebraico. Attraverso questo dipinto abbiamo quindi un raro documento di una comunità vibrante e trincerata che fiorì in Italia per centinaia di anni. Abbiamo anche una rappresentazione notevolmente dettagliata di un momento di grande intensità emotiva e profonda devozione alla fede ebraica.

Commenta