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SOS turismo: a rischio 50mila posti di lavoro

Forte grido d’allarme del turismo – Servono azioni concrete per salvare il comparto e 50mila posti di lavoro – Presentata al governo la richiesta di 750 milioni a fondo perduto entro giugno

SOS turismo: a rischio 50mila posti di lavoro

Diventa sempre più forte il grido d’allarme del turismo: servono 750 milioni di euro a fondo perduto. Un comporto completamente stroncato dalla pandemia. Da oltre un mese le associazioni di categoria, insieme alle imprese del comparto, hanno lanciato l’allarme in tutti i modi, ma ancora non sono state prese misure incisive da parte del governo.

La posta in gioco è molto, troppo alta. Il collasso di un settore, che produce un volume d’affari di oltre 20 miliardi di euro l’anno, potrebbe avere un effetto domino sull’economia. In primis, per l’occupazione. Solo a giugno, in assenza di provvedimenti mirati, si prevede la perdita di 50 mila posti di lavoro.

Non esiste un altro settore dove siano stati persi i 9 mesi di fatturato annuo: i tour operator, le agenzie di viaggio a maggio, normalmente, hanno già sviluppato il 70% del fatturato annuo. A causa delle cancellazioni per il 2020, invece, il fatturato è sceso a zero.

Per non parlare di tutti gli eventi cancellati, i ponti di primavera saltati e l’inizio della stagione estiva persa.

Il governo italiano ancora non ha dato nessuna risposta alla richiesta di un fondo straordinario che possa contribuire alla sopravvivenza del settore, volano dell’economia. La necessità di un intervento immediato da parte del governo è sempre più evidente: servono fatti e azioni concreti per evitare il disastro.

La proposta si basa sulla costituzione di un fondo straordinario dedicato al sostegno del mancato reddito per tutte le imprese del turismo organizzato, attraverso finanziamenti a fondo perduto insieme all’allungamento della cassa integrazione.

Quando partirà la Fase 2 e molti settori produttivi potranno riaprire i battenti, le loro casse inizieranno a riempirsi. Mentre per il turismo organizzato, la storia è diversa. Se il settore non riceverà seriamente degli aiuti entro giugno, non potrà garantire la ripartenza, ma soprattutto l’occupazione.

L’iniziativa del Manifesto per il Turismo Italiano #ripartiamodallitalia, è stata sottoscritta finora da oltre 35 mila tra cittadini, aziende e le principali associazioni di categoria: ASTOI Confindustria Viaggi (rappresenta il 90% del tour operating in Italia), FTO-Confcommerio (raccoglie il mondo della distribuzione turistica con network e agenzie indipendenti e altri segmenti del settore) e importanti operatori del comparto e del turismo organizzato.

Inoltre, hanno aderito anche Confcommercio, Federturismo, Confindustria, Confesercenti, Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo, Club degli Eventi e della Live Communication e Assoviaggi, Associazione Italiana Confindustria Alberghi, GIST Gruppo Italiano Stampa Turistica. Insieme ad esponenti di spicco dell’imprenditoria, dello sport e della cultura italiana.

A differenza dell’Italia, molti governi di altri Paesi europei hanno già assunto provvedimenti mirati per salvare questo settore. Nello scenario peggiore, tutti i settori connessi al turismo, sarebbero costretti a imboccare la strada del dissesto.

Questo lascerebbe la porta aperta agli operatori esteri nel mercato italiano. Portando a perdite economiche, di capacità di gestione della filiera turistica, ma soprattutto l’identità del Made in Italy per come lo conosciamo.

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