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Sindaci tutor delle comunità energetiche. L’attesa del decreto sta diventando infinita

I piccoli Comuni si avvicinano alle comunità energetiche. L’Anci ha annunciato un vademecum sulle cose da fare

Sindaci tutor delle comunità energetiche. L’attesa del decreto sta diventando infinita

Per gestire il passaggio da un sistema energetico ad un altro gli italiani hanno bisogno di guide. Di persone e strumenti che facciano capire l’utilità o gli inganni per cambiare quello che si è tenuto in casa fino a ieri. Problematico, poi, quando per usare fonti non inquinanti bisogna aderire a comunità tra vicini e senza che le regole siano state ben definite. Stare insieme ad altre persone, magari sconosciute, comporta qualche fatica. Le comunità energetiche, che fanno bene ai bilanci familiari e all’ambiente, si stanno rivelando nascite difficili. Dal punto di vista sociale e relazionale sono un valore ancora poco conosciuto nel nostro Paese. Ma abbiamo fiducia che cresceranno.

Una buona notizia è che i sindaci dei piccoli Comuni hanno deciso di trasformarsi in tutor delle CER. Intendono spiegare ai cittadini che è il momento giusto per sostenere la transizione energetica. Per aiutarli l’Anci ha preparato un vademecum sulle cose da fare. Una specie di “Bignamino” che colma una lacuna legislativa che si trascina da tempo. Si aiutano gli amministratori a rendere più celere le pratiche mentre il governo viene sollecitato ancora una volta a disincagliare il decreto sulle rinnovabili tra Roma e Bruxelles. A volte sembrano due città irraggiungibili per risolvere i casi che interessano i cittadini.

I piccoli Comuni test fondamentale


In Italia il 70 % dei Comuni sono piccoli Comuni. E il vademecum dovrà aiutare anche a spendere parte dei 2,2 miliardi di euro del PNRR che non possono restare fermi. I tempi della spesa green non sono all’infinito e parliamo di un modo per abbattere il caro bollette. Nei prossimi giorni il vademecum sarà distribuito in maniera capillare per incentivare le aggregazioni . Cercheremo di “replicare ovunque le buone pratiche già realizzate sui territori” ha detto Antonio Decaro, presidente dell’Anci.

L’autoconsumo energetico va coordinato in relazione ai contesti territoriali (piccoli) ed agli aspetti socioeconomici. Se il Comune diventa il vero tutor è auspicabile che le CER andranno avanti più speditamente. Faranno da battistrada alle grandi città. Per le procedure da mettere in atto, l’Anci consiglia di ispirarsi a modelli di “comunità già validati dal GSE”. Tuttavia, quando si toccano gli aspetti normativi si arriva alle dolenti note del decreto che non c’è. I sindaci si aspettano che arrivi al più presto per capire meglio l’utilizzo degli incentivi e la spesa ammissibile nei Comuni con meno di 5 mila abitanti. Attenzione, però, anche senza il decreto in questa fase transitoria, i Comuni possono sviluppare forme di autoconsumo ed organizzare le comunità. A cominciare dall’analisi dei consumi attuali e dei fabbisogni. È tempo guadagnato rispetto al passo lento della politica alleata della defatigante burocrazia.

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