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Si legge meglio sulla carta o sul video? Per ora è ancora in vantaggio la carta

Ognuno ha le sue abitudini ma per ora vince ancora la carta anche se la lettura digitale guadagna sempre più terreno per le notizie e in parte per i saggi – Nella narrativa vince senz’altro il libro di carta – Il paradosso dei millennial: preferiscono il libro tradizionale all’ebook – Si legge molto di più ma si penalizza la lettura profonda

Lettura: meglio su carta o a video?

Tutto quello che sappiamo sulla lettura digitale

 

Nel regno di mezzo

Si legge meglio su carta o su un video? Questo saranno gli scienziati a dircelo e allora potremmo togliere il punto interrogativo e mettere i due termini nella giusta gerarchia. Per adesso la risposta è… carta. In realtà sarebbe un “dipende”, a patto che il video sia connesso a Internet; se non lo è, la carta è davvero imbattibile.

Se può valere qualcosa, personalmente preferisco leggere a video le notizie e gli articoli, anche estesi. Lo preferisco per ergonomia visiva: in genere si può isolare l’articolo dal contesto della pagina, eliminare l’incolonnamento che disturba la corretta scansione delle righe e infine si può ingrandire il carattere in ambienti con scarsa illuminazione, che sono parecchi. Per il resto la carta è meglio, l’impaginazione è migliore è tutto è più ordinato e familiare. Per esempio, quando hai letto un giornale lo butti e il giorno dopo non ritrovi gli stessi articoli a confonderti, come succede nei giornali online. Anche i saggi preferisco leggerli a video, meglio se in ebook: posso accedere subito alla rete per approfondimenti o per avere lumi ulteriori su un’informazione che non conosco. Succede spesso, leggendo un saggio, che la curiosità ha il sopravvento. Su carta siamo bloccati, per soddisfare questi impulsi bisogna posare il libro e andare su Google. Anche avendo un dispositivo a portata di mano ci vuole cinque volte tanto che avere il testo sul video. Se poi l’autore ci ha predisposto il link, allora non resta che servirsi. Per la narrativa il libro è meglio. È esaustivo e più sicuro. C’è poco da saltabeccare nella fiction. Poi se ami leggere sdraiato e ti prende un colpo di sonno, il libro che cade di mano non lascia un bernoccolo sulla fronte come quando viene giù un iPad o un Kindle. Succede sovente dopo oltre 100 pagine di un romanzo. Al limite, il libro puoi sempre poggiarlo sugli occhi se c’è troppa luce per un sonnellino.

In realtà le nostre attuali abitudini, comprese le mie, non hanno alcun valore per determinare se sarà meglio la carta o il video. Una cosa è certa: in futuro leggeremo, se ancora ci sarà questa necessità, sempre più su un pezzo di vetro, di plastica o su una superficie di un materiale che non è stato ancora inventato, purché questo sia collegato a Internet o a quello che ci sarà al suo posto. Adesso siamo in un regno di mezzo.

 

I millennial preferiscono i libri

Ne è un esempio l’atteggiamento dei millennial, le persone nate dopo il 2000. Tutte le ricerche condotte fino a questo momento ci dicono che i millennial, i più massicci consumatori di contenuti online, preferiscono leggere un libro che un ebook. È un paradosso, ma i nuovi media sono la fabbrica dei paradossi. Nel corso di un’indagine condotta da “Publishers Weekly” un giovane intervistato ha dichiarato:

“Sono un millennial e sono al 100% per i libri fisici. Mi piace possederli, sfogliarli e raccoglierli. Mi piace avere una libreria fisica. Uso il computer per lavoro, sono uno scrittore/blogger. L’ultima cosa che voglio è passare altro tempo a leggere a video”.

Una dichiarazione di grande buon senso e che dimostra che la nuova economia perpetua, al pari della vecchia, una forma di alienazione dalla quale si sente la necessità di sfuggire.

 

Per ora su carta la comprensione è migliore

Una indagine del 2013 condotta in Norvegia ha messo a confronto due differenti gruppi di 72 lettori con caratteristiche simili; tutti studenti, tutti con la stessa formazione e grado di conoscenza della lingua. A ciascun gruppo è stato dato da leggere lo stesso testo: il primo lo ha letto su carta e il secondo a video su un pdf. I test sulla comprensione del testo e la memorizzazione dei dettagli hanno dimostrato che la lettura su cartarisultati migliori di quella su un pdf. La ricerca mostra inoltre che il multitasking ha un costo cognitivo importante.

Bisogna considerare però che il pdf è un formato ampiamente superato per la lettura a video, proprio perché è una fotocopia digitale della pagina a stampa e non aggiunge niente a quest’ultima. È, di fatto, un surrogato. Molto dipende dalla leggibilità e dalla “qualità grafica” del testo che si sta leggendo più che dal supporto. Per esempio leggere la pagina di un tascabile può essere un’esperienza penosa. Lo stesso contenuto su un iPad può diventare un “cigno”. Per questa ragione potrebbe essere diverso l’esito di un confronto tra una testo stampato su una pagina di carta e lo stesso testo ottimizzato per i nuovi formati digitali liquidi destinati ai dispositivi mobili. Sono competizioni da cui è difficile trarre un vincitore come in un incontro di box, anche perché la tecnologia si evolve sveltissima e ciò che era ieri non è più oggi.

Finora le indagini su “carta vs schermo” sono state piuttosto estemporanee e nessuna di queste ha preso in esame i trend di lungo periodo. Ci ha provato Ziming Liu, della San Diego State University, che ha studiato la lettura a video lungo un arco di dieci anni. Le sue conclusioni, lungi dal costituire una risposta definitiva al nostro interrogativo, individuano delle tendenze molto interessanti che ognuno può anche verificare osservando e analizzando i propri comportamenti, un metodo che ha portato Freud alle migliori conclusioni della sua indagine sulla psiche dell’uomo.

Di seguito riproduciamo, nella traduzione italiana di Ilaria Amurri, l’articolo pubblicato da “The Fast Company” sulle ricerche condotte da Liu e da altri ricercatori. Quello che segue sembra essere lo stato dell’arte delle scoperte scientifiche sulla lettura digitale. Non dimentichiamo però che nel frattempo, qualcosa sta succedendo che porterà la discussione a un differente livello.

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Si legge molto di più

Grazie alla tecnologia leggiamo sempre di più, perché ogni giorno il nostro cervello elabora migliaia di parole tra messaggi, email, giochi online, social network e web stories. Secondo una ricerca del Global Information Industry Center, infatti, la percentuale di lettori assidui è triplicata tra il 1980 e il 2010 e pare che sia ancora in crescita. Il problema è che a forza di accumulare parole abbiamo modificato le nostre abitudini di lettura, passando dalla carta agli schermi, e molti scienziati hanno iniziato a interrogarsi sui vantaggi e gli svantaggi di questo cambiamento epocale.

Chiaramente è impossibile stabilire cosa sia meglio o peggio, dal momento che ci sono tutta una serie di variabili da tenere in considerazione, come le caratteristiche del mezzo (libro cartaceo, ebook, computer, iPhone), la tipologia di testo (da Guerra e Pace a Cinquanta sfumature di grigio), il lettore e le sue preferenze, il suo essere un nativo digitale o meno, ecc. Sta di fatto, però, che molti ricercatori concordano nell’affermare che lo schermo incoraggia uno stile di lettura “non lineare”, che consiste nello scorrere il testo superficialmente.

La lettura non lineare e selettiva

A questo proposito, in uno studio della San Jose State University, Ziming Liu ha analizzato l’evoluzione delle abitudini di lettura tra il 1995 e il 2005, ottenendo risultati ben precisi: “la lettura su schermo implica un maggior dispendio di tempo passato a esplorare, ricercare parole chiave, leggere poche pagine di un libro per poi abbandonarlo, insomma a leggere in modo non lineare e fortemente selettivo”. In sostanza, per poter gestire tutti gli impulsi che richiamano la nostra attenzione, tra link, video e immagini di ogni tipo, il cervello trova il modo di adattarsi, ma non senza conseguenze.

Come dimostrato da Liu, lo schermo riduce le capacità di concentrazione e impedisce di leggere in maniera approfondita. “Il digitale ci consente di accedere rapidamente a media, immagini e contenuti audio, in pratica siamo sommersi dalle informazioni, ma queste attività hanno ripercussioni negative sulle nostre capacità di concentrazione”, spiega Andrew Dillon, Professore della Information School di Austin, in Texas.

Anche Rakefet Ackerman del Technion-Israel Institute of Technology, ha dimostrato che è molto più facile distrarsi quando si legge al computer. I ricercatori hanno scoperto che leggendo un breve saggio su schermo si gestisce il proprio tempo peggio rispetto alla lettura su carta e a risentirne è in primo luogo la capacità di comprensione (anche se la differenza scompare quando al lettore viene dato un tempo prestabilito). Da altri studi è poi emerso che il multitasking online rende meno efficienti, riducendo la qualità dei lavori basati sulla comprensione, come la redazione di un testo.

 

La perdita della lettura profonda

La lettura non lineare penalizza soprattutto la cosiddetta “lettura profonda”, che richiede un’intensa concentrazione, come quando si legge James Joyce o Virginia Woolf. “Le email possiamo scorrerle quanto ci pare, ma è un sistema che non va bene per letture più importanti”, dice Maryanne Wolf, esperta di neuroscienze cognitive della Tufts University di Boston, “saltare pezzi un libro di Joyce significa perdersi l’intera esperienza”. Maryanne Wolf spiega che gli esseri umani non si sono evoluti per leggere, perciò l’attività cerebrale è molto elastica per questa funzione e si adatta facilmente alle diverse modalità di lettura. Se prendiamo l’abitudine di scorrere i testi velocemente il nostro cervello asseconderà questo tipo di comportamento anche quando leggiamo un libro impegnativo come Ulisse.

Gli ebook

E gli ebook, invece? Con un Kindle è facile restare concentrati, dopotutto è la più sofisticata riproduzione tecnologica di un libro tradizionale. È vero, le pagine e le immagini ricordano in tutto e per tutto la carta, ma i libri veri e propri hanno ugualmente una marcia in più per la loro stessa presenza fisica. In uno studio condotto dalla ricercatrice Anne Mangen, dell’Università di Stavanger, in Norvegia, un gruppo di studenti universitari hanno letto un breve giallo in versione tascabile o elettronica e sono stati poi valutati in base ai seguenti parametri: coinvolgimento, tempo di lettura e comprensione del testo. Le due modalità non presentavano differenze significative, eccetto una: chi aveva letto il tascabile si ricordava molto meglio la trama del libro.

Secondo la Mangen, il senso del tatto aiuta a memorizzare le informazioni, una componente che viene a mancare nei testi digitalizzati. “È facile rendersi conto della lunghezza di un libro cartaceo, mentre è diverso nel caso del Kindle o dell’iPad”. In effetti è impossibile vedere concretamente a che punto di un ebook si è arrivati e il fatto di non poter toccare le pagine ci impedisce di costruire una mappa mentale del testo. C’è una differenza sostanziale tra la fisicità della carta e l’intangibilità dei libri elettronici e questo fattore acquista particolare importanza per determinate tipologie di testi”, come i romanzi lunghi o in generale tutte le storie in cui l’ordine cronologico degli eventi è particolarmente importante.

La carta sembrerebbe dunque più vantaggiosa, ciò nonostante la comunità scientifica ritiene che la questione debba ancora essere analizzata in tutta la sua complessità. L’efficacia dei diversi metodi, inoltre, è molto soggettiva (ad esempio, è stato dimostrato che gli ebook permettono a chi soffre di dislessia di leggere più velocemente e di comprendere meglio il testo). In entrambi i casi ci sono pro e contro, perciò sarebbe meglio imparare a servirsi correttamente di entrambi i mezzi, sforzandosi di non contaminare la lettura con le distrazioni dello schermo. Quanto ai ricercatori, il loro consiglio è chiaro: spegnete gli smartphone e i computer e godetevi un bel libro.

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