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Shipping, svolta in vista e D’Amico aumenta il capitale

INTERVISTA DEL WEEKEND A MARCO FIORI, ceo di D’Amico International Shipping – “Stanno maturando le condizioni di una svolta nel mercato dello shipping e D’Amico si attrezza aumentando il capitale con un’offerta a sconto assistita dall’impegno degli armatori. In giro c’è grande interesse di molti operatori internazionali per il business in Italia”

Shipping, svolta in vista e D’Amico aumenta il capitale

Preparatevi a cavalcare l’onda. Presto, giusto in tempo per salire sulla cresta e sfruttare per bene il vento della ripresa. No, non è un messaggio per appassionati di surf. anche se riguarda navi ed oceani. Ma è il segnale in arrivo da D’Amico shipping, multinazionale italiana che figura tra i big delle cisterne che si appresta ad approfittare del recupero del mercato rafforzando la struttura patrimoniale con un aumento di capitale (35 milioni) che l’azionista di maggioranza, forte del 58,28%, sottoscriverà in maniera integrale. Così come eserciterà i warrant, fino ad in totale di 60 milioni, che consentirà ai d’Amico, come agli altri sottoscrittori dell’aumento, di ricevere gratis il diritto a sottoscrivere nuove azioni entro cinque anni. Solo se le cose andranno come previsto ed auspicato. 

Ma perché dovrebbe aver senso puntare su un aumento dei traffici e dei noli in una congiuntura che resta difficile, segnata tra l’altro, dai protezionismo rampante di Donald Trump? 

“A nostro avviso stanno maturando le condizioni di una svolta – risponde Marco Fiori, ceo di D’Amico International Shipping – La prospettiva favorevole è supportata dalle previsioni di primari analisti del mercato dello shipping e si basa su più elementi: un atteso rallentamento nella consegna di nuove navi congiuntamente alla crescita della domanda di trasporto via mare di prodotti petroliferi, attribuibile anche ad un incremento delle distanze medie percorse”.? 

Il 2016 non è stato certo un anno favorevole. Che cosa sta cambiando? 

“Il nostro è un mercato ciclico, a partire dall’attività dei cantieri. Nel giro di pochi anni si è passati dalla consegna di 200 navi a quasi nessuna. Il boom ha messo sotto pressione il sistema bancario, oggi in seria difficoltà. Penso ai fallimenti in Germania ove Commerzbank ha annunciato di voler uscire dallo shipping. Si stanno così creando le premesse per un mercato in equilibrio. Si profila un periodo di fiacca per le commesse di muove navi, Speriamo che sia così”.  

Una possibile ripresa che arriva dopo difficoltà che hanno lasciato il segno. O no? 

“Diversi competitors hanno conosciuto grosse difficoltà. Il 2016, d’altronde, è stato un anno particolarmente difficile per il settore delle navi cisterna caratterizzato da noli in calo soprattutto nella seconda metà dell’anno.? Nel 2016 la tariffa spot giornaliera del gruppo si è attestata a 13.302 dollari, rispetto a 18.814 dollari raggiunti nell’anno precedente.?Noi ci siamo difesi grazie ad una strategia prudente caratterizzata dall’impiego del 45,9% dei giorni nave disponibili tramite contratti a tariffa fissa (tariffa fissa giornaliera media di 15.989 dollari, rispetto ai 15.214 dollari del 2015) . Anche la porzione rimanente sul mercato spot, ha mantenuto una buona profittabilità a livello operativo con un Ebitda pari a 55,0 milioni di euro riuscendo a minimizzare le perdite a 6,2 milioni. Ora siamo in grado di affrontare la ripresa”. 

Ma su cosa si basa la nostra previsione? 

“Anche, ma non solo, sul trend di crescita dell’attività economica. Sul fronte del petrolio, in particolare, già si assiste all’inizio dello smaltimento degli stock accumulati in questi anni. I consumi intanto salgono”. 

Nonostante auto più pulite e la maggior presenza di auto elettriche? 

“Le nuove macchine prevedono una quota crescente di particolari in plastica, ovvero di derivati della nafta. La realtà è che sta cambiando anche la dinamica del mercato. Le raffinerie si avvicinano ai luoghi di produzione, cresce la domanda di trasporto sulle lunghe distanze da affrontare con navi sempre più grandi e specializzate. Il mercato è profondamente cambiato. La nostra flotta non solo è giovane, con un’età media di 6-8 anni, ma è composta di navi che possono rispondere alle esigenze dei nostri clienti. Siamo tra i pochi in grado di impiegare un’altra parte della flotta in in contratti a lungo termine con le compagnie petrolifere più importanti.  Tra i primi dieci ci sono le principali big Oil, ma anche i grandi traders, da Glencore a Trefigura e Vitoil”. 

E l’Italia? Come vedete dal vostro punto di osservazione la possibile ripresa? 

“Credo che l’Italia sia messa meglio di come la si dipinge da queste parti- E’ l’impressione di uno che, come me, vive da molto tempo all’estero. Negli ultimi tempi, soprattutto a Londra, ho sentito operatori parlare con grande interesse delle prospettive del business in Italia. E ne avremo una conferma alla prossima conferenza Star di Borsa italiana.”  

L’ottimismo, insomma, poggia su basi solide… 

“La crescita economica permette di prevedere consumi in crescita. La dinamica della domanda, a partire dalla forza del mercato asiatica, dovrebbe favorire l’aumento dei traffici. E la struttura del mercato tende a privilegiare le grandi navi. Come le nostre, comprese quelle in consegna nel 2017/18 tutte già finanziate. E’ uno dei punti di forza della nostra offerta che effettueremo entro la prima metà dell’anno. Numero e prezzo esatto delle nuove azioni verranno comunicati in prossimità del lancio dell’operazione”.

Che cosa possiamo dire per ora?  

“Sarà un’offerta a sconto rispetto al valore del titolo e rispetto al NAV. C’è una forte componente opzionale (i warrant) che, se si verificherà la crescita da noi prevista, permetterà di sfruttare prospettive di mercato molto interessanti. Infine l’operazione è assistita dall’impegno degli armatori. E questa è probabilmente la garanzia migliore”.

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