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Scuola al via, il ministro Giannini: “Assunzioni entro 2018”

Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in un’intervista a Repubblica nel giorno dell’inizio dell’anno scolastico per 9 milioni di studenti: “Il bilancio definitivo nel 2018, le assunzioni sono su base triennale”.

Lunedì 12 settembre è stato il primo giorno di scuola per quasi 9 milioni di studenti italiani. Per gli altri, tra cui quelli delle aree terremotate, l’esordio è previsto nei prossimi giorni, a partire da martedì. Ma soprattutto questo è l’anno scolastico che vede il debutto dal primo momento della riforma della Buona Scuola voluta dal Governo Renzi. 

La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini si è ottimista in un’intervista a Repubblica Tv: il concorso ha offerto posizioni nuove, 63.700, e se per un bilancio definitivo “attendiamo il prossimo anno, perché le cattedre da assegnare sono su un arco triennale”, per il momento la Giannini parla di “un movimento di assunzioni gigantesco, inedito da trent’anni. Ciò che si poteva prevedere è stato previsto. Poi ci sono le variabili. Quelle non potevano essere previste e le stiamo aggiustando”. La ministra Giannini ha aggiunto: “Un anno non basta per una rivoluzione culturale. Mi pare che si possa essere soddisfatti e naturalmente consapevoli di una macchina complessa che nell’arco delle prossime settimane, come ogni anno, andrà a pieno regime con tutti quei dettagli che come ogni anno chiedono organizzazione”.

Giannini è anche intervenuta sulle polemiche relative agli spostamenti. Un sacrificio, “sì, certo”, ma Giannini stigmatizza l’uso della parola “deportazione” per “la possibilità di un posto di lavoro stabile e definitivo, quindi l’esercizio di un diritto che l’insegnante ha e del diritto alla stabilità che una scuola ha. Una definizione fuori luogo”. “Se il 65% dei posti disponibili è al Nord e l’80% degli insegnanti viene dal Sud – aggiunge – è evidente che c’è un problema che affrontiamo nei modi possibili. C’è un’operazione importante che il Governo sta facendo con la delega sulla scolarizzazione precoce a partire dall’asilo nido. La legge 0-6 anni significherà nuovi posti di lavoro“. E’ necessario “scardinare un sistema”, visto che l’immobilismo italiano degli ultimi trent’anni è stato “un abominio”.

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