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Saras vola in borsa: i Moratti confermano le discussioni con Vitol, ma con riserva

I Moratti confermano le trattative, ma con riserva. Saras, situata nel cuore del Mediterrario, è un boccone ghioitto e strategico per Vitol. Per questo è disposto a pagare il 35% in più rispetto alle quotazioni di ieri.

Saras vola in borsa: i Moratti confermano le discussioni con Vitol, ma con riserva

Piace a Piazza Affari l’ipotesi di acquisto di quel 40% di Saras in mano alla famiglia Moratti, un boccone ghiotto per una raffineria che si trova nel bel mezzo del Mediterraneo e con un modello di business basato sulla totale integrazione della propria supply chain, particolarmente preziosa in tempi difficili.

Vitol, il colosso svizzero-olandese del trading delle commodity (il primo al mondo sul petrolio) sarebbe disposto a pagare alla famiglia milanese 2,2 euro per azione, secondo MF, un prezzo che incorpora un premio di oltre il 35% sul valore del titolo che ieri ha chiuso in borsa a 1,66 euro. La proposta valorizza Saras quasi 2,1 miliardi (mentre giovedì 8 febbraio in chiusura capitalizzava 1,58 miliardi di euro).

Stamane il titolo della società, leader nella raffinazione in Europa da quasi 60 anni, a Piazza Affari è stato sospeso in apertura per eccesso di rialzo con un +12% teorico. Poi una volta ammesso alle contrattazioni il titolo arriva a toccare anche il +14%, per poi stabilizzarsi a metà seduta a +11%.

La famiglia Moratti stamane ha confermato le indiscrezioni, pur con riserva: “Ancorché esistano discussioni in corso con Vitol, le affermazioni di stampa non corrispondono alla realtà” dice la società dei Moratti. La nota aggiunge che gli azionisti si riservano di “valutare eventuali iniziative a tutela degli interessi degli stessi e di Saras”. Secondo MF l’offerta scadrà il 15 febbraio .

Equita: implicazioni positive per il titolo nel brevissimo termine

L’offerta “valorizzerebbe la società a circa sette volte il multiplo Ev/Ebitda sulle nostre stime 2024” dicono gli analisti di Equita che ricordano come le valutazioni delle operazioni di M&A nel settore della raffinazione sono risultate in media ad un multiplo Ev/Ebitda pari a otto. “La notizia ha implicazioni positive per il titolo nel brevissimo termine, in quanto chiarisce che ci sia un’offerta sul tavolo. Tuttavia, l’adesione della famiglia resta ancora incerta. Nel settembre 2018, la famiglia Moratti era scesa dal 50% al 40% di quota tramite ABB ad un prezzo di 2 euro per azione”, precisano dalla sim che ha alzato del 7% a 1,6 euro il target price (rating hold confermato) in funzione delle nuove stime degli esperti in vista dei conti, che non includono alcun premio di M&A.

Chi è Saras e perché è così ghiotta: gli azionisti e il business

Angel Capital Management e Stella Holding che sono le due cassaforti degli eredi di Gian Marco Moratti con in portafoglio ognuna il 10% di Saras, sarebbero orientati a cedere le proprie quote. L’altro 20% è in mano alla Massimo Moratti s.a.p.a, guidata dall’ex presidente dell’Inter che ha in usufrutto il 100%, dopo aver assegnato il 50% in nuda proprietà a ciascuno dei figli Angelomario e Giovanni. Il secondo azionista con il 9,6% è Trafigura, altro big del trading delle materie prime. La sua quota è stata ridotta a inizio gennaio dopo aver raggiunto il 15% a novembre dello scorso anno.

Saras è tra i primi 10 Gruppi industriali italiani, terza realtà economica nel settore dell’Oil&Gas, più grande azienda della Sardegna. Il cuore del Gruppo è rappresentato dal sito industriale di Sarroch, collocato in una posizione strategica nella costa sud-occidentale della Sardegna, a sud-ovest di Cagliari: un vero e proprio modello di riferimento in termini di efficienza e sostenibilità ambientale grazie al know-how e al patrimonio tecnologico e di risorse umane maturato in quasi 60 anni di attività, dice l’azienda. Nel sito sorge una delle raffinerie più grandi del Mediterraneo per capacità produttiva (circa 15 milioni di tonnellate all’anno, pari a 300 mila barili al giorno) e una delle più avanzate in termini di complessità degli impianti (indice di Nelson pari a 11,7).

Il modello di business di Saras è basato sulla totale integrazione della propria supply chain, dalle operazioni di raffineria alle attività commerciali. Per questa ragione dal 2016 ha istituito la controllata Saras Trading, che da Ginevra si dedica sia all’acquisto di tutte le materie prime per la raffineria che alla vendita dei prodotti finiti, oltre a svolgere un’attività di trading vera e propria, in una delle principali piazze mondiali per gli scambi dei prodotti petroliferi.

Direttamente ed attraverso le sue controllate, Saras vende e distribuisce innanzitutto prodotti petroliferi quali ad esempio diesel, benzina, gasolio per riscaldamento, gas di petrolio liquefatto (GPL), virgin nafta e carburante per l’aviazione, prevalentemente sul mercato italiano e spagnolo, ma anche in vari altri paesi europei ed extra-europei. Nel 2022 sono stati venduti in Italia e Spagna circa 3,66 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi nel canale rete e nel canale extra rete.

Ad inizio 2000, l’attività di raffinazione è stata affiancata dalla produzione e vendita di energia elettrica, mediante l’avviamento di un impianto IGCC (di Gasificazione a Ciclo Combinato) tra i più grandi al mondo nel suo genere. L’IGCC di Sarroch infatti ha una potenza installata di 575MW e contribuisce per circa il 45,9% al fabbisogno elettrico della Sardegna. Sempre in Sardegna, il Gruppo produce e vende energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso tre parchi eolici gestiti dalle controllate Sardeolica Srl, Energia Alternativa Srl ed Energia Verde Srl situati in Sardegna, per una capacità installata totale ad oggi pari a 171 MW.

Vitol già interessato al rigassificatore di Rovigo

Con oltre 500 miliardi di dollari di fatturato Vitol, già in azione in Italia per rilevare il rigassificatore di Rovigo, è il primo trader del petrolio al mondo e possiede raffinerie in Europa, Medio Oriente e Australia, oltre ad attività nel downstream e a impianti di stoccaggio. Saras sarebbe un avamposto nel Mediterraneo.

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