Condividi

Champions: l’Inter fa poker, il Napoli crolla e stasera missione impossibile per la Juve col Real Madrid

I riflettori sono ovviamente puntati sul Bernabeu, dove Tudor cercherà un’impresa per rimettere in piedi la classifica europea, ma anche la sua traballante panchina.

Champions: l’Inter fa poker, il Napoli crolla e stasera missione impossibile per la Juve col Real Madrid

L’Inter non si ferma più, il Napoli viene umiliato. Martedì di Champions a volti completamente diversi per il calcio italiano, diviso tra la roboante vittoria nerazzurra a Bruxelles (0-4) e la figuraccia azzurra ad Eindhoven (6-2). Chivu agguanta il settimo successo consecutivo tra campionato e coppa, proseguendo così la cavalcata verso gli ottavi, Conte si lecca le ferite per un tracollo tanto doloroso quanto inatteso. Stasera la palla passerà a Juventus e Atalanta, impegnate nelle sfide con Real Madrid e Slavia Praga (entrambe alle 21). I riflettori sono ovviamente puntati sul Bernabeu, dove Tudor cercherà un’impresa per rimettere in piedi la classifica europea, ma anche la sua traballante panchina.

Union Saint Gilloise – Inter 0-4: Chivu festeggia con Dumfries, Lautaro, Calhanoglu e Pio Esposito

Tutto facile per l’Inter, che vola anche in Europa. A Bruxelles i nerazzurri battono 4-0 l’Union Saint Gilloise, restano a punteggio pieno e mettono un piede alla prossima fase della Champions. Un successo netto, costruito dopo un avvio complicato e suggellato dalle firme di Dumfries, Lautaro, Calhanoglu e Pio Esposito, al primo gol europeo della carriera. La squadra di Chivu conquista la settima vittoria consecutiva tra campionato e coppe e arriva al big match contro il Napoli con certezze ed entusiasmo. L’inizio, però, è da brividi, perché nei primi cinque minuti l’Union mette paura. Sommer è subito chiamato a due grandi interventi su David e Rasmussen, poi Lautaro salva di testa sulla linea la conclusione di Burgess. L’Inter traballa ma non cade e, una volta sistemate le distanze, prende in mano il gioco. Esposito spreca due buone occasioni, ma il gol è nell’aria e arriva al 41’: cross di Carlos Augusto, respinta corta e Dumfries appostato sul secondo palo insacca da due passi. Passano pochi minuti e il capitano si riscatta dopo un errore sotto porta, scaricando un destro micidiale sotto l’incrocio per il 2-0. Nella ripresa non c’è più storia. Al 53’ l’arbitro, richiamato dal Var, concede rigore per un tocco di mano di Mac Allister su colpo di testa proprio di Lautaro: dal dischetto Calhanoglu non sbaglia e firma il tris. L’Union si scioglie, l’Inter gestisce e si concede anche qualche sbavatura in fase offensiva, con Esposito che al 65’ fallisce il 4-0 a porta vuota. Ma l’appuntamento è solo rimandato: al 76’ il classe 2005 trova la gioia personale con un destro ravvicinato che vale il poker, oltre che la prima rete in Champions League della carriera.

Chivu: “Questo è un gruppo fantastico che ha ancora margini di miglioramento”

“Questa squadra doveva ritrovare fiducia e mettersi alle spalle il finale della stagione scorsa, che gli aveva dato delle delusioni dopo tante aspettative e una stagione fatta molto bene – l’analisi di Chivu -. Il calcio a volte può essere molto bastardo e ti regala cose negative che poi ti porti dietro: l’amarezza fa brutti scherzi. I ragazzi avevano bisogno di fiducia, di essere compresi, di essere… shakerati. Sono bravi e hanno ancora la voglia di lavorare sodo per fare un’altra stagione ai vertici. È un gruppo fantastico, che ha ancora margini di miglioramento. Mi piace perché sono aperti ad accettare nuove proposte tattiche e tecniche, mettono da parte l’orgoglio e si mettono a disposizione. I miei meriti? È merito loro, che accettano di essere allenabili e di fare gruppo. La crescita di Esposito? I giovani bravi e forti meritano un’opportunità e bisogna dargliela, perché se poi li aspettiamo troppo passano gli anni e rischiano di non essere mai pronti”.

Psv – Napoli 6-2: azzurri umiliati in Olanda, ora la Champions è a rischio

Notte da incubo per il Napoli di Conte, che crolla con un pesantissimo 6-2 contro il Psv, incassando la seconda sconfitta in tre giornate nella fase a gironi. Un tracollo inatteso, arrivato dopo un buon avvio e un vantaggio firmato McTominay, ribaltato però da un blackout totale durato quasi un’ora. Nel finale, gli azzurri perdono la testa e si disuniscono completamente, chiudendo con un passivo pesantissimo e più di un campanello d’allarme in vista delle prossime partite, a cominciare da quella di sabato con l’Inter. Il Napoli parte bene e al 33’ trova il meritato vantaggio: Spinazzola affonda a sinistra e serve un pallone perfetto per McTominay, che porta in vantaggio i suoi con un bel colpo di testa. Il gol sembra indirizzare la partita, ma nel giro di cinque minuti tutto si ribalta. Al 37’ arriva il clamoroso autogol di Buongiorno, che devia nella propria porta un cross teso di Perisic, poi al 41’ è Beukema a perdere un pallone sanguinoso in uscita e a regalare a Saibari l’occasione del 2-1 in contropiede. Il Psv prende fiducia, il Napoli si scompone e si salva solo grazie a Milinkovic-Savic, che evita il tris prima dell’intervallo. Nella ripresa, però, il crollo diventa totale. Dopo appena dieci minuti Mauro Junior buca la fascia sinistra e serve al centro Man, che da due passi fa 3-1. A quel punto il Napoli va letteralmente in tilt: Lucca si fa espellere per proteste e i padroni di casa dilagano. Ancora Man firma il poker, poi arrivano anche le reti di Pepi e Driouech, a sancire la disfatta. In mezzo solo un sussulto di orgoglio di McTominay, che segna la doppietta personale, ma senza cambiare la sostanza di una serata disastrosa. Per il Napoli una lezione durissima, la più pesante dell’era Conte. Urge una reazione immediata, altrimenti lo scontro diretto con l’Inter potrebbe rivelarsi davvero pesante.

Conte: “Queste cose non capitano per caso, sarà un anno complesso”

“C’è delusione, queste situazioni non capitano mai per caso: dobbiamo capitalizzare quello che è successo e invertire la tendenza – il commento amaro di Conte -. L’anno scorso abbiamo vinto un campionato incredibile dove tutti sono andati oltre i propri limiti, eravamo compatti. Quest’anno con la Champions abbiamo inserito nove giocatori e sono stati troppi, anche se siamo stati obbligati. Sapevo che sarebbe stato un anno complesso, il livello della Champions è questo. Abbiamo tanto da lavorare, ma anche lavorando tanto ci vorrà parecchia fatica. Io i giocatori li vedo ogni giorno: non voglio trovare scuse, ma vedo certe situazioni che mi fanno dire che sarà un anno complesso. C’è da ricreare l’alchimia sapendo che ci sono tante nuove teste, ci vuole il tempo per la connessione. Abbiamo fatto mercato perché siamo stati obbligati a farlo, l’anno scorso la rosa era striminzita e siamo stati bravi. Ci vuole tempo e pazienza: ci dobbiamo mettere tutti in gioco, anche i vecchi. Io mi prendo le responsabilità, ma se ribadisco da inizio del ritiro che sarà un anno complesso… Io sono il più onesto possibile. Dobbiamo ritrovare energie fisiche e nervose”.

Real Madrid – Juventus (ore 21, Prime Video)

Quaranta giorni senza vittorie e un calendario da brividi. La trasferta della Juventus al Bernabeu apre una serie che può segnare il destino di Tudor. Real Madrid, Lazio, Udinese, Sporting e il derby col Torino, cinque partite per capire se il progetto ha ancora un senso o se è già arrivato al capolinea. Il clima alla Continassa è teso. Il rapporto tra l’allenatore e Comolli si è raffreddato e le divergenze sono ormai di dominio pubblico: tattiche (il dg vorrebbe un cambio di modulo), gestionali (emblematico il minutaggio di Vlahovic), di comunicazione (le ultime critiche al mercato non sono affatto piaciute). Non a caso cominciano a circolare nomi alternativi, da Spalletti a Mancini, passando per Palladino. La gara odierna non sarà decisiva, mentre quella di Roma (domenica sera) sì; in generale, però, il club eccome valuterà la prestazione del Bernabeu, anche perché la classifica europea piange e nessuno, dalle parti della Continassa, vuole rischiare un’eliminazione che avrebbe pesanti ripercussioni anche dal punto di vista economico. La missione è complicatissima, perché il Real Madrid di Xabi Alonso viaggia a tutta velocità: primo posto in Liga a +2 sul Barcellona (e domenica c’è il Clasico), due vittorie su due in Champions, con sette gol segnati e uno solo subito. Per la Juventus, invece, il dato è impietoso: non vince in Champions da cinque trasferte (quattro pareggi e una sconfitta) e non trova il successo in generale da cinque gare tra tutte le competizioni. Preoccupano anche i gol subiti sistematicamente nel primo tempo e un attacco che non incide, prigioniero del rendimento sottotono dei nuovi acquisti David e Openda, ma anche della gestione di Vlahovic. Tudor sa di giocarsi tanto e proverà a sbancare Madrid con un 3-5-2 con Di Gregorio in porta, Gatti, Rugani e Kelly in difesa, Kalulu, Koopmeiners, Locatelli, Thuram e Cambiaso a centrocampo, Yildiz e Vlahovic in attacco.

Tudor: “Mi aspetto una grande reazione! Crisi? Con un altro calendario saremmo primi”

“Non leggo i giornali, né dopo le vittorie né dopo le sconfitte – ha glissato Tudor -. Il mio focus è su come supportare i giocatori e migliorare la squadra, analizzando cosa potevo fare meglio. Le partite sono quelle che sono, perché abbiamo commentato questa pazzia di calendario. Io sto vedendo tre gare di Champions con Borussia, Villarreal e Real Madrid, poi in campionato Inter, Atalanta e Milan. Serve onestà intellettuale per analizzare la situazione, ma con tre o quattro pareggi di fila nasce la frustrazione dei tifosi. E non dimentichiamoci dei due episodi di Verona… Contro l’Inter grande prestazione, con l’Atalanta meglio noi, a Verona nessuno mi dà un rigore e l’espulsione, e infine col Milan prendiamo un punto e io sono contento, ma il tifoso no. Senza gli errori di Verona e con un altro sorteggio saremmo stati primi, è così al 100%, perché analizzo la prestazione. Noi siamo una buona squadra e dobbiamo avere onestà intellettuale. Uno 0-0 non sono due punti persi, e ve lo dico io con grande autocritica nei miei confronti. Qui dovremo essere feroci e umili, sono una squadra di campioni ma voglio una prestazione col coraggio di fargli male. Mi aspetto una grande reazione, faremo una partita all’altezza”.

Atalanta – Slavia Praga (ore 21, Sky e Now)

L’Atalanta non può più rallentare. Dopo un avvio di stagione altalenante, (nessuna sconfitta in campionato, ma ben cinque pareggi), la squadra di Juric è attesa da sei partite in diciotto giorni, che definiranno meglio le ambizioni del club tra Serie A e Champions League. Si comincia stasera con lo Slavia Praga, per una sfida da vincere a tutti i costi. I cechi, travolti dall’Inter (3-0) ma capaci di pareggiare 2-2 col Bodo Glimt, arrivano a Bergamo senza nulla da perdere, ma la Dea non può permettersi passi falsi. La squadra di Juric, sotto il profilo delle prestazioni, ha ritrovato equilibrio e intensità, ma è reduce da un pareggio amaro contro la Lazio, dove sono mancati i gol per prendersi il bottino pieno. Le buone notizie arrivano dall’infermeria, nonostante l’ennesimo infortunio di Scalvini (problemi alla spalla, tre settimane di stop): Kossounou e Bellanova si sono allenati in gruppo, Scamacca è finalmente pronto per tornare. A centrocampo ci sarà il rientro dal primo minuto di De Roon, fresco dopo la panchina con la Lazio: sarà lui a guidare la mediana insieme a Ederson, con Zappacosta e Zalewski sulle fasce. Davanti spazio alla coppia De Ketelaere-Lookman alle spalle di Krstovic: il nigeriano tornerà così ad agire sulla sinistra, dopo l’esperimento (fallito) di domenica, dove aveva agito da “falso nueve”.

Juric: “Prestazioni positive ma senza cinismo, dobbiamo vincere a ogni costo”

“Veniamo da prestazioni estremamente positive, ma ci manca cinismo per concretizzare i punti meritati – ha spiegato Juric -. Dobbiamo mantenere la solidità difensiva e diventare più incisivi. Lo Slavia ha un approccio aggressivo, offensivo e con grande ritmo, contro l’Inter ha adattato il suo gioco per le assenze, ma di solito è molto intenso. Dopo il successo col Bruges dobbiamo vincere a ogni costo, la formazione la deciderò all’ultimo, valutando se schierare una punta classica o Lookman. Con Gasperini, Ademola è migliorato nel tiro, nella posizione del corpo e nell’interpretazione del gioco, in Premier League segnerebbe come a Bergamo. Contro la Lazio mi è piaciuto di più da esterno dopo l’ingresso di Krstovic, ma col Como come prima punta aveva fatto bene, non escludo questa soluzione. Da esterno, però, deve fare i rientri difensivi, dove Sulemana eccelle”.

Commenta