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Roberto Mancini, il narcisismo e il profumo dei soldi arabi non giustificano un addio senza stile

Più inelegante e scortese di così non poteva essere l’addio di Mancini alla Nazionale di calcio: non si danno le dimissioni per email

Roberto Mancini, il narcisismo e il profumo dei soldi arabi non giustificano un addio senza stile

Non si lascia la Nazionale di calcio con una mail. C’è modo e modo di dire addio. Quello scelto a sorpresa dall’allenatore della Nazionale italiana di calcio è stato il peggiore e rivela tutto il narcisismo e l’isterismo infantile che da sempre caratterizzano Roberto Mancini, da calciatore e da trainer. Mancini ha vinto molto: scudetti in Italia e Inghilterra e sarà ricordato per sempre per la trionfale conquista degli Europei di Londra. Ma il modo in cui si è congedato con una mail e con una motivazione sibillina (“Scelta personale”) in una calda domenica d’agosto non sarà ricordato come un esempio di stile. L’eleganza del suo compianto amico Gianluca Vialli era tutt’altro.

Stamattina Paolo Condò ha raccontato su Repubblica che Mancini era stanco e soprattutto demotivato da tempo, forse dal giorno in cui la sua Italia aveva clamorosamente fallito la qualificazione per i Mondiali. Uno sfregio insopportabile per un allenatore fortunato ma vincente. E si può anche capire che il profumo dei soldi arabi abbia fatto il resto e lo abbia definitivamente convinto. Ma c’è modo e modo. Giù dalla torre.

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