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Risparmio gestito 2023: raccolta in rosso nel quarto trimestre, ma i fondi obbligazionari restano nei portafogli

I gestori di patrimoni hanno registrato perdite nel quarto trimestre del 2023, con deflussi annui vicini ai 50 miliardi di euro – I fondi aperti continuano a perdere, ma gli obbligazionari chiudono un anno d’oro

Risparmio gestito 2023: raccolta in rosso nel quarto trimestre, ma i fondi obbligazionari restano nei portafogli

I gestori di patrimoni hanno chiuso il quarto trimestre del 2023 con un saldo negativo di 15,4 miliardi di euro, mentre nel corso dell’anno i deflussi sono stati quasi 50 miliardi, di cui circa un terzo provenienti dai prodotti assicurativi e il resto dai fondi comuni. In controtendenza, i fondi chiusi hanno registrato un incremento di 2,3 miliardi nel trimestre e di 4 miliardi nell’anno. Complessivamente, è stato un anno difficile per l’asset management italiano, che richiede un intervento per rendere di nuovo interessanti gli strumenti del risparmio gestito, soprattutto i fondi comuni.

È la fotografia dell’industria data da Assogestioni con la mappa trimestrale relativa all’ultimo trimestre dello scorso anno.

Fondi aperti, nel 2023 reggono solo gli obbligazionari

Il patrimonio gestito ha raggiunto i 2.337 miliardi di euro, in leggero aumento rispetto al trimestre precedente ma ancora al di sotto del record storico del 2021. Le gestioni collettive ora rappresentano oltre il 53% del totale, mentre spostando lo sguardo sulle gestioni di portafoglio, con masse pari a fine dicembre a 1.095 miliardi (equivalente al 46,8% del totale), spiccano per entità del patrimonio le gestioni istituzionali con 939 miliardi. Nel quarto trimestre la categoria ha registrato circa 9 miliardi di deflussi, condizionati in gran parte dagli 11,70 miliardi fuoriusciti dalle gestioni di prodotti assicurativi.

Per quanto riguarda il patrimonio dei fondi aperti, che ammonta a 1.149 miliardi di euro, la distribuzione è equilibrata tra strumenti obbligazionari (35,4%) e azionari (33%).

Nel trimestre finale del 2023, i riscatti maggiori si sono verificati nei fondi flessibili (-8,3 miliardi), seguiti dai bilanciati (rispettivamente -5,7 e -17,5 miliardi), mentre i fondi azionari hanno mostrato una performance più stabile (-2,6 miliardi in tre mesi e -1 nell’anno). Al contrario, i fondi azionari hanno chiuso il trimestre con un aumento di 7,8 miliardi e l’anno con un guadagno superiore ai 24 miliardi. Per quanto riguarda i Pir, il saldo annuale è stato negativo per 2,6 miliardi, dei quali 465 milioni usciti nel quarto trimestre. Il patrimonio è pari a 18,6 miliardi.

Le classifica delle società di gestione

Il difficile contesto del 2023 si riflette nei bilanci di alcune società. Intesa Sanpaolo ha registrato un saldo negativo di 10,7 miliardi nel trimestre, seguita da Anima Holding (-3,5 miliardi), Amundi (-3,2 miliardi), Morgan Stanley (-1,1 miliardi), Bnp Paribas (-1,6 miliardi) e Axa Im (-1,3 miliardi). Al contrario, i risultati positivi sono stati conseguiti da Poste Italiane (+4,5 miliardi), grazie al collocamento di altre gestioni e prodotti assicurativi, Mediolanum (704 milioni), Jp Morgan Asset Management (1,4 miliardi), Arca (994 milioni) e Finecobank (454 milioni).

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