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Rinnovabili, Elettricità Futura al governo: sbloccate 60 GW verdi, pronti 85 miliardi di investimenti

Elettricità Futura di Confindustria al governo: in gioco ci sono la riduzione della bolletta, l’indipendenza dalla Russia e la tutela dell’ambiente. L’Italia ha tutto per farlo

Rinnovabili, Elettricità Futura al governo: sbloccate 60 GW verdi, pronti 85 miliardi di investimenti

In una situazione di vera e piena emergenza energetica, con il prezzo del gas quadruplicato e la stessa elettricità ancora prodotta per circa il 60% con il gas, la via d’uscita potrebbere venire dalle energie rinnovabili che invece rimangono bloccate e soggette a pregiudizi e leggende metropolitane.

Elettricità Futura l’associazione – aderente a Confindustria- che raccoglie oltre 500 imprese elettriche italiane lancia un appello che è anche netta critica alle attuali disposizione governative che bloccano risorse e investimenti che invece potrebbero essere utilizzate per sostenere l’economia italiana.

Al momento ci sono in sala d’attesa domande inoltrate a Terna per l’allaccio di nuovi impianti che fornirebbero 170 giga watt di rinnovabili: le aziende del settore chiedono che almeno un terzo di esse – pari a circa 60 GW – venga autorizzato entro giugno. Esse sono pronte a investire 85 miliardi e creare 80.000 posti di lavoro. Con il non trascurabile effetto di creare indipendenza dal gas russo e di ridurre il costo delle bollette.

Nei prosssimi 3 anni nuovi impianti di rinnovabili per 60 GW

“Installare 60 GW di rinnovabili nei prossimi 3 anni è la soluzione strutturale per aumentare la sicurezza e l’indipendenza energetica, e ridurre drasticamente la bolletta elettrica” ha detto Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura, nel suo intervento in apertura della conferenza stampa che si è svolta oggi a Milano, invitando il Governo ad attuare un’azione straordinaria sugli iter autorizzativi insieme alle Regioni. “Siamo pronti a lavorare con il Governo per individuare le misure straordinarie, le aree più idonee, i parametri per raggiungere l’obiettivo. Il settore elettrico è pronto a contribuire alla sicurezza energetica dell’Italia investendo 85 miliardi di euro e creando 80.000 nuovi posti di lavoro”.

Rinnovabili, know how e capitali ci sono: sboccare le autorizzazioni

“Già nel 2011 avevamo dato dimostrazione di poter installare oltre 11 GW pur disponendo di tecnologie meno performanti e sistemi di installazione meno efficienti. Ora ne stiamo installando solo 1 mld all’anno, mentre abbiamo la capacità di installare 20 GW di rinnovabili all’anno”.

L’Italia rappresenta il caso peggiore di burocrazia in Europa, nessun altro Paese ha così tanti problemi ad autorizzare i nuovi impianti rinnovabili. In Italia, un iter autorizzativo per un impianto rinnovabile ha una durata media di 7 anni, mentre la normativa prevede una durata di 1 solo anno.

Rinnovabili, come il Sostegni Tre può bloccare tutto

Il gruppo Erg (acronimo di Edoardo Raffinerie Garrone) di Genova già 15 anni fa aveva fatto la scelta epocale decidendo di passare dall’oil alle rinnovabili e ora vede un ulteriore ostacolo da parte di chi invece dovrebbe sostenere l’economia. “Noi tutti siamo pronti a rilanciare investimenti” ha detto Paolo Luigi Merli, Vice Presidente Elettricità Futura e AD Erg. “Invece ci ritroviamo con un decreto [decreto Sostegni ter n. 4/2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 21 del 27 gennaio 2022 ndr] e nello specifico il suo articolo 16 che consideriamo una vera e propria caccia alle streghe perché colpisce proprio le rinnovabili e va anche contro il tool box europeo: chiediamo espressamente che questo aricolo 16 venga ritirato.”

Nel concreto, che cosa significherebbero 60 GW di nuovi impianti?

Nuovi impianti per 60 GW farebbero risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20% del gas importato. “O, in altri termini, oltre 7 volte rispetto a quanto il Governo stima di ottenere con l’aumento dell’estrazione di gas naturale”.
Un altro contributo importante potrebbe arrivare dalla crescita della produzione di biometano passando da un solo miliardi di metri cubi a ben 10 miliardi, utilizzando la frazione organica dei rifiuti urbani, industriali e agricoli.
Per esempio, 60 GW di nuove rinnovabili potrebbero essere così distribuiti: 12 di eolico, idroelettrico, bioenergie e altre e 48 di fotovoltaico che richiederebbero una superficie pari a 48.000 ettari.
Se per pura ipotesi i 48 GW di fotovoltaico fossero tutti realizzati su superficie agricola, si utilizzerebbe appena lo 0,3% della superficie agricola totale oppure l’1,3% della superficie agricola già oggi abbandonata. Peraltro, i tanti impianti agrovoltaici previsti non sottrarranno neanche un metro quadrato di terreno.

Rinnovabili, le leggende metropolitane da sfatare

“In Italia abbiamo abbondanza di acqua soprattutto al Nord, di vento e sole al centro e al sud, è il paese fatto apposta per l’utilizzo delle ronnovabili” ha detto Renato Mazzoncini, Vice Presidente Elettricità Futura e AD A2A. “e invece questa fonte di energia rappresenta solo circa il 40% in Italia”.

“Riguardo le rinnovabili ci sono diverse leggende metropolitane da sfatare” ha aggiunto Nicola Lanzetta, Vice Presidente Elettricità Futura e Direttore Enel Italia. “La prima riguarda l’accusa di essere costose: invece se si potessero liberare quei 60 GW avremmo un risparmio del 40% sulla bolletta elettrica, quindi faremmo bene all’ambiene e al portafoglio. Dobbiamo inoltre pensare che la dipendenza dal gas non passerà, passata una crisi ce ne sarà un’altra, e dunque occorre trovare una soluzione. Altro tema importante è quello del repowering: con il rinnovamento degli impianti già esistenti si potrebbe aumentare la produzione del 30-50%”.

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